𝐎𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐝'𝐚𝐫𝐭𝐞

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°•° 𝐀𝐫𝐭𝐰𝐨𝐫𝐤 °•°

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°•° 𝐀𝐫𝐭𝐰𝐨𝐫𝐤 °•°

Quella mattina si alzò tardi. Grazie -o sfortunatamente per lui- la settimana bianca era ragione di festa e ritrovi in famiglia, quindi, tutti i dipendenti erano assolti dai loro compiti. Avrebbe preferito lavorare tutto il giorno sino a consumarsi, piuttosto che stare a guardare inerme la popolazione sorridente. Lo disgustava tutta quell'allegria, quello che veniva chiamato "spirito natalizio" per non sostituirlo con "grazia di Dio ai centri commerciali". Natale era diventato solo motivo di acquisti e regali, contornato da uno stupido ghigno perenne in faccia e la sensazione di calore addosso mentre si gelava fuori dalle porte dei negozi a fare la fila.

Alzò il busto in modo leggiadro, quasi fosse una ballerina di danza classica, e rimase a contemplare le numerose opere d'arte davanti a sè: quadri, oggetti preziosi, piccole sculture. Erano la sua passione: si presentava a qualsiasi evento o grande ritrovo, cercando scrupolosamente manoscritti antichi, statuine o qualunque oggetto gli ispirasse perfezione.

Era così Kim Taehyung, un uomo serio, rigido ma allo stesso tempo con movenze delicate ed attraenti. Un misto di particolari che mozzavano il fiato, trovandosi a respirare forzatamente. Proprio per questi motivi, quando ancora frequentava gli studi, numerosi ragazzi e ragazze gli si erano dichiarati, ricevendo in cambio un cenno negativo del capo ed uno sguardo gelido, vuoto. Si ripeteva sempre di evitare qualsiasi battito perso, sensazione di farfalle nello stomaco o capogiro per una cotta. Non faceva per lui.

Non si accorse di essersi ormai vestito ed avvicinato alla porta, tanto immerso tra l'esplosione grigia dei pensieri. Erano soltanto le sette in punto di mattina, ma decise comunque di premere il tasto per il piano terra dell'ascensore. Rilassò le labbra, lasciando passare un sospiro a degli sbuffi d'aria che gli penetravano le maglie dei vestiti, nel momento in cui si aprirono le porte scorrevoli. Affondò il viso nella sciarpa Gucci rossa che gli cingeva il collo, addentrandosi tra la folla di Seoul. Le mani in tasca e la posizione eretta; camminava spedito tra le bancarelle, alla ricerca di qualche gioiello per la sua vasta collezione.

Improvvisamente qualcuno urtò la sua ispezione, rischiando di farlo cadere a terra. Si voltò indignato venendo subito accolto dalla mano tesa di un ragazzo -Scusami. Non guardo mai dove metto i piedi.- si inchinò in segno di rispetto con ancora il braccio allungato. Il grigio scostò un ciuffo dal viso, non avendo nessuna intenzione di rispondere al ragazzino dalle parvenze di un coniglio. Lo squadrò da capo a piedi, notando ci fosse un certo contrasto tra il suo abbigliamento e le maniere gentili.

- Allora, che fa, non accetta le mie scuse?- domandò perplesso il moro prima di rabbrividire a causa di un colpo di vento. Per non fare la figura del cretino, si sbilanciò in avanti, raccattando uno dei palmi dell'individuo dalle tasche del lungo cappotto, stringendola poi.

- Jeon Jungkook.- disse con l'ennesima espressione soddisfatta, aspettando la risposta dell'altro. -Kim Taehyung.- un mormorio caldo e suadente appena udibile, punzecchiò le pareti uditive del moretto. 

- Scusi ma.. ci siamo già visti per caso?

𝗦𝗽𝗿𝗶𝗻𝗴 𝘀𝗻𝗼𝘄𝗳𝗹𝗮𝗸𝗲 ; 𝗍𝖺𝖾𝗄𝗈𝗈𝗄Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon