XVI - .these words are knives and often leave scars.

43 10 0
                                    


<<Ragazzi, ma quanto schifo fa questo purè di patate? Secondo me lo tengono qui dalla seconda guerra mondiale...>> si lamenta Spencer, osservando il contenuto del suo piatto.

Siamo in mensa, ovvero l'unico luogo in questa scuola, a parte i corridoi, in cui possiamo parlare liberamente senza che qualche insegnante si metta a urlare dicendo di stare zitti e ascoltare la lezione. Ma del resto non possiamo mica pretendere che i professori ci lascino fare conversazione ignorando il loro lavoro, lo so che siamo in una scuola e non in un bar, ma se nemmeno loro fanno bene ciò per cui vengono pagati di certo non possono pretendere che noi li ascoltiamo.

<<Strano, il cibo della mensa qui è sempre abbastanza buono,>> dice Pete mentre mette in bocca una cucchiaiata di questa specie di polenta appiccicosa che ci è stata servita oggi per pranzo. Subito dopo la sputa nel piatto facendo una faccia schifata.  

<<Se ti piace il cibo della mensa non immagino come diavolo cucini tua madre...>> commento.

Pete è strano, qui a scuola è abbastanza popolare, ma sta sempre con noi mezzi sfigati. Non ho mai capito come abbia fatto a diventare popolare, ma meglio per lui. E' l'unico ragazzo in tutta la storia del mio liceo che si sia mai presentato a lezione vestito con un cappotto marrone e peloso, lungo fino ai piedi, delle collane di oro finto e una corona in testa (sempre di oro finto, altrimenti sarebbe stato derubato prima di uscire dal suo quartiere), sembrava un trapper (sempre ammesso che i trapper si vestano in quel modo, io non me ne intendo) oppure uno zar. Forse è per questo che la gente lo ammira anche se, se mi fossi conciato io in quel modo sarei stato preso in giro a vita e, sinceramente, mi basta il fatto che la gente mi chiami hippie interpretandolo come un insulto.

<<Beh, già faceva schifo prima, immaginate ora che lo cucina Roxy...>> interviene Ashley.

<<Roxy?>> Domanda Pete, incredulo.

<<Chi è Roxy?>> Chiedo io, come se fossi caduto dalle nuvole. C'è da biasimarmi? Non posso mica conoscere i nomi di tutti gli alunni di questo istituto.

<<Una di seconda.>> Mi rispondono in coro Pete, Ashley e Spencer. Beh, buono a sapersi, che devo dire...

<<Ricordate quando la settimana scorsa Roxy ha rotto il vetro della finestra dell'ufficio della preside mentre si allenava a calcio?>> Inizia a spiegare Ashley. Boh, io non la sapevo questa notizia, sarà che con il cervello vivo in un altro emisfero. E poi, come cazzo di fa ad essere così sbadati da rompere un vetro di una finestra mentre ci si allena a calcio? Nemmeno io che sono la sbadataggine in persona.

<<Bene, la sua punizione è stata quella di aiutare le cuoche della mensa.>> Prosegue la ragazza.

<<Ah, ora è tutto chiaro. Bene adesso sappiamo che Roxy non ha un futuro nel campo culinario.>> Afferma Spencer, e ha ragione.

<<No di certo, quello che avrà un futuro nell'enogastronomia sarò io,>> specifica Pete.

<<Davvero? Pensavo volessi fare l'imprenditore miliardario o qualcosa del genere,>> risponde Ashley bevendo un sorso di coca cola.

<<O il musicista...>> commento io.

<<Anche, ma come hobby avrò una pasticcieria o qualcosa del genere.>>

<<Ovviamente io voglio i dolci gratis.>> Dice subito Ash.

<<Spence tieni a freno le ghiandole salivari, stai sbavando.>> gli dico, notando la bava che fuoriesce da un lato della sua bocca mentre osserva una ragazza in minigonna che sta passando con il suo vassoio in mano.

𝘕𝘰𝘳𝘵𝘩𝘦𝘳𝘯 𝘥𝘰𝘸𝘯𝘱𝘰𝘶𝘳 - 𝘳𝘺𝘥𝘦𝘯Där berättelser lever. Upptäck nu