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Poteva essere trascorsa un’eternità o solo qualche minuto.

Jungkook si sentiva stanchissimo, come se avesse corso a lungo e non sapeva di stare scappando tutto quel tempo.

Sbatté gli occhi una, due volte. Si, era ancora tra le braccia di Jimin ma nessuno dei due piangeva più e Jungkook avrebbe anche potuto chiudere gli occhi ed addormentarsi li, sul pavimento freddo dell’aula ma al sicuro.

Da quanto tempo era che ne qualcuno riusciva a vedere questa parte di lui? Era riuscita a tenerla nascosta a tutti, anche a Taehyung.

Sospirò.

Non c’era vero e proprio imbarazzo solo un’anticipazione nel cercare di capire come muoversi d’ora in avanti. Più o meno inconsciamente aveva scelto Jimin come appiglio e non si sentiva di lasciarlo andare troppo presto. Allentò la stretta sulla maglia di Jimin, scoprendo che le dita della mano gli facevano male per la tensione e la forza con cui le aveva serrate-

“Stai meglio?” gli chiese Jimin con voce tornata chiara.

Jungkook annui sulla sua spalla. Era come se non avesse voglia di tornare di nuovo se stesso e Jimin parve capirlo perché non allentò la sua presa. Jungkook gli era grato perché era piuttosto sicuro fosse l’unica cosa gli stesse impedendo di frantumarsi in milione di pezzi.

“Però ho fame” aggiunse Jungkook dopo un po’, il suo stomaco scegliendo in quel momento di farsi sentire.

Jimin allora rise. “Ho fame anche io! Cosa dici, andiamo a mangiare qualcosa?” chiese poi gentilmente.

“Si. Ma non fuori. Sono assolutamente sicuro di aver imbrattato la tua maglia per sempre”, rispose Jungkook ancora un po’ intontito.

“Direi che ci ho messo del mio.” Jimin disse in tono leggero.

“Mmm. Si, non sei il massimo quando piangi” mormorò Jungkook, con una nota divertita nella voce.

“Hey, ringrazia che non ti abbia imbrattato i capelli!”

Jungkook scosse la testa soffocando una mezza risata sulla spalla di Jimin. Inspirò a fondo. Prima o poi avrebbero dovuto staccarsi e uscire prima Seokjin venisse a vedere cosa li stava tenendo occupati o, peggio ancora, prima che li chiudesse li dentro.

Jungkook quindi decise che era tempo di riprendere le redini della situazione e,suo malgrado, si staccò da Jimin. Si asciugò la faccia col dorso della mano prima di decidere di guardarlo negli occhi.

“Hyung sei tutto stropicciato” non riuscì a fare a meno di dire.

“Tu non sie molto meglio” Jimin disse divertito mentre si lisciava i vestiti spiegazzati. Jungkook sorrise poi, cercando di tornare un po’ in se, andò a recuperare le sue cose. Si guardò distrattamente nello specchio. Si era stropicciato anche lui, pensò ridendo sotto i baffi.

“Andiamo” gli disse Jimin dolcemente tendendogli la mano e Jungkook senza stare troppo a pensarci, la prese. Quando uscirono in corridoio sSeokjin sembrava molto, anche troppo, indaffarato nel metter a posto il bancone mentre con un mano faceva tintinnare le chiavi. Li salutò con un timido sorriso prima di rimettersi a fare quel che stava facendo.

Se aveva notato le loro mani intrecciate aveva deciso di non commentare.

Fu la volta di Jimin di guidare, stavolta verso casa sua. Sebbene il viaggio in macchina fosse breve, Jungkook dovette combattere per tenere gli occhi aperti.

“Ce la fai Kookie?” Jimin chiese gettandogli un’occhiata.

“Si ho troppo fame per addormentarmi adesso” rispose Jungkook. Jimin annuì e Jungkook dopo qualche minuto riconobbe la zona dove abitava Jimin.

Un mondo per noi dueWhere stories live. Discover now