La valchiria e i fiori

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Sono tornata dalla lezione di spada in stato di shock misto a brividi di paura ed eccitazione. Infatti, i suoi occhi hanno avuto la capacità di spaventarmi ed elettrizzarmi al tempo stesso. È la prima volta in vita mia che provo sensazioni così forti.

Ci ho riflettuto a lungo: non penso di piacere veramente a Lucifer; penso di aver presente come si dichiara un maschio della sua età. Penso che lo schema dettato dal testosterone sia: battiti le mani sul petto e ringhia.
Ma quello sguardo...avrebbe fatto ringhiare me se non avessi avuto un briciolo di amor proprio e autocontrollo.

"Caliane! Mi ascolti!?"
La voce ad ultrasuoni di Elettra interrompe il flusso dei miei pensieri; le do un nocchino amichevolmente. Questa ragazza prima o poi rovinerà il mio udito sopraffino.
Io e Elettra siamo sedute sul prato del cortile a mangiare il pranzo che ci siamo portate da casa.
Pranziamo sempre qua, fin dal primo anno di superiori. Il pranzo per noi è diventato un momento speciale, soprattutto in primavera quando andiamo a mangiare sotto la magnolia.

Il mio pranzo oggi è un panino a tre strati e il suo...un litro di sangue in una bottiglia d'acqua.
Voglio molto bene ad Elettra, ma...bleah.
Avete presente quanto faccia impressione sentire quel glu glu e vedere il sangue fluire nella sua bocca? Esatto, bleah. È una cosa a cui non mi abituerò mai.
"S-si, dimmi."
Elettra beve dalla sua bottiglia una sorsata scarlatta e poi ammicca verso di me con la testa "Dicevo che Aidan, mentre eravamo in fila per entrare nel cerchio mi ha chiesto se stai con qualcuno."

Alzo gli occhi al cielo "Non ha ancora capito?"
"Be', Lia, la sua lista ti chiama... Si è portato tutte a letto tranne te."
Sì, anche Elettra è nella lista.
Di quelle già fatte.
"Be', tenga la sua lista e Aidan junior lontani da me."
"Dai, Lia! Aidan non è così male come dici tu!"
"Ele, è buono solo a vantarsi e a camminare a braccetto col suo ego."
"Ma prova. Oltretutto lui è un dio del sole!"
"E quindi? Dovrebbe cambiare qualcosa?"
"Su! Perché fai così?"
"Perché sono una Valchiria. Oltretutto intelligente."
"Prima o poi ci cascherai!"
"Vi prego ragazze, Aidan no!"
La voce di Christopher arriva gradita alle nostre orecchie. Elettra balza in piedi e lo abbraccia, ovviamente accompagnando il tutto con uno strilletto ad ultrasuoni. Mi alzo scuotendomi l'erba attaccata ai jeans e saluto anche io Chris, un