26.FRAINTENDIMENTI

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Io e stiles avevamo deciso di dividerci. Mentre lui aveva raggiunto gli altri nella sala del concerto, a me toccò ispezionare i corridoi per assicurarmi che non ci fossero altri insegnanti in giro per la scuola. Nessuno era realmente al sicuro. Qualsiasi professore o professoressa sarebbe potuto diventare una vittima sacrificale. Non potevo sopportare altri morti innocenti. Mancavano solo un filosofo e i guardiani, Avevamo praticamente perso. Il Darach aveva quasi raggiunto il suo obbiettivo e noi non avevamo niente di utile. Al contrario avevamo moltissime morti sulla coscienza, il mio obbiettivo era alleggerire la coscienza. Avevo bisogno di salvare le ultime vite rimaste, per compensare tutte quelle perse.

Camminavo per il corridoio completamente deserto, con l'orecchio teso in ascolto di un qualsiasi minimo rumore. La situazione era quasi inquietante. Voglio dire, già è spaventoso girare per scuola di giorno, pensate di notte.

Una notifica fece squillare il mio telefono e subito Mi maledii perchè non lo avevo messo in silenzioso prima.
Da stiles:
Non troviamo Lydia.

Non ebbi nemmeno il tempo di finire di leggere, che un grido disumano, simile a quello che avevo sentito quella stessa mattina, solo molto più forte, mi arrivò alle orecchie.
Assordante. Per quanto mi potesse aiutare, mi tappai le orecchie con le mani, mentre sentii un forte dolore alla testa. Avrei potuto sentirlo anche a chilometri di distanza.

L'urlo cessò. Ci misi qualche secondo a riabituarmi al silenzio, l'orecchio continuò a fischiarmi per un minuto buono. Feci due più due, e capii che, per quanto fosse incredibile, quel grido proveniva dalla bocca di Lydia.
Iniziai a correre aprendo tutte le porte e continuando a chiamare il nome della ragazza, ma non ricevetti risposta.

Giunsi davanti ad una porta che al contrario delle altre era sigillata. Ruppi la maniglia con facilità e sfoderai gli artigli pronta ad attaccare. Non appena entrai, vidi la ragazza legata ad una sedia con un filo metallico avvolto intorno al collo.

"Jane!" Aveva una grande ferita in prossimità della tempia destra, perdeva sangue. "Jane atten-" Non finì nemmeno di parlare, perchè sentii una presenza alle mie spalle.

Mi girai mostrando i canini con un ruggito e mi buttai addosso al mio aggressore. Rimasi per un secondo interdetta quando vidi davanti ai miei occhi la mia professoressa di letteratura.
Jennifer Blake.
Se prima speravo che diventasse una vittima sacrificale, ora invece, venivo a sapere che lei non era altro che un'assassina.

"Tu, Brutta troia!"
La spinsi facendole sbattere la schiena contro il muro e la vidi gemere dal dolore. Le provocai una taglio molto profondo sulla spalla destra. Alzai di nuovo il braccio con l'idea di ferirla nuovamente, ma lei lo afferrò a due centimetri dalla sua faccia.

Strinse il mio polso talmente forte che sentii le mie ossa rompersi sotto il suo tocco. Urlai in preda al dolore sotto lo sguardo preoccupato e stremato della ragazza che avevo a pochi metri da me.
Caddi a terra in ginocchio liberandomi dalla sua presa. Feci scivolare la mia gamba destra ai suoi piedi e la feci cadere a terra con uno sgambetto. Sbattè la testa a terra, ma si rialzò con più velocità di un lupo mannaro.

"Davvero brava, John ti ha insegnato tutto. Sai molto, ma non sai quanto me"
Quelle parole mi lasciarono confusa. Sapevo che I druidi possedevano poteri molto forti, ma non pensavo così.

Mi sfiorò appena, eppure venni scaraventata dall'altra parte della stanza. Caddi a terra subito dopo aver sbattuto la schiena contro il muro. Sentii un sapore ferroso in bocca, sputai sangue mentre la mia rabbia cresceva a dismisura. Ruggii ancora più forte di prima e dandomi la spinta con le gambe, sfruttando la mia agilità da lupo, arrivai in un secondo davanti alla mia acerrima nemica. Le afferrai i lunghi capelli neri facendole piegare il collo all'indietro. "Anche io so, fidati"

𝓗𝓲𝓼 𝓔𝔂𝓮𝓼 // 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora