Una famiglia allargata

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Lucifer è un principe...
Dopo la sua affermazione ho tentato di dire qualcosa o chiedere solamente spiegazioni, ma la voce non mi usciva. Il dio della morte mi ha piantato in mezzo al giardino enorme da sola, avviandosi verso la reggia.
Giusto.
Un principe.
La famiglia di Lucifer è l'ultima della specie.
Perché non ci ho pensato prima?
Perché ero troppo intenta a parare il culo a Christopher. Dal primo momento che Chris ci ha parlato della storia degli dei della vita e della morte, ho deciso che davanti a Lucifer avrei dovuto far finta di non sapere niente. Non so come la prenderebbe se sapesse che una valchiria e una vampira da ricovero sono venute a conoscenza di segreti tabù della specie degli dei.
E soprattutto se conoscesse la fonte che ha elargito tali conoscenze.
Raggiungo Lucifer di corsa e recupero la distanza tra di noi.
"Ma quindi...tu su cosa governi?"
"Sulla mia dinasta."
Pf! La dinastia immaginaria!
"Ehm...e cosa fate tu e la tua dinastia di bello?"
"Governiamo."
Questa conversazione è un loop.
Lucifer mi guarda divertito "Tra poco scoprirai molte cose."

Per attraversare il giardino ci impieghiamo venti minuti.
Esatto.
È una tenuta immensa.
Molto curata e piena di animali.
Ogni tanto nel buio della notte, sentivamo un frullare di ali vicino a noi. Non sono riuscita ad identificare se appartenessero ad un animale o...ad altri dei.
Dopo i primi dieci minuti mi sono iniziata a chiedere perché Lucifer non mi avesse portato in volo fino al castello, ma ho capito subito il perché. Vuole fare sfoggio delle sue ricchezze. Io ci guadagno e basta.
Per me questa tenuta è l'assicurazione che al prossimo pagamento potrò chiedere un aumento.

Arriviamo davanti alla reggia e finalmente la posso analizzare meglio.  Sembra un castello medievale, ma con qualcosa di gotico. È circondato da un fossato da cui provengono versi di molti animali ed insetti notturni. La brezza serale scuote gli arazzi e le bandiere appese ad una ventina di torri che cercano di sfiorare il cielo. E tutti contengono uno stemma: una corona d'argento massiccia da cui sbucano quattro paia di ali nere.
Dopo una migliore osservazione mi accorgo che la corona sta grondando sangue.

Entriamo da un portone che sarà alto dieci volte la mia altezza. La prima cosa che attira il mio sguardo non è l'enorme salone tappezzato di rosso, non sono le possenti armi appese ai muri, ma un gruppetto di ragazze di fronte a noi. Stanno bisbigliando mentre mi guardano con curiosità e qualcuna di loro ridacchia.
Lucifer fa un passo davanti a me "Ninfe, questa è la nostra ospite. Caliane, figlia di Woden."
Le ninfe sciolgono il gruppetto compatto e tra risate squillanti e giravolte fanno inchini e riverenze. Qualcuna di loro ha la pelle di un blu accecante, altre verde e altre ancora rosa acceso. Ma tutte quante indossano lo stesso vestito di raso bianco che si intona con i loro capelli argentati.
Dopo essersi inchinate si sparpagliano ed escono dal salone come farfalle.
Rimango accigliata "Che diamine è successo? Ospitate più specie al castello?"
Lucifer guarda uscire l'ultima ninfa divertito "No, molto tempo fa quando abbiamo scelto questo castello come nostra base, la ninfe attorno infestavano tutti i boschi. In cambio di protezione si sono offerte come serve."
"Non ne avevo mai viste così tante."
"Quaggiù ce ne sono a migliaia."
Detto questo mi guarda da sopra la spalla "Vieni."
Superiamo il salone ed entriamo in un altro disimpegno (se si può definire tale) più grosso del precedente. Dopo i primi due ambienti, saliamo al piano superiore e le stanze non si rivelano meno belle e curate delle precedenti. Ogni tanto tra i corridoi e gli angoli sentiamo correre o sussurrare le ninfe colorate.
Arriviamo ad una stanza con la porta in foglia d'oro. Lucifer la apre e mi fa segno di entrare.
Analizzo l'ambiente velocemente: letto a baldacchino enorme e ricoperto da lenzuola rosse, camino acceso e scoppiettante, finestre enormi che guardano sulla tenuta e...
"Oh mio dio!"
Corro verso la parete opposta alle vetrate. Su questa sono attaccate armi storiche e preziosissime. Ci sono le folgori degli dei del sole, tridenti dei tritoni di Atlantide, lance degli antichi incubi, artigli in oro l e titanio delle maghe.
Queste armi parlano di guerre antiche e gloriose, di imprese epiche e tempi...andati.
Queste armi mi ricordano quanto deboli ormai sono le nostre specie.
Lucifer si posiziona dietro di me, facendomi irrigidire "Ti piacciono?"
Faccio scorrere le dita su una mazza chiodata di un troll "Certo. Dove le hai trovate?"
Sento Lucifer, troppo vicino a me, fare spallucce contro la mia schiena "Souvenir dei miei viaggi."
Sto per buttarmi in una serie di domande, quando sento delle dita passare sul profilo delle mie orecchie a punta. Rabbrividisco e mi volto di stacco.
Il brivido lungo la spina dorsale sale fino alla nuca quando vedo Lucifer così vicino.
Mi metto una mano sull'orecchio "Che diamine fai?"
Il dio della morte sghignazza senza rispondermi. Si volta e si butta sul letto. Vedendo le ali di Lucifer aprirsi sulle coperte capisco il perché di un letto a cinque piazze.
"Stasera inizi ufficialmente il tuo incarico." L'ultima parola mi fa digrignare i denti.
Il dio della morte si appoggia su un gomito e posa la testa su una mano "Dato che ti voglio rilassata e impegnata nella tua recitazione, procederò subito al pagamento." Tira fuori dalla tasca dei pantaloni un altro sacchetto di cuoio, uguale a quello che mi ha dato suo fratello e lo poggia vicino a sé, sulle coperte rosse.
Ci guardiamo per qualche secondo.
Io con sospetto, e lui divertito.
Poi decido di avvicinarmi.
Prendo il sacchetto senza sedermi vicino a lui e lo apro.
Rimango senza fiato e per poco non inizio a fare le fusa.
C'è del verde, del rosso e del viola.
"Cosa devo fare?" chiedo ipnotizzata dai luccichii.
La voce del dio della morte arriva da lontano "Devi recitare. Sei la mia compagna per stasera. Caliane, figlia di Woden e futura erede al trono degli dei della morte."
Sento la sua mano afferrarmi il mento per farmi voltare verso di lui.
"Fallo e ti premierò."
Mi ritornano in mente le parole di Chris: hanno scoperto il tuo punto debole.
Sono fottuta, penso mentre mi perdo in quegli occhi rossi come sangue. 

