1. Un nuovo inizio.

3.1K 141 123
                                    

La sveglia del mio telefono suona troppo presto, facendo riecheggiare nella mia piccola camera da letto la canzone "sugar" dei maroon 5.

È uno dei miei gruppi preferiti, e li seguo da quando hanno composto la loro prima canzone. Per il mio sedicesimo compleanno i miei genitori hanno deciso di regalarmi il biglietto per il loro concerto a Denver, la città dove prima abitavo. Vederli dal vivo è stato così emozionante da farmi piangere dalla felicità!

Mi alzo controvoglia, facendo cigolare il mio vecchio letto in legno di quercia color marrone scuro che mio papà dipinse in seguito di rosa, e mi dirigo in bagno per farmi una doccia.
Non è molto grande. Le pareti sono color blu oceano nella parte superiore e di mattonelle grigie nella parte inferiore. Il pavimento è coperto da un parquet marroncino chiaro. Il lavandino è posizionato di fronte alla porta e sopra di esso, appeso al muro, un enorme specchio quadrato. Alla destra sono presenti i vari sanitari, mentre al lato opposto una grande doccia, che occupa tutta la parete.
Prima di lavarmi, decido di attaccare la piccola stufetta, riposta solitamente nell'armadietto a lato del water, alla presa affianco allo specchio, con l'intento di riscaldare la stanza per non congelare di freddo.
Ormai è metà settembre e le temperature si sono abbassate drasticamente rispetto allo scorso mese.
Dopo circa venti minuti esco e mi guardo allo specchio: prendo dal cassetto bianco sotto il lavandino il pettine e riavvio i miei lunghi capelli rossi, inumidisco un dischetto di cotone con dello struccante per rimuovere gli eventuali residui di trucco e mi lavo i denti.
Corro in camera per vestirmi e preparare le ultime cose per il mio primo giorno di scuola qui a New York.

Decido di indossare un paio di jeans a vita alta con degli strappi alle ginocchia, un maglioncino bianco con delle sottili righe verticali, una giacca color cachi con alcuni ghirigori nelle maniche ed infine un paio di scarpe da ginnastica bianche.

Dopodiché prendo la pochette dei trucchi e mi reco nuovamente in bagno: valorizzo i miei occhi verdi con una leggera riga di eye-liner, passo un leggero strato di mascara, un semplice lucidalabbra rosa ed infine un po' di fard, senza coprire le mi...

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Dopodiché prendo la pochette dei trucchi e mi reco nuovamente in bagno: valorizzo i miei occhi verdi con una leggera riga di eye-liner, passo un leggero strato di mascara, un semplice lucidalabbra rosa ed infine un po' di fard, senza coprire le mie numerose lentiggini.
Da piccola me ne lamentavo spesso, perché mi facevano sentire diversa dagli altri bimbi, ma con il tempo ho iniziato ad accettarle ed addirittura ad apprezzarle... con il passare degli anni ho cominciato a considerarle come qualcosa di particolare, e che mi rendeva speciale agli occhi delle altre persone.

Guardo l'orologio che segna le 7.25. Decido di scendere al piano di sotto, dove trovo i miei genitori seduti a tavola a fare colazione.

‹‹Buongiorno Beck!›› dice mia mamma porgendomi un piatto di pancakes. Sa quanto ne vado matta , ne mangerei a tonnellate! In fatto di dolci ho gusti molto particolari, però i pancakes della mamma non si possono mai rifiutare.
Sono sempre stata molto legata a lei, fin da quando ero bambina. Ovviamente, a causa del lavoro di mio papà, ci passavo molto più tempo. Andavamo spesso al parco oppure ci divertivamo a stare in casa e dipingere insieme. È molto diversa da me: ha dei bellissimi capelli biondi, che tiene corti fin da quando ne ho ricordo. Gli occhi sono verdi-marroni ed ha un sorriso perfetto. Caratterialmente è molto forte, o almeno questo è quello che mi fa vedere, e per ciò l'ho sempre stimata, considerandola come uno dei punti di riferimento nella mia vita. Fortunatamente ho ereditato da lei il carattere determinato, ed a volte testardo. Tutte e due quando vogliamo una cosa, ci impegnamo al massimo per ottenerla!

‹‹'Giorno›› replico, con la bocca piena.

‹‹Agitata per il primo giorno di scuola?›› chiede mio papà versandomi il succo all'arancia.
Lui invece è molto diverso da mamma. Ha gli occhi verdi, e i capelli biondo cenere, quasi sul castano. È molto alto, ed ha una muscolatura ottima. Mi ha raccontato che da bambino era stato ingaggiato per alcuni set fotografici, data la sua bellezza, ma la sua strada era un'altra. Ha studiato duramente, sia al liceo che alla Columbia (il mio sogno) e si è laureato in marketing. I suoi sforzi l'hanno portato ad aprire un'azienda immobiliare tutta sua, la Miller's company, che però gestiva con l'aiuto di mio nonno. Quanto quest'ultimo è venuto a mancare, quattro anni fa, ha deciso di prendere da solo le redini dell'azienda, e ci siamo spostati da Denver a New York.

Finalmente sono al quarto anno. Mi sono sempre immaginata di terminare gli studi a Denver, la città dove sono nata e cresciuta, ma alla fine ci siamo trasferiti a New York. Non ho fatto amicizia quasi con nessuno. L'estate l'ho passata in disparte a dipingere, la mia passione fin da quando ero bambina... lo trovo rilassante, e riesce a trasmettermi delle emozioni uniche.
Devo ammettere che sono anche molto brava, e questo lo devo a mia mamma che, fin da piccola, mi ha incitato a dipingere qualsiasi cosa mi venisse in mente, regalandomi tantissime cose del settore, come ad esempio fogli da disegno, pennarelli, matite colorate e pennelli.
Penso che mi piaccia soprattutto perché quando pitturo ho il pieno controllo su me stessa, decido io cosa creare senza che nessuno mi imponga niente. Quando incomincio a disegnare entro in una sorta di mondo parallelo, un mondo perfetto, tutto mio, dove vorrei stare per sempre.

‹‹Back mi stai ascoltando?›› domanda mio padre vedendomi sovrappensiero.

Alzo gli occhi dal piatto e noto che tutti e due mi stanno guardando preoccupati.
Da quando abbiamo traslocato sono diventati più apprensivi, quasi impauriti dal fatto che possa succedermi qualcosa di brutto.
Pensano che questo cambiamento possa avermi scombussolato.
Ovviamente all'inizio è stato così. Sono sicura che qualsiasi persona faccia fatica ad accettare il fatto di dover, da un momento all'altro, cambiare tutto: città, amicizie, ricordi.. Beh una vita intera.
Con il tempo però mi sono abituata all'idea, ed ho anche incominciato a pensare che potesse essere una buona cosa per poter azzerare tutto e ricominciare da capo.

‹‹Sì papà scusami›› dico, bevendo un sorso di succo. Sono molto agitata per l'inizio della scuola, però allo stesso tempo sicura di me stessa. So di avere un carattere forte e non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da nessuno. Purtroppo però, molte volte, questo mio carattere è stato anche il mio punto debole, poiché mi ha fatto perdere molte amicizie.

‹‹Adesso devo andare, sono in ritardo›› dico, guardando l'orologio che indica le 7.45
Fortunatamente la scuola si trova a 10 minuti da casa mia, perciò opto per andare a piedi.
Salgo in camera mia per prendere le ultime cose per andare a scuola e nel mentre mi arriva un messaggio:
'buona fortuna per il primo giorno di scuola sorellina, fai a capire a tutti di che pasta sono fatti i Miller!'
-Jane

Jane è mia sorella. Ha 19 anni e va all' università a Yale.

Lei, a differenza dei miei genitori, è molto simile a me. Ha i capelli rossi e gli occhi verdi, cosa che abbiamo ereditato tutti e due dalla nostra bisnonna materna Samantha.
Siamo sempre state molto vicine, e mi ha aiutato nelle situazioni difficili. Si è trasferita un anno fa per seguire l'università e laurearsi in medicina.

La sua partenza è stata difficile da superare. Ero abituata a vederla tutti i giorni, e quando c'era qualcosa che non andava lei era la prima a saperlo. Adesso purtroppo la vedo solo durante le vacanze, durante le quali torna a casa. È sempre stata molto brava a scuola ed era una delle ragazze più popolari. A differenza mia e di mia mamma però è negata a disegnare..

Sorridendo rispondo al messaggio: 'grazie mille sorellona, ti chiamo stasera per farti sapere tutto!'.

Ripongo il telefono nella tasca posteriore dei jeans e riscendo al piano di sotto.
Saluto con un semplice 'ciao' i miei genitori, prendo le mie amate cuffie riposte sul mobiletto dell'entrata, mi precipito fuori dalla porta e mi avvio verso un nuovo inizio...

***

Ciao a tutti!

Speriamo che il primo capitolo vi sia piaciuto!

Cosa ne pensate di Rebeka?😏

Vi aspettiamo per il secondo capitolo! Baci❤️️

Painted SoulsWhere stories live. Discover now