Devastata

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~~Il silenzio regna sovrano nella stanza, è come se il tempo si fosse fermato, tutti sono immobili. << Ragazzi venite a...OH MIO DIO! >> Anahi che era appena entrata lascia cadere il vassoio che aveva tra le mani e poggiando una sulle labbra in segno di stupore resta immobile a fissare la ragazza. Riesco a malapena a distogliere lo sguardo da quella ragazza per poter guardare Jorge. << Tesoro! Cosa sta... >> anche Alvaro è entrato nel salone e le sue parole restano fluttuanti nell'aria. Quel momento sembra durare in eterno, per la seconda volta in una giornata mi sento paralizzata. << Jorge... >> ancora una volta la voce di lei pronuncia il suo nome, noto che ha gli occhi lucidi, le labbra serrate in una linea dura, deglutisce. All'improvviso corre verso di lui, afferra il suo volto tra le mani e preme le sue labbra su quelle di lui in un bacio a stampo intenso, molto intenso. Jorge continua a restare fermo con gli occhi spalancati mentre il mio corpo inizia a tremare, osservo attentamente come gli occhi verdi di Jorge si chiudono lentamente per ricambiare il bacio, posa le sue mani sul capo di lei per stringerla, come se avesse bisogno di sentire che lei è lì, come se non volesse farla scappare. Avete presente quelle scene stupende dei film d'amore? Quelle che ti fanno piangere per l'emozione, sì questa era esattamente una di quelle scene. Ma le lacrime che si stavano formando nei miei occhi non avevano nulla a che fare con emozioni positive. Sento un forte dolore al petto, come se il cuore si stesse lentamente rompendo in mille pezzettini, piccoli, freddi e taglienti pezzettini. Il mio stomaco inizia a rivoltarsi sottosopra, ho un martello pneumatico che continua a martellare la mia testa, eppure non sposto lo sguardo, neanche per un secondo, non ci riesco. Posso sentire il rumore del mio cuore andare a pezzi mentre il sangue mi pulsa nelle vene. Dopo quelli che mi sono sembrati secoli, vedo le loro labbra separarsi, lentamente, troppo lentamente. Le loro fronti si uniscono una sull'altra come se non potessero, non volessero separarsi. << Sarah... >> la voce di Jorge è un sussurro ma io da qui riesco a sentirla. << Sarah! Principessa! >> Anahi scoppia a piangere mentre a passo svelto si avvicina alla ragazza e la prende tra le sue braccia circondandole il collo. Dopo poco anche Alvaro si avvicina per abbracciarla. Jorge continua a fissarla ma lentamente il suo capo si gira, verso di me, come se si fosse appena ricordato della mia presenza. I suoi occhi incrociano i miei e si spalancano nuovamente come due finestre, la bocca semiaperta come se si fosse appena reso conto di aver fatto qualcosa di grave. Non riesco a guardarlo negli occhi, non ora. Chino lentamente lo sguardo e quando sollevo le mie mani per guardarle noto che stanno tremando, sono letteralmente fuori controllo. Metto le mani sotto le braccia per nasconderle. Tutto quello che vorrei adesso è sparire, che la terra mi inghiottisse, essere dall'altra parte del mondo o qualsiasi cosa ma non questa. Non vorrei essere qui. Non avrei voluto vedere quella scena. Non voglio continuare a vederla. VIA. VOGLIO ANDARE VIA. Ma non posso. Purtroppo non posso. Mi impongo di fermare seduta stante le mie lacrime prima che righino il mio viso. Quando rialzo la testa gli occhi di Jorge sono ancora su di me. << Non capisco...com'è possibile che tu...insomma...sei viva! >> la voce di Anahi è tremante, torno a concentrarmi sulla ragazza dagli occhi azzurri e i capelli rossi, sembra davvero un angelo. << È una lunga storia, ma sono venuta qui per raccontarvela >> "angel" posa la mano destra sull'avambraccio di Jorge richiamando di nuovo la sua attenzione su di lei. Jorge continua a guardarla incredulo, lei posa l'altra mano sulla sua guancia. << E noi non vediamo l'ora di sentirla! Dico bene Jorge? >> Francisco si avvicina al suo amico poggiando una mano sulla sua spalla << Io sono Francisco, il suo migliore amico, lui è mio cugino Diego >> << L'altro migliore amico di Jorge! >> specifica mio cugino, successivamente Fran riprende la parola << Lei è Candelaria, la mia ragazza, Lodovica, la ragazza di Diego e infine mia sorella, Martina >>. I ragazzi la salutano con un bacio sulla guancia, noto come abbassa timidamente lo sguardo e arrossisce, Lodo e Cande accennano un sorriso mentre io resto impassibile. Giuro, mi sforzo di sorridere ma non ci riesco. << Sarah...co-cos'è successo? >> finalmente Jorge sembra aver recuperato la lingua, anche se la sua voce è tremante, ancora scioccato, ancora incredulo. << Ehm...vogliamo sederci? Così vi spiego tutto >> suggerisce la ragazza, Jorge annuisce e poi da bravo cavaliere si sposta per farla passare. Sarah si siede sul divano, Jorge accanto a lei, sua madre, suo padre, tutti prendono posto. Tutti tranne me. La verità è che sto cercando una scusa per andarmene. Sto facendo appello a...a tutte le mie forze per continuare ad essere qui ma non ce la faccio. Eppure so che se me ne vado richiamerò l'attenzione di troppe persone e l'ultima cosa che voglio in questo momento e parlare con qualcuno. << Sorellina che fai lì in piedi? Dai vieni qui! >> Francisco batte la mano sul posto accanto a lui sul divano. Mi stringo ancora di più nelle braccia e mi siedo accanto a lui. Sarah prende fiato e poi inizia a raccontare << So che i miei genitori ti hanno detto che ero morta...ma non è così >> i suoi occhi sono fissi in quelli di Jorge, come se stesse parlando solo a lui. << Sono stata in coma per...per due anni circa... >> << Due anni?! >> Jorge la interrompe sorpreso da quelle parole. Sarah deglutisce e lentamente annuisce col capo sbattendo le palpebre, fa fatica a raccontare questa storia, lo so, si vede. << Tuttavia i miei non hanno mai voluto staccare la spina. Così grazie a...a qualche miracolo divino mi sono svegliata dal coma >> sembra che cerchi di decifrare la reazione di Jorge, io non voglio guardarlo. << Però...al mio risveglio non sapevo nulla, non ricordavo nulla. Avevo perso la memoria, non sapevo più chi ero, chi erano i miei genitori, non...sapevo più nulla >> la sua voce è tremante, Jorge posa una mano sulla sua. Ho un groppo in gola che mi impedisce di parlare, non che abbia voglia di farlo ovviamente. << Ho cominciato a vedere uno psicologo e a recuperare pian piano qualche ricordo fino a quando... >> fa una breve pausa e poi riprende << Fino a quando un mese fa più o meno ho trovato una scatola con delle foto, foto tue, foto nostre, video, canzoni...tutto. La mia vita è cominciata a scorrermi davanti come un film, come un flashback >>. Sentire questa storia diventa una tortura sempre più grande. Lei ha recuperato la memoria grazie a lui. In modo indiretto ma comunque grazie a lui, come se...come se il loro...il loro a...come se potesse vincere tutti gli ostacoli. << E così...hai recuperato la memoria? >> si azzarda a chiedere Jorge << Sì. Il nostro prima incontro, i nostri discorsi, l'incidente...tutto. Ma non capivo...non capivo perché tu non eri più venuto da me, non capivo perché non eri al mio fianco. Quando raccontai tutto ai miei e chiesi spiegazioni mi dissero che ti eri trasferito, che te ne eri andato salutando sia loro che me e basta. Non potevo credere che tu mi avessi fatto una cosa simile. Non volevo crederlo! >> << Infatti non è andata così Sarah devi credermi! >> << Lo so! Lo so...involontariamente ho sentito una conversazione dei miei dove parlavano di quello che sarebbe successo se io avessi scoperto la verità. Ho sentito...tutte le cose brutte che hanno detto di te...quelle che hanno detto a te >> Sarah posa lei sue mani sulle guance di lui e lo guarda fisso negli occhi << Jorge levati dalla testa questa stupidaggine che è stata colpa tua okay? I miei genitori erano arrabbiati e...lo sai che ti odiano. Non erano obiettivi, non lo sono mai stati con te. Quell'incidente è avvenuto solo ed esclusivamente per colpa mia e della mia impulsività okay? >> Jorge Annuisce lentamente con il capo mentre delle lacrime silenziose scendono dai suoi occhi. Un altro pugno allo stomaco. Basta. Devo andarmene. << Sono stato uno stupido. Non avrei dovuto credergli. Hanno detto che non volevano che venissi al funerale ma avrei dovuto insistere! Se lo avessi fatto ora... >> << No Jorge! No! Quello che è successo dopo l'incidente è solo colpa dei miei genitori e del loro egoismo! >> << No Sarah! È anche colpa mia! Dovevo insistere e... >> << Jorge! Eri solo un adolescente e...ed eri devastato in quel momento. Non prenderti colpe che non ti appartengono. Ciò che conta è...che ora è tutto finito. Tutto. >> Jorge inizia a piangere come se fosse un bambino, un bambino piccolo e indifeso, vederlo così mi devasta, ma ancora di più mi distrugge vedere come Sara lo attira a sé stringendogli il collo, in modo da nascondere il volto di lui nell'incavo del suo collo. Lui ricambia l'abbraccio cingendole la vita e io davvero non reggo più. Mi alzo in piedi << Scusatemi ma...sono stanchissima >> << Tesoro ma la cena... >> << No Anahi. Grazie ma non ho fame. Voglio solo andare a dormire >> << Ma sorellina >> << VOGLIO SOLO ANDARE A DORMIRE! >> urlo contro Fran guardandolo negli occhi. Il suo sguardo spiazzato e confuso mi fa capire che ho sbagliato. Merda. Non dovevo cedere così ai miei nervi. Decido che la cosa migliore da fare e non aggiungere un'altra parola, chino il capo e a passo svelto mi dirigo verso la mia stanza. Mi sono sforzata così tanto di non attirare l'attenzione e ora stavo per mandare tutto al diavolo. Entro nella mia stanza e chiudo la porta a chiave. Questa volta perché non voglio vedere nessuno. Mi lascio scivolare con la schiena contro la porta fino a sedermi accasciata a terra. Le lacrime che fino ad ora avevo trattenuto esplodono tutte insieme. Mi sento come se qualcuno mi stesse prendendo a pugni in questo momento. Affondo le unghie delle dita nelle braccia graffiandomi, nella speranza di sentire qualcosa, qualcosa come un dolore fisico che la smetta di farmi sentire questo...questo straziante dolore che coinvolge ogni cellula del mio corpo. Ma la verità è che non sento nulla, non mi faccio niente. Non c'è niente che possa annullare questo dolore. È diverso dal dolore che provavo quando pensavo a Fernando...non lo credevo neanche possibile ma...questo fa ancora più male. Molto più male. Ti corrode dentro, brucia tutto ciò che hai in corpo, anima compresa e alla fine...alla fine resta vuoto, senza anima, senza nulla, indolenzito, straziato, consumato. Con fatica mi alzo in piedi tenendo la mano sinistra intorno al mio stomaco implorando che la smetta di farmi così male. Ho la vista offuscata a causa delle lacrime. Mi getto sul letto e affondo il volto sul cuscino, in modo che nessuno a parte me possa sentire i miei singhiozzi, le mie lacrime, la mia voce. Sento come se avessi una crisi nervosa. Non smetto di piangere e urlare nel cuscino per affogare le mie grida. Sento qualcuno bussare la porta, sono Lodovica e Candelaria. Cerco di trattenere il respiro per fermare il pianto in modo che pensino che stia dormendo. Sembra funzionare, dopo poco vanno via. Ho bisogno di stare sola, non voglio niente e nessuno. Voglio stare sola. Ho perso il controllo del mio corpo, continuo a tremare come se avessi le convulsioni e soprattutto non riesco a smettere di piangere, singhiozzare. Non riesco a respirare. I miei occhi bruciano, sonno stanca, la mia vista è sfocata ma la sveglia segna le 2:00. Chiudo gli occhi pregando che tutto questo finisca, non ce la faccio più, ti prego Dio basta, aiutami a smettere. Aiutami. Chiudo gli occhi e non so come né quando riesco ad addormentarmi. Per la prima volta dopo tanto tempo da sola, nella mia stanza, senza incubi...né sogni.
Una canzone familiare comincia a risuonare nella stanza, è la suoneria del mio telefono. Allungo la mano sul comodino per riuscire ad afferrarlo e senza vedere lo schermo né nulla rispondo. << Pronto? >> << Sorellina, saresti così gentili da APRIRMI la porta della TUA stanza e magari dopo spiegarmi PERCHE' l'hai chiusa a chiave? >> la voce di mio fratello suona un tantino snervata. Dannazione! Perché ho risposto?! Perché?!
<< Fran...ho ancora sonno >> << Ma dai Tini! La colazione è pronta >> << Non ho fame! >> << Cazzo Tini! Che ti prende?! Apri questa dannata porta. Ora. O ti giuro che la butto giù >> Francisco mi attacca il telefono in faccia e comincia a prendere a pugni la porta ordinandomi di aprirla. Sospiro rassegnata, mi passo le mani sul volto, gli occhi mi bruciano ancora. Mi dirigo verso la porta e la apro << Finalmente! Era o...ma cosa... >> Francisco posa il suo indice sotto al mio mento sollevandolo per obbligarmi a guardarlo negli occhi. << Hai gli occhi gonfi...hai pianto? Cos'è successo? >> << Io...io ho avuto un incubo. C'era...Fernando e... >> vago con lo sguardo altrove ma quando ritrovo quelli di mio fratello riesco a vedere il suo dolore, stringe le labbra in una linea dura e poi mi stringe a sé << Perché non sei venuta in camera mia sorellina? >> << Non volevo disturbarti per queste sciocchezze...eri con Cande... >> << Cande avrebbe capito! Si sarebbe sicuramente messa lei nella tua stanza. E tu non disturbi mai >> mio fratello mi accarezza i capelli poi stringe la mia testa tra le sue mani << La prossima volta vieni da me. Sono tuo fratello dannazione! Lascia che ti aiuti >> oh Fran...mi fa male mentirti, tu non te lo meriti, ma che scelta ho? Annuisco col capo una volta e lui mi dà un bacio sulla fronte. << Dai, andiamo a fare colazione >> << Sì >> acconsento, mentre camminiamo sentiamo il rumore di una porta aprirsi, è la porta della stanza di Jorge, ma la persona che esce da lì non è lui. << Buongiorno Francisco, buongiorno...Martina giusto? >> << Buongiorno a te Sarah! >> mio fratello gli sorride, io non riesco a risponderle quindi mi limito a fare un cenno col capo per salutarla. Ha dormito nella sua stanza. Ha dormito con lui...insieme. << Io vado a fare una doccia e poi arrivo >> dico rivolta mio fratello e senza aspettare risposta mi dirigo verso il bagno. Non può essere, non posso piangere di nuovo, non voglio. Mi tolgo rapidamente i vestiti e mi getto sotto la doccia aprendo l'acqua calda. Getto il capo all'indietro, non voglio pensare. Come si fa a smettere di pensare, come!? Le lacrime tornano a rigare il mio viso confondendosi con il getto d'acqua che mi scorre addosso. Ha dormito tra le sue braccia. Credo di essere rimasta nella doccia per più di mezz'ora. Mi faccio forza ed esco fuori, indosso l'accappatoio ed entro nella mia stanza. Prendo la maglietta a giro maniche bianca, i pantaloncini di jeans a vita alta e vado a fare colazione. Tutti sono a tavola, Sarah è seduta al mio posto accanto a Jorge, stanno parlando e ridendo. Mi blocco non riuscendo ad avanzare << Hey cuginetta! Buongiorno! >> Diego mi guarda e sorride, così tutti quanti si voltano verso di me << Sorellina vieni, ti ho conservato il posto >> Francisco indica la sedia posizionata tra lui e Sarah. Deglutisco e mi siedo a tavola << Buongiorno a tutti >> dico con un filo di voce senza guardare nessuno in faccia. << Tesoro ho fatto riscaldare il cappuccino, prendi >> Anahi mi serve la tazza alzandosi da tavola << Grazie Anahi >> mi sforzo di sorriderle. << Oggi non volevi alzarti dormigliona? >> Diego mi getta qualche cerale addosso per scherzare ma non sono dell'umore quindi mi limito a rispondere << No, avevo sonno >>. Sto per prendere la scatola di cereali quando la mia mano si scontra quella della ragazza seduta alla mia destra. << Oh, scusa >> mi sorride ritirando la mano e facendomi segno di prendere la scatola di cereali per prima. Resto in silenzio e prendo i cereali per versarli nella mia tazza. << Sarah domani potresti venire con noi a visitare l'università, che ne dici? >> suggerisce mio fratello << Sì mi piacerebbe molto! Tu che ne dici Jorge? >> continuo a giurare il cucchiaio nella mia tazza, non sento la risposta di Jorge, << Jorge? >> lo richiama ancora "angel" a quel punto con la coda dell'occhio lo guardo, stava fissando me. << Ehm sì, certo! >> << Sì certo cosa Jorge? >> evidentemente Sarah ha capito che non lo stava ascoltando. << Ehm...scusa non ti stavo sentendo >> Jorge è mortificato, mi aspetto che la ragazza al mio fianco si arrabbi e invece quello che fa è scoppiare a ridere. Una risata vera, spontanea, una di quelle che ti coinvolgono. Jorge la guarda e sorride. Basta. Queste scene non le reggo. << Ho finito, con permesso >> mi alzo da tavola e io mio fratello mi afferra il polso << Dove vai? >> << In camera mia >> rispondo scrollando le spalle << Noi adesso andiamo a fare un giro, non vieni? >> << No, non mi va. Sto...aspettando una chiamata >> dico per cercare di svignarmela. Fran arriccia il naso inarcando un sopracciglio << Che chiamata? >> << Lavoro. La settimana scorsa sono andata al centro commerciale a chiede se avevano bisogno di qualche commessa. Oggi mi avrebbero chiamato per farmi sapere. Quindi preferisco stare qui >> << Scusa che ti cambia se ti chiamano mentre sei per strada? Non puoi arrivare al centro commerciale a piedi da sola >> << Posso farlo con il pullman okay? Fran lasciami respirare per favore! Mi stai troppo addosso! >> libero rapidamente il mio polso dalla stretta di mio fratello e torno nella mia stanza. Mi chiudo la porta alle spalle, mi siedo sul letto e prendo le mie cuffie dal cassetto. Quando mi metto a sedere mi ritrovo davanti Lodo e Cande. << Che c'è? >> chiedo guardandole interrogativamente. << Senti Tini, okay che Fran può essere opprimente ma mettiti nei suoi panni. Cerca di stare più attento a te perché pensa di non averlo fatto abbastanza in passato >> dice Cande, io roteo gli occhi << Lo so Cande. Ma non mi sta bene che sia così soffocante. Non lo sopporto. >> << Tu non sopporti un'altra cosa, o meglio, qualcuno >> afferma Lodovica avvicinandosi al mio letto. Deglutisco. << Non voglio parlarne. Per favore uscite fuori dalla mia stanza. Ho bisogno di stare sola. >> << Per quanto tempo ancora? Non puoi fare così per tutto il tempo! Devi affrontare questa cosa Martina! Parla con Jorge! >> mia cognata si agita con le mani mentre parla e mi fissa dritto negli occhi. Mi alzo sulle ginocchia mettendomi davanti a loro << Dovete farvi i fatti vostri. È un problema mio. Non voglio essere aiutata okay? >> << Ma siamo tue amiche e... >> la interrompo << No Lodo. No. Se siete mie amiche dovete capire che in questo momento voglio stare da sola. Non voglio né vedere né parlare con nessuno. Se volete aiutarmi assicuratevi di stare fuori tutto il giorno fino a tardi. Così non sarò costretta a vedere...quella >>. Non riesco a dire il suo nome ad alta voce. Lodovica e Candelaria si scambiano uno sguardo. << Come vuoi...ma prima o poi dovrai affrontare questa situazione. Andiamo Lodo >> Cande apre la porta facendo uscire prima la mora e poi seguendola. Torno A sedermi sul letto mettendo le cuffie nelle orecchie e collegandole al mio cellulare. La prima canzone che parte è "We found love" di Rihanna. So che mio fratello non merita di essere trattato così, neanche Lodo e Cande in realtà lo meritano. Loro sono le uniche a parte me che si comportano in modo freddo e distaccato con quella ragazza. E so che lo fanno per me. Come faccio ad affrontare questa situazione? Qual è il modo giusto per affrontarla? Non so più cosa pensare, dire, fare. Ma la verità è che non voglio né dire, né fare, né pensare. Niente. Vorrei poter stare confinata qui dentro per sempre, magari come la bella addormentata nel bosco. Cadere in letargo e risvegliarmi quando tutta questa storia sarà finita. Dalla mia playlist la voce di Jesus Navarro dei Reik comincia a cantare "Te fuiste de aqui". Perfetta per il mio stato d'animo direi.