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Siamo usciti dalla sua camera e ci siamo rinfilati in altri corridoi pieni di ninfe sghignazzanti.
Questa casa è infinita.
E che hanno da ridere queste ninfe?
Il nostro viaggio finisce appena arriviamo davanti ad una porta di legno.
Né immensa, né decorata.
Solo...una porta di legno. Come quella di qualsiasi altra casa.
Mi sento Alice nel paese delle meraviglie.
Guardo il dio della morte confusa.
"Qua che c'è?"
"La sala della guerra."
"Avrei detto fosse lo sgabuzzino per le scope."
"Divertente, Valchiria."
Lucifer si mette sull'attenti davanti alla porta.
Il contrasto tra la sua improvvisa serietà e lo sgabuzzino che ci troviamo davanti mi fa scappare una risata.
Il dio della morte mi guarda con la coda dell'occhio, ma non gli viene dato tempo di replicare o insultarmi che la porta davanti a noi si apre.
Le mie risate si bloccano subito e cerco di non far cadere la mandibola.
Non è assolutamente uno sgabuzzino per le scope.
La stanza si estende in lungo e largo ed è tappezzata da cartine geografiche antiche, arazzi che descrivono scene di guerra con draghi e con altre divinità. Ma il dettaglio più spettacolare è il soffitto: una cupola di vetro che si lancia verso il cielo e riflette tutte le costellazioni del cielo. Il contrasto tra il cielo nero e le stelle luminose fa battere il mio cuore all'impazzata.
Ma...un attimo.
Dopo pochi secondi di osservazione mi rendo conto che il soffitto è una gigantesca lente di ingrandimento.
Una lente stellare!
Un colpo di tosse di Lucifer riporta il mio sguardo verso il basso.
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Con il naso in aria non mi ero accorta della tavolata che occupa tutta la stanza. Al tavolo sono seduti, tra uomini e donne, una ventina di dei della morte. Le luci illuminano tutte quelle ali nere e riflettono sulle armature di ottima fattura.
Accidenti! Ultima famiglia dove?
Accuso il colpo, rendendomi conto solo adesso di quanto io sia in pericolo.
Se non ce la faccio a gestire un Lucifer, come farò nel caso la situazione si dovesse mettere male?
"Perché non mi hai avvertito prima?" bisbiglio al dio della morte accanto a me.
"Te l'ho detto. Ma eri troppo presa dai tuoi nuovi rubini e smeraldi per ascoltarmi."
Lucifer al contrario di me è rilassato mentre ci dirigiamo verso due posti liberi al tavolo.
Troppe ali nere. Troppo da digerire in una sola volta.
Il dio della morte mi fa sedere su una sedia dorata e prima di sedersi indica la tavolata con un ampio gesto della mano "Figlia di Woden, questi sono i miei zii e le mie zie. E lui..." La mano si punta su un ultimo dio della morte "È mio padre, Abraxos."
Il sangue mi si gela nelle vene.

La ragazza della morte (In revisione) #Wattys2019Where stories live. Discover now