14.

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wattpad mi sta dando problemi, è da giorni che provo a spostare questo capitolo dopo il 13 ma puntualmente me lo fa tornare in questa posizione. Vi consiglio di andare prima a quello, e poi ritornare qui per una corretta lettura di questa fanfiction. scusate per l'inconveniente <3

Le ore erano passate in fretta e Millie si era presto ritrovata alla porta, con una stretta alla gola alla vista della biondina: l'aveva accompagnata lungo le scale ben cosciente del baccano che avrebbero incontrato non appena arrivate in camera.

«Stavo pensando- non sarebbe meglio studiare all'aperto?» improvvisò, bloccandosi di scatto lungo la scalinata;
«Intendo, sarebbe molto più piacevole, e poi la mia camera é-» non le fu concesso di terminare la frase, che Lilia scosse la testa facendo ondeggiare le codine bionde:

«Mi dispiace, Millie, è primavera e sono allergica anche all'aria!» scherzò; Millie strinse le labbra, prima di allargarle in un risolino forzato.

«Che peccato...» si ritrovò a borbottare, oramai fuori la porta. Le sue dita sfiorarono timorose la maniglia, e con il cuore in gola dovette abbassarla; la soglia si spalancò in un lento cigolio, e la mora strizzò le palpebre, aspettandosi musica a palla se non rock a tutto volume.

Ma con sua grande sorpresa, tutto ciò che giunse alle sue orecchie fu pallido silenzio. Religiosa quiete. Rara, quasi opprimente riservatezza. Millie aprì gli occhi, e prima che potesse ancora realizzarlo, Lilia era già precepitata nella stanza, e ne esaminava le pareti sbilenche con un accenno di delusione sul volto;
«É un po' vuota...» commentò.

La mora la raggiunse in camera, beandosi di quel sorprendente quanto prezioso silenzio, e fece come per sistemare i quaderni sulla scrivania, mentre accennava ad una risposta:
«Già...»
Fu tutto ciò che le sue labbra lievemente incurvate riuscirono a rilasciare. Era diverso senza la musica.

«Non sapevo che ti piacesse leggere... oh, qui potremmo mettere delle nostre foto!» esclamò la biondina in un sorriso, rompendo la freddezza che aleggiava in quella camera; i suoi occhi smeraldo avevano incontrato la libreria ricolma di pagine ingiallite, la bacheca vagamente vacua, e adesso viaggiavano lungo il materasso impeccabilmente bianco.

Millie, che frugava nello zaino alla ricerca del libro, si aprì in un sorriso, investita dalla carica di energia che solo Lilia era stata capace di donarle;
«Non eri qui per studiare, tu?» ridacchiò, non ricevendo risposta alcuna dalla biondina. Allora la mora si voltò, in cerca del suo volto concentrato, dei suoi occhi che esaminavano- era una foto quella?

«Questa è Sadie?» domandò con innocenza, commentando la polaroid che aveva scovato, chissà come, tra le mensole legnose.
E Millie si sentì in dovere di avvicinarsi a passo svelto, di strappargliela di mano in una freddezza che conosceva troppo bene; per quanto ci stesse provando, non riusciva a cambiare. Ma il problema era davvero nascosto in quella gelida formalità?

Lilia schiuse le labbra, e la guardò con occhioni dispiaciuti prima di mimare una scusa con la bocca, per poi accomodarsi alla scrivania in silenziosa timidezza.

«Oh, Dio, mi dispiace Lilia-» fu allora che Millie, l'immagine ancora tra dita e una mano lungo il volto incurvato in un'espressione di disapprovazione, si ritrovò a blaterare una volta realizzato l'atto appena compiuto.

«Non è nulla. Capisco.» si limitò lei a borbottare prontamente, le mani stranamente sui quaderni e la voce ferma.
«Cominciamo?»

Millie credette di sentirsi appesantita, come se ritrascinata nella sua gelida monotonia; si sedette a malavoglia al fianco della biondina, afferrando con riluttanza il libro. Era dispiaciuta per il suo comportamento, ma non come lo sarebbe stata in un'abituale momento della giornata. Adesso, riusciva solo a pensare quanto tutto risultasse scialbo, noioso in mancanza di quel particolare. Non lo avrebbe mai ammesso, ma un po', il suo casino gli mancava.

Scosse in fretta la testa, perché il breve lasso di tempo di sfogliare le pagine e schiudere le labbra per prendere a spiegare, che il suono che esse sembrarono rilasciare furono le prime note di Come As You Are, senza ombra di dubbio la canzone preferita del corvino, vista la frequenza con la quale l'aveva riprodotta. Millie perse un battito. Inutile dire che le bastarono pochi attimi per riconoscere la canzone; per un momento solo, quello che sembrava un lieve sorriso si incurvò sul suo volto: era tutto tornato alla normalità, e per un attimo questo l'aveva rincuorata. Ma quello dopo, si ritrovava già in piedi, a pugni stretti e passo deciso verso la piccola terrazza della sua camera sotto lo sguardo confuso ma divertito di Lilia.

«Finn Wolfhard!» gridò prontamente alle tende volteggianti, una volta raggiunto l'esterno. Musica per le orecchie del corvino, quasi compiaciuto dal disturbo che le aveva arrecato; era adesso alla finestra, con i suoi modi sfacciati e i ricci corvini lungo la fronte.

«Milady?» ammiccò, con tono di saccenza e braccia incrociate.
Millie scosse la testa, arricciò le labbra nel suo solito modo di fare e ribatté:

«Pensavo mi avessi dato tregua.»

«Ti sarebbe mancato, Brown. Ammettilo.»

Si mordicchiò il labbro, ma non perse di vista i suoi comportamenti ostili:
«Ti piacerebbe, porco.»

«Adoro questa canzone.» voce cristallina la portò alla normalità, ricordandole il perché dell'ennesima discussione con il vicino; diamine, pensò Millie. Se ne era quasi dimenticata. La bionda catturò il suo sguardo, e a sua volta quello di Finn, che si allargò in un sorriso.

«I Nirvana? Pensavo tu ascoltassi- la sigla dei Teletubbies, o qualcosa di simile!» esclamò prontamente la mora, in tono incontrollato e forse un po' saccente, se non rude. Strinse inconsciamente il proprio braccio tra le dita.

«Invidiosa del buon gusto della ragazza, Millie?» si intromise Finn, nei suoi soliti fastidiosi modi di fare, provocando un'occhiataccia da parte della ragazza, già pronta a ribattere;

«Non sono-»

«In realtà, adoro i Nirvana. Ma anche gli Arctic Monkeys non sono male.» ribatté lei, sottile eccitamento nella voce. Arctic Monkeys? Millie strinse le labbra; era gelosa della sua musica.

«Diamine, tu e Millie dovete andare d'accordo, allora! Lei adora gli Arctic Monkeys.» quella nel tono di Finn era provocazione, sarcasmo e sfacciataggine. Tutte caratteristiche che la mora non sopportava su ogni persona che non fosse lei.

Millie strinse i denti, assottigliò gli occhi;
«E tu come-»

«É un lunga storia. Ma se sei tanto gelosa della tua musica, non dovresti usare il loro logo come sfondo del cellulare.» fece spallucce, in totale tono di saccenza. Un altro sorrisetto, e la mora lo avrebbe pestato a sangue con il solo sguardo.

Lilia li osservò, nel silenzio del loro indecifrabile gioco di sguardi. Aprì bocca come per ribadire qualcosa, ed in seguito ad un'esitazione, si decise a parlare:
«Invece di continuare a parlare da una finestra, perché non vieni qui?» la proposta innocente di Lilia provocò
un altro, fugace momento privo di suoni. Ma presto le labbra del corvino si incurvarono in un lieve sorriso di scherno. Semplice dire che, lo sguardo fisso negli occhi di Millie, aveva risposto:

«Perché no? sarà divertente.»

come as you are [fillie]Onde histórias criam vida. Descubra agora