Te ne sei andata da qui, senza pensarci. Hai detto che non mi amavi più. Io ti ho supplicato resta qui. Non so cosa farei senza te, non credo di sopportarlo.
Le lacrime minacciano nuovamente di bagnare le mie guance ma io non voglio.
Te ne sei andata da qui tutto è finito. E piange la mia anima in solitudine. La vita mi ha messo insieme a te. Mai avrei potuto predire. Sarei diventato il tuo passato.
Sembra che stia cantando apposta per me. Il ritornello...
Te ne sei andata da qui, hai trovato un'altra vita. Te ne sei andata da qui, hai sotterrato la mia. Benché tu non ci sia, io continuo a respirare quell'amore.
Te ne sei andata da qui, hai scoperto altre braccia. Hai cancellato i miei baci, mi hai fatto a pezzi. E fa male vedere che hai dato ad un altro il tuo cuore.
Canticchio le parole della canzone mentre flashback dei momenti di ieri sera appaiono nella mia mente. Il momento in cui lui piange, lei lo abbraccia, il suono del mio cuore che si frantuma in mille pezzi. Il bacio. Quel dannatissimo bacio.
Te ne sei andata da qui tutti in silenzio. Sono rimaste le orme del nostro amore, noo. Sogno di abbracciarti ancora. Mi sveglio e non ci sei. Sto affogando nel vuoto.
Ora arriva la mia parte preferita.
E sento ancora nell'aria, che mi accarezza la tua voce. Mi hai rubato la luna, il cielo e le stelle.
Se questo è amore io non voglio provarlo. Non voglio. Jesus sussurra il ritornello della canzone mentre gradualmente ritorna al ritmo originale. Affondo il volto tra le mie mani e queste maledette lacrime che mi stanno consumando dentro e fuori si fanno nuovamente spazio sulla mia pelle. Mi stringo le ginocchia al petto con tutta la forza che ho nelle braccia. Non si può esprimere con le parole il dolore lacerante che si prova qui dentro, nel mio corpo. Sono...devastata. In tutti i singoli sensi delle lettere che compongono questa parola. Questo è il dolore più grande che una persona possa provare. La canzone finisce con l'ultima frase
Ohh ohh. Hai dato, ad un altro il tuo cuore.
Per ironia della sorte la canzone successiva è "Me duele amarte" sempre dei Reik. Sono masochista a sentire queste canzoni in questo momento? Forse sì. Forse no. Forse sono solo la mia valvola di sfogo. Fatto sta che se potessi vorrei far tornare indietro il tempo. Come ieri sera affondo le mie unghie, nei polpacci questa volta, sempre nel vano tentativo di sentire qualcosa. Qualcosa che non sento. In breve tempo mi ritrovo nello stesso stato pietoso di ieri, il volto affondato nel cuscino, il corpo indolenzito, distrutta psicologicamente e fisicamente.
<< Martina. Martina tesoro, svegliati >> sento una voce dolce e familiare chiamarmi. Quando apro faticosamente gli occhi vedo quelli Anahi, il suo sguardo preoccupato e pensieroso. << Anahi... >> << Martina qualcosa non va? Che succede? >> << I-io...niente perché? >>. Anahi si incupisce ancora di più << Ero venuta a chiamarti per il pranzo, ci siamo solo noi ed Alvaro. I tuoi occhi sono così... >> cerca di avvicinare la sua mano ai miei occhi ma io la fermo afferrandola. << Sto bene Anahi andiamo...andiamo a mangiare >> mi alzo rapidamente dal letto e mi dirigo in salone, non voglio rischiare di rispondere male anche a lei. Per il resto del giorno restai stesa sul mio letto, mi addormentai ancora, dormire mi impediva di pensare e andava bene. Distrattamente mi chiesi cosa stessero facendo in questo momento i ragazzi...lei e Jorge. Presi il cuscino e lo poggiai sopra la testa, mi maledissi per aver anche solo sfiorato questo pensiero. A cena eravamo nuovamente solo noi. Erano le 23:00 e ancora una volta mi sono confinata nella mia stanza a sentire la musica con le cuffie. All'improvviso qualcuno fa irruzione nella mia stanza, sollevo lo sguardo e con mia sorpresa mi ritrovo davanti l'ultima persona che mi aspettavo di vedere. Con un gesto mi toglie le cuffie dalle orecchie posandole sul letto. << Sweety dobbiamo parlare >> << MARTINA. Mi chiamo MARTINA non SWEETY! E io non voglio parlare con te! >> riprendo le cuffie e le rimetto in testa, nuovamente lui le toglie << Martina non fare la bambina >> << Jorge VATTENE. >> << No, non me ne vado se prima non parliamo >>. La rabbia comincia a pulsarmi nelle vene. Mi alzo dal letto e mi metto in piedi di fronte a lui << MA CHE CAVOLO VUOI DA ME!? VATTENE! IO NO TI VOGLIO PARLARE LO CAPISCI!? >> << Martina... >> << MARTINA UN CORNO! ESCI SUBITO FUORI DALLA MIA STANZA JORGE! VATTENE VIA! >> comincio a prenderlo a pugni sul petto ripetutamente fino a quando lui non mi blocca i polsi << STA CALMA! NON URLARE DANNAZIONE! >> << NO!!! IO NON STO CALMA! NON VOGLIO STARE CALMA! VOGLIO SOLO CHE TU TE NE VADA! VAI! SPARISCI! >> << SMETTILA DI URLARE COME UNA PAZZA ISTERICA! >> << NO!!! VATTENE!!! >> comincio a prenderlo a calci mentre urlo. All'improvviso lui mi incatena facendomi girare, la mia schiena contro il suo petto e le mie braccia bloccate intorno al mio corpo dato che mi tira per i polsi << PERCHE' FAI COSI'?! CALMATI! >> << NOOOO LASCIAMI!!! >>. Nella stanza arriva anche un'altra persona << HEY MA CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?! PERCHÉ URLATE?! >> è Francisco << JORGE! CHE CAVOLO STAI FACENDO?! LASCIALA ANDARE COSÌ LE FAI MALE!!! >> finalmente sembra dare ascolto a mio fratello e mi libera. Io mi allontano tornando di fronte a lui << MI SPIEGATE CHE SUCCEDE?! >> << Niente Fran... >> << Niente?! Jorge l'ultima volta che l'ho vista avere una crisi del genere è stato PER QUEL PORTATILE. E la storia non era esattamente NIENTE. Quindi ora sareste così gentili da SPIEGARMI?! >> Francisco guarda prima lui e poi me. Vedo Sarah sulla soglia della porta che osserva la scena. << Sì da Jorge, raccontiamogli tutto. Vuoi farlo tu o lo faccio io? >> dico incrociando le braccia. Jorge sgrana gli occhi guardandomi con stupore. << Volevi parlare no? Allora parliamo! >> insisto guardandolo con rabbia. In questo momento le probabilità che Fran gli spacchi la faccia sono molto alte.

Sono complicata avremo un amore complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora