6. la mamma

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silence in the trees

erano le sei quando la nonna di Yoongi lo chiamò dalla cucina, informandogli che la cena era pronta. Così chiuse i libri ed uscì dalla sua stanza, andò dalla nonna e le diede un bacio sulla guancia. Lei gli sorrise e lui si sedette, incrociando le mani e pregando. La verità è che Yoongi non stava pensando a nulla se non a Jimin. Avrebbe voluto alzarsi da quella sedia e correre al piano superiore, tirando così tanti pugni alla sua porta che le sue mani avrebbero dovuto iniziare a sanguinare. Ma sapeva che non poteva farlo, perché era lo stesso motivo per il quale Jimin non gli aveva chiesto aiuto prima di scappare via, e gli faceva così male.
Ma la nonna aprì gli occhi e lui non incrociò più le mani.

«lo lasciamo un piatto alla mamma, vero?» chiese Yoongi, ma la nonna lo ignorò ed incominciò a mangiare. Sapeva non avrebbe reagito bene, faceva sempre così quando Yoon parlava della madre. Ed un po' gli faceva male, un po' sapeva che era giusto così.

«so che è tornato Jimin.»

lui si congelò. «a-ah, sì.»

«come stai, Minnie? è per questo che non sei andato a scuola oggi?» non voleva fare troppe domande, ma sapeva che c'era qualcosa che non andava. Ed era così preoccupata. Troppo preoccupata.

«sto- bene, va tutto bene.» pensava che se lo avesse detto a voce alta forse lo sarebbe stato davvero. Ma non fu così. E lui lo sapeva.

ma la nonna sospirò; aveva già vissuto quella situazione in passato.
«devi lasciarlo andare. Non si farà aiutare né da te, né da nessuno.»

«e far sì che si autodistrugga come la mamma?» azzardò. Lo sguardo dell'anziana si rabbuiò, e lui se ne pentì subito: «scusami. Non dovevo.»

«è questo che pensi, allora?» chiese la nonna; lo sguardo ora era malinconico, deluso.

E Yoongi si odiò così tanto per averlo pensato. Sapeva fosse sbagliato, sapeva anche non avrebbe dovuto parlarne con la nonna, la ferita era ancora aperta. Ma era stanco di tenersi tutto dentro. Era stanco d'essere l'unico che voleva affrontare tutta quella situazione, perché era stanco di star male e di vedere lei stare male.
«so che hai provato ad aiutarla.» rispose soltanto. Non negò nulla, «a volte però bisogna provarci un po' di più.»

«Yoongi, devi prenderti cura di chi rimane, non di chi se ne va.»

«è difficile.»

«lo so,» sospirò «lo è davvero. Ma devi provarci, devi farlo per chi resta. Ed ora mangia, sennò si raffredda.»

«sì, scusami.»

ci pensò tanto. Quelle parole colpirono Yoongi più di quanto avrebbero dovuto fare. All'inizio si arrabbiò, pensava che in qualche modo la mamma, per lei, rappresentava solo un peso, ma poi capì meglio cosa volesse dire la nonna. E capì anche cosa sarebbe stato meglio fare.

A fine serata aiutò a sparecchiare e lavò i piatti. Salì in stanza e prese il telefono; era così spaventato. Tremò appena e poteva giurare d'avere lo stomaco in fiamme.

cosa stai facendo? sei un idiota, sei un idiota, sei un idiota. continuava a pensare.

prese coraggio e pigiò sullo schermo del telefono, facendo partire la chiamata.

uno squillo, due, quattro, sette. E quando con lo sguardo triste stava per mettere giù, si sentì un "pronto?" seguito da un colpo di tosse dall'altro capo del telefono. Yoongi sobbalzò.

falling in reverse :: sopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora