"Non urlare" dice la voce facendomi perdere un battito. 
"Blake? Ma...oddio...che ci fai qui?" balbetto passandomi una mano sulla faccia riprendendo un colorito normale dal bianco cadavere ad un rosa carne normale in pochi secondi. Che spavento! 
"Ti ho spaventato angelo?" mi chiede alzando il viso verso di me. Indossa una felpa nera con il cappuccio alzato e dei jeans blu con degli strappi, ai piedi i soliti anfibi.
"Tu stai scherzando vero? Mi hai spaventato a morte, non farlo mai più. Abbiamo una porta!"

"Cosa hai fatto alla faccia?" quasi urlo ancora quando, avvicinandomi, noto dei graffi e un alone violaceo intorno all'occhio sinistro. 
"Vuoi svegliare tutti?" mi riprende alzandosi dal letto.
"Risponderai mai ad una mia domanda?" sbuffo esasperata. 
"Forse." Si prende beffa di me mostrandomi il suo ghigno migliore. "Ho bisogno di qualcuno che sistemi questo e il mio taglio è peggiorato" mormora mostrandomi la prima ferita che gli ho curato, di un terribile colore rosso. Gli afferro la manica della felpa subito per poi tirarlo verso il bagno.

"Fai silenzio." Afferro il disinfettante e un po' di cotone idrofilo. Mi piego per afferrare un panno pulito e una bacinella che riempio con un po' d'acqua.
"Sulla ferita spalmati questa e prendi questo per il dolore" dico dopo avergli disinfettato e pulito il meglio possibile la cosa più grave.

"Siediti, adesso pensiamo alla faccia"
"Perché non hai fatto come ti ho chiesto?" gli chiedo irritata quando lo trovo ancora appoggiato alla porta invece di essersi seduto. 
Non dice niente, si avvicina a me prendendomi per le gambe facendomi sedere sul ripiano di marmo di fianco al lavandino. 
"Perché così è meglio" mormora mettendosi tra le mie cosce mentre si toglie il cappuccio. Sono in imbarazzo ma il senso del dovere prende giustamente il sopravvento e faccio quello che devo fare. Immergo il panno nell'acqua cercando di non pensare troppo alle sue mani sulle mie gambe. 

"Questa scena mi sembra piuttosto familiare" dice mentre passo il panno sul taglio sullo zigomo e su quello sul sopracciglio destro per togliere il sangue secco. 
"Non è colpa mia se vuoi fare sempre a botte" dico mentre imbevo il batuffolo di cotone nel disinfettante. Lui sbuffa. 
"Questo brucerà un po' " lo avviso per poi appoggiare il batuffolo sui tagli. 
"Come hai fatto ad entrare?" Cerco di distrarlo dal dolore che sta provando visto che serra la mascella e stringe la presa sulla mia coscia destra. 
"La tua finestra dà su una stradina dove c'è un enorme albero su cui sono riuscito ad arrampicarmi. Non dovresti lasciare la finestra aperta angelo, qualche malvivente potrebbe entrare." Fa un mezzo sorrisetto per provocarmi. 

"Come facevi a sapere che quella è la mia finestra?" domando innocente.
"Io sono già stato a casa tua, tu non ricordi. Dormivi, vai a letto come le galline. Non ti aspettavo sveglie infatti, tutto ok?" schiocca la lingua sul palato.
"Ero andata semplicemente a bere," mi rabbuio, "E comunque mi dispiace che mi hai dovuto portare fino in camera mia quella sera". Devo cambiare discorso. Preferisco mettermi in imbarazzo pur di non parlare del mio passato, non oggi, non dopo quella crisi. Inizio a giocare con i miei capelli come ogni volta che sono nervosa o imbarazzata perché capisco che la mia risposta esaustiva non gli è bastata ma grazie a Dio regge il gioco lasciando da parte l'argomento incubi.
"Non devi scusarti ogni volta Hannah" mi osserva.

"Allora perché hai i capelli bagnati? E perché hai gli occhi arrossati?" domanda sfiorando una ciocca dei miei capelli ancora umida. Pensavo avrebbe lasciato nel dimenticatoio le domande su cosa fosse successo prima che arrivasse ma insiste 
"Risponderò alla tua domanda se tu rispondi alla mia" dico mentre afferro una garza che applico sul taglio più grande, quello sullo zigomo. Se vogliamo parlarne allora userò tutto ciò a mio vantaggio.
"Spara" mi incita.
"Perché sei qui? Sei sparito, dove sei stato fino adesso?" sgancio la bomba mentre afferro una crema per gli ematomi. Da quando i suoi amici avevano chiesto a me informazioni non avevo più avuto alcuna notizia né da loro né da lui. Nessuna fa le entrate in scena come Blake .
"Sono due domande" sbuffa.
"Anche le tue." Questa volta è il mio turno di sogghignare quando vedo la sua espressione stupita.
"Tuochè angelo. Sai sorprendermi," scuote la testa divertito, "va bene" 

Devil and Angel fall in loveWhere stories live. Discover now