8.

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«Sei sicura di volerlo fare adesso?» Sadie la guardò, occhioni verde mare, una ciocca rossa che ricadeva lungo le spalle candide.

«Si, ora.» fu la risposta ferma di Millie, il quale telefono era riposto tra le mani della giovane Sink. Lei sospirò:
«E va bene» si arrese, e così facendo iniziò a mostrarle i procedimenti. La mora dovette avvicinarsi alla sua figura, quasi a sfiorarle la spalla con il mento, per avere una corretta visuale dello schermo;
«Allora devi entrare nella home e-»

«Puzzi di fumo.» interruzione brusca, voce severa, quasi intimidatoria. Millie si morse il labbro.

«Eh?»

«Puzzi di fumo, Millie.» questa volta parlò con convinzione, e piantò i suoi occhioni nelle iridi ambrate della mora.

Seguì un attimo di silenzio. Poi, quella affermazione:
«E anche se fosse?»

«Mi sto solo preoccupando per la tua salute!» parole risuonarono quasi come un rimprovero; per l'ennesima volta si stava comportando in quel modo, e Millie non poté sopportarlo.
Alzò lo sguardo; detestava essere comandata.

«Sei una mia amica, non mia madre.»
Fu la frase ghiacciata, tagliente che sfiorò la pelle di Sadie in un brivido.
«E poi fattelo dire, hai rotto con questo falso perbenismo. Sembra tu stia diventando la schiavetta di tutti e per non sentirti inferiore fai da tutore a me, l'unica che non ha bisogno di elemosinare gentilezza.»

«Tutti hanno bisogno di gentilezza, Millie.»

«No, Sadie.» ribatté prontamente;
«Io ho bisogno di un'amica.»

«Gli amici sono gentili!» quasi dovesse autoconvincersi delle sue stesse parole. Quasi avrebbe dovuto alzare il tono per dare un senso.

«Ma non sono madri, né schiavi!» Millie si sentì di dover toccare la stessa intensità vocale, nonostante Sadie sentisse già fin troppo bene le sue parole;

«Sto dando del mio meglio, alle persone piace.» questa volta sembrò parlare tra sé e sé. E quando alzò lo sguardo, quelle iridi che mai la mora aveva riconosciuto in lei, parole fuoriuscirono dalle sue labbra senza autocontrollo:
«L'unica strana sei tu!»

«Eccola, la vedi? Questa è la tua vera natura. Non paroline smielate e sorrisi forzati!»

«Non hai capito niente, Millie.» si ritrovò a sussurrare. Aveva gli occhi velati.

«No, Sadie. Il problema è che ho capito tutto.»

«Non mi vuoi più? Non ti piaccio?» e ora voce flebile, sguardo basso. Per la prima volta stava fronteggiando quel lato di se che non avrebbe mai voluto conoscere.

«Non mi piace il modo in cui sei cambiata.»

Ecco la verità. Il momento che entrambe sapevano sarebbe arrivato.
E la rossa si chiedeva come Millie potesse riuscire a rimanere impassibile, così gelida di fronte a quelle affermazioni. Forse era l'unica, l'unica ad averlo sempre visto, quel lato di lei:

«Sei l'unica...» borbottò.

«Si, l'unica. Insieme a Noah, Sophia e tutte le persone che hai abbandonato per questa cretinata, per sentirti "amata"» mimò virgolette con gli indici. Era arrabbiata? Triste? Sadie non riuscì a capirlo. E deglutì, udendo le sue parole veritiere ma dolorose;
«Pensavi di essere stata sola, quando invece lo sei diventata allontanandoti.»

Silenzio.

Poi, un sussurro flebile, a denti stretti:
«Vattene.»

«Cosa?»

«Vattene!» e adesso un urlo, chiaro e tondo, investì la moretta. Realizzò cosa aveva fatto.

«Bene» mormorò;
«Vado.»

E così facendo, si diresse alla porta. Non lanciò un ultimo sguardo alla rossa, né un saluto. Solo il tonfo della soglia chiudersi alle spalle.

come as you are [fillie]Where stories live. Discover now