29.DELUSIONE

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Quando ricevetti un messaggio di Stiles, speravo davvero che volesse cercarmi per chiarire il perchè del mio comportamento, o anche solo perché era preoccupato. Invece le uniche due parole che c'erano scritte, erano: clinica veterinaria.

Quando io ed Allison arrivammo a destinazione, trovammo Stiles, Lydia ed Isaac, insieme a Deaton. Appoggiai la felpa sul bancone dei farmaci e mi sedetti sul tavolo di metallo.

"Dobbiamo trovare il nemeton" andai dritta al punto, cercando di ignorare il modo preoccupato in cui mi stava guardando Lydia. Perchè era preoccupata? Non era mica stata lei a tradirmi?

"Mio padre e Gerard ci sono stati, ma Gerard non si ricorda dov'è. Mio padre ovviamente non è quì per dircelo" intervenì Allison che invece, teneva lo sguardo fisso sulla rossa, come se cercasse di capire a cosa stava pensando in quel momento.
Misi una mano sulla spalla della mia miglio amica e le sorrisi per incoraggiarla.

"E nemmeno il mio" lo sguardo di Stiles si intristì, ma non feci nulla, e a dire il vero mi sentii un po' egoista.

"Come lo troviamo questo posto?" Chiese Isaac e Deaton.

"C'è un modo, ma è molto pericoloso"

"Come se fosse una novità" risposi, "facciamolo".

"Ci servirà Scott"

"D'accordo come lo troviamo?"Chiesi.
Quando finii di parlare tutti si girarono verso di me e mi guardarono in modo strano. "Che c'è?"
____________

Ora ero anche diventata un esca.
Alzai gli occhi al cielo pensando ai guai in cui mi ero cacciata in così poco tempo. Continuai a camminare fra gli alberi della foresta. Era buio pesto e non sarei riuscita a vederci niente se non avessi fatto illuminare gli occhi di giallo. In verità avrei solo dovuto distrarre Deucalion mentre Stiles e Deaton parlavano con Scott.

"State più lontani, da quì sento i vostri passi" sussurrai, tanto sapevo che Isaac mi avrebbe sentito. Lui ed Allison, invece dovevano seguirmi per accertarsi che io non morissi. Una volta Stiles si sarebbe opposto ad un piano del genere, un piano che mi avrebbe messo in pericolo, ma non lo fece. Non sapevo se sentirmi sollevata del fatto che non abbia fatto domande, oppure offesa.

Arrivai al centro di una radura. Sentii il rumore delle foglie secche che venivano pestate. Feci un respiro profondo. Non potevo negarlo, Avevo davvero paura di quell'uomo e l'idea di essere così lontana dai miei amici mi spaventava a morte. Certo, Isaac ed Allison erano lì, ma non erano comunque abbastanza vicini da salvarmi la vita in caso di necessità.

Vidi arrivare l'alpha degli alpha, da solo. Si faceva strada muovendo a destra e a sinistra il suo bastone per ciechi, portava occhiali con lenti scure. Non appena mi vide si fermò sul posto, mi guardò dall'alto in basso, o almeno credo, e sorrise. Da lui mi aspettavo qualcosa come, un ghigno o una "risata melefica", invece sembrò quasi, felice di vedermi.

"Somigli davvero a tua madre" si avvicinò ancora di più ritrovandosi davanti a me. Per quanto avrei voluto indietreggiare non lo feci. Volevo sembrare sicura di me, anche se il battito fin troppo veloce del mio cuore mi avrebbe tradito.

Alzò una mano ed io, pronta al peggio, chiusi gli occhi e strinsi le palpebre. Anche se ci avessi provato non sarei mai riuscita ad affrontarlo. Ero pronta a qualsiasi cosa. Lui prese una ciocca di capelli che era sfuggita dal mio chingon disordinato, e la mise dietro al mio orecchio. Non credevo che una lacrima avrebbe mai potuto bagnare la guancia di un uomo che tutti consideravano senza sentimenti.

"Perché mi hai chiesto di venire quì?"
Chiese, riconponendosi subito. Ancora non capivo a cosa era stato dovuto quel momento di tristezza.

"Volevo farti una domanda"
Annuì come se sapesse già cosa lo aspettava. "So già che sei un grandissimo bugiardo e che il battito del tuo cuore rimarrà costante, qualsiasi cosa tu dica. Quindi ti chiedo di essere sincero"
Stavo per aprire bocca, quando lui iniziò a parlare, prima ancora che potessi chiedere.

𝓗𝓲𝓼 𝓔𝔂𝓮𝓼 // 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Where stories live. Discover now