Abbiamo sognato l'infinito (interlude)

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Alcuni incontri, sebbene non eclatanti, non smettono di essere significativi.

Quando Jimin aveva incontrato Min Yoongi non era successo nulla degno di nota.

Niente di speciale, nessun effetto da fuoco d'artificio, odio a prima a vista, episodio esilarante.

In effetti se non fosse stato per una serie di circostanze, Jimin non si sarebbe disturbato in conoscere Min Yoongi. E viceversa, sicuramente viceversa.

O forse no. A distanza di anni Jimin era piuttosto sicuro che nonostante tutto, conoscere Min Yoongi era stata inevitabile.

Era stato un giorno banalissimo come qualsiasi altro. Jimin stava disperatamente cercando di non soccombere dinanzi ad una lezione soporifera di storia, ma non aveva avuto sino ad allora molto successo. Il professore proprio in quel momento stava parlando di una presentazione di gruppo per la fine del trimestre e Jimin incrociava le dita sotto il banco sperando di finire con qualcuno che avesse seguito le lezioni più di lui. Purtroppo la maggior parte del suo gruppo di amici, i suoi compagni di danza, erano finiti in chimica I (no grazie, aveva pensato Jimin al momento di compilare il formulario). Spesso gli era mancato Hobi hyung il suo amico della scuola primaria. Ma lui e la sua famiglia erano tornati nella città dei nonni di Hoseok,che distava qualcosa come 100 km dalla capitale.

Una distanza che sembrava impossibile ai due ragazzi. Lo era.

Per fortuna si era fatto qualche amicizia grazie alla danza. Ballare era sempre stata la sua attività preferita, grazie ad essa Jimin non si era mai sentito solo. Prima di conoscere Hoseok, Jimin si era specializzato in danza contemporanea. Hoseok gli aveva fatto scoprire l'hip hop e a Jimin era parso di innamorarsi nuovo.

Una volta nella nuova scuola quindi, si era subito iscritto al club di danza. Per fortuna ai membri del gruppo non importava se eri zero, uno, mille: bastava essere in grado di ballare.

In generale la scuola era ancora un ambiente sicuro.

Questo perchè la legge incoraggiava i numeri due a incontrarsi solo a maggiore età. Per ragioni etiche e sociali le introduzioni prima della maggiore età era altamente sconsigliate. Questo non impediva ad un certo numero di famiglie numeri due di tre generazioni di forzare la mano e fare le introduzioni già al compiere dei quindici anni d'età o anche prima. Rappresentavano però una minoranza e la scuola era l'ambiente in cui i numeri zero, ma anche i numeri uno, potevano esercitare un po' libertà.

Esistevano comunque, parecchie correnti di pensiero al riguardo.

Molti numeri due incoraggiavano i proprio figli ad aspettare la loro anima gemella. Tuttavia non era certo visto male se i futuri numeri due volevano sperimentare durante gli anni di scuola.

Questo sentimento non era per nulla condiviso dalle famiglie di numeri zero.

I futuri numeri due non avevano nulla di cui preoccuparsi. I numeri zero erano quelli, invece, che sarebbero tornati a casa col cuore infranto.

Ma la scuola. La scuola è fatta dai ragazzi. Era facile a quell'età sognare l'infinito.

Ad ogni modo Jimin finì col venir assegnato in un gruppo di tre composto da se stesso, Yook Sungjae e Min Yoongi. Sungjae era nel club di canto e Jimin lo conosceva di fama, era conosciuto come il nerd dalla voce d'oro. Min Yoongi era una nuova e molto promettente matricola della squadra di basket, anche se in realtà era più conosciuto per il suo carattere che altro. Si diceva fosse una testa calda. Nessuno dei due era nelle sue lezioni principali ma solo in storia I. Jimin aveva cercato di fare del suo meglio per andare d'accordo con entrambe e portare a termine il progetto. Con Sungjae non era stato difficile, era molto intelligente ed anche molto divertente. Yoongi invece si era rivelato un'impresa. Parlava poco e sempre con il tono basso e leggermente raspante di chi si è appena svegliato. Per giunta continuava a guardarli di sottecchi come a non voler credere di essere finito in un simile gruppo.

Un mondo per noi dueWhere stories live. Discover now