16. Pollo e waffle prima dei casini... Una garanzia

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La rossa si reca verso una delle pareti e con fare esperto digita qualcosa su un tastierino invisibile, subito accanto a lei si apre una porta scorrevole, da cui proviene una luce soffusa.

Aggrotto la fronte ma lei mi fa segno di avvicinarmi.

"Allora, ricordi Franklin?" domanda prima di entrare.

Certo che me l'ho ricordo, voleva fare a pezzettini Matthew solo perché si chiamava Ferne - altra questione senza risposta che devo chiarire -. Annuisco.

"Bene, lui di sicuro sa dove si nascondono i Nathair e Morgan, io e Andy lo torchiamo da giorni ma non vuole decidersi a parlare" mi spiega "Forse perché non possiamo intimidirlo più di tanto, io divento invisibile ed Andy controlla la tecnologia, ma tu..."

"Oh no" faccio per voltarmi ma vengo subito bloccata "Non torturerò quell'uomo, te lo scordi Ver"

"Ally non sto parlando di torturarlo davvero, se non vuoi fargli troppo male lo capisco, ma lo devi spaventare" Veronica mi guarda con un lampo disperato negli occhi "Ne ho bisogno, per favore"

Ricordo quello che ho sentito dire a Veronica dopo aver scoperto la verità sull'affresco. È l'unica cosa che potrebbe farmi stare meglio, così ora scendo da Franklin e mi faccio dire dove si trova Morgan... O qualcosa così. Non ho la minima idea di cosa significhi ma deve essere importante per lei.

"E va bene" cedo.

Sorride. "Grazie" mi stringe le mani "Quindi ora andiamo lì dentro, ricorda di non mostrare la minima indecisione, minaccialo col fuoco con quello che vuoi, basta che sputi il rospo"

Non mostrare la minima indecisione? Come se fosse facile...

Quando entriamo nella cella è semibuio, scorgo appena una branda metallica dove è sdraiata scompostamente una figura massiccia.

Sento un click alle mie spalle e la luce mi ferisce gli occhi. Quando rimetto a fuoco riesco a vedere la stanza, le pareti sono di un grigio pallido, che riflette bene come il bianco, la branda è sul fondo  della piccola prigione e dal corpo addormentato di Franklin pendono sue catene scure, che terminano in due punti in alto sui muri ai lati.

Con un grugnito l'omone si alza in piedi, strattonando le catene e dirigendosi a grandi passi verso di noi, il che fa vacillare molto la mia corazza di determinazione.

Un secondo scatto e le catene si ritraggono improvvisamente verso la loro origine, impedendogli di raggiungerci.

"Buongiorno" dice gelida Veronica alle mie spalle.

Al che Franklin si lancia in una serie di insulti coloriti e creativi che farebbero accapponare la pelle anche ad uno scaricatore di porto sottopagato. No, non li ripeterò.

Mi viene un'idea e finalmente riesco a farlo stare zitto. Ho il pugno stretto e il gemello non riesce più a parlare per la mancanza di aria.

"Ora, per piacere, potresti chiudere quella bocca e ascoltare?" scandisco dura.

Lui boccheggiando fa un cenno di assenso e lascio la presa permettendogli di respirare. I suoi occhi vengono attraversati da uno scatto d'odio ma alla fine ghigna.

"So cosa volete" sibila "Ma non dirò nulla potete scommetterci"

Riduco gli occhi ad una fessura. "E se brucciassi le tue dita una ad una? Parleresti?" bluffo con voce fredda, stupendomi di me stessa.

"Sei una novvelina" ribatte "Non lo faresti, e non ne avresti motivo"

Chi ti dice che non ne ho motivo brutto scimmione?

The GiftWhere stories live. Discover now