Il primo appuntamento

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Capitolo 6.

Il primo appuntamento.

I giorni passarono lentamente dopo lo spiacevole incontro che Bill, Georg e Gustav avevano avuto con una folla inferocita e arrapata. L'organizzatore d'incontri avrebbe dovuto probabilmente smettere di fare quel tipo di lavoro, diventare un monaco buddista, ritirarsi in contemplazione e chiudersi in un silenzio religioso, ma si era reso conto che cercare l'amore per gli altri gli impediva di pensare al suo, ancora inesistente. Aveva dunque stabilito nuove regole con i suoi clienti: andava bene affissare recensioni sulla bacheca, ma in nessun caso avrebbero dovuto toccare o circondare Bill come avevano fatto la scorsa volta. Se avessero voluto parlare con lui direttamente, avrebbero dovuto accordarsi tra di loro e presentarsi uno alla volta, altrimenti il ragazzo non avrebbe ascoltato nessuno. Si era così creato un gruppo su Whatsapp per mettersi d'accordo sull'ora e sul giorno, gruppo in cui era stato ovviamente incluso anche Bill, il quale era uscito dopo essere rimasto scandalizzato per la mole di battutine vergognose e indecenti che quei ragazzi scrivevano.

Bill era davvero contento di aver imposto delle regole, perché nessuno lo assaliva più. Era vero, la bacheca continuava a riempirsi di bigliettini che avevano al centro degli stessi il tema delle grandi scopate, ma a lui non importava granché. Da qualche giorno era comparso un bigliettino, l'unico fino a quel momento, che recava due stelle su cinque: il ragazzo in questione aveva rimediato, grazie a Bill, un appuntamento con questa ragazza, salvo poi accorgersi che a lei piacevano tutti fuorché gli uomini. I due avevano dunque passato la serata a commentare le cameriere carine e lei era riuscita addirittura a ottenere da una di queste il numero di telefono. Inutile dire che il ragazzo era venuto a lamentarsi con Bill per come era andato l'appuntamento e l'organizzatore si era preso tutta la colpa: avrebbe dovuto immaginarlo che a lei piacevano le donne quando gli aveva detto che la sua autrice preferita era Saffo.

Era l'ora di ricreazione e come al solito i tre amici erano fuori a godersi il sole. Marzo era passato ed era giunto aprile; il sole era dunque un po' più caldo, sebbene in quei giorni avesse comunque piovuto.

Bill rollò la sigaretta e leccò la cartina, la chiuse e poi la posizionò tra le labbra. Si tastò le tasche alla ricerca dell'accendino e quando lo trovò accese la sigaretta, aspirò profondamente. Non aveva fatto nessuna pausa per la sigaretta tra una lezione e l'altra, quindi non era che la seconda della mattinata e solo Dio sapeva quanto l'avesse desiderata.

"Quando stamattina sono entrato a scuola ho visto che la bacheca riservata a Bill era piena di bigliettini, al punto che alcuni sono caduti" raccontò Gustav mentre gesticolava freneticamente, la sigaretta, accesa, era tra il suo indice e il medio. "Tra quanto dovremmo comprare una nuova bacheca, secondo voi?"

"Non molto" disse Bill, la sua voce non arrivò chiara, avendo tra le labbra la sigaretta.

"Il tuo lavoro di organizzatori d'incontri sta andando alla grande, Bill!" si complimentò con lui Georg. Era da tanto che il suo collo non presentava succhiotti: questo non perché l'amico avesse rotto con Jilian, ma perché non voleva che i suoi genitori sapessero di loro – in fondo, stavano insieme da poco e Georg non era solito parlare delle sue relazioni con i suoi genitori. "Il prossimo passo è trovare una donna per Gustav" Gustav diede una gomitata all'amico seduto sulle scale di emergenza accanto a lui.

"Il prossimo passo non è trovare una donna per Gustav" disse Bill e scosse il capo, salì le scale e si andò a sedere sul gradino successivo a quello degli amici, tra di loro. "Il prossimo passo è trovare un uomo per me"

"Oh, Billy" lo canzonò Georg, chiamandolo col soprannome con il quale solo la madre lo chiamava. "Ti manca avere qualcuno da stringere la notte quando fuori è buio e impazza una tempesta?"

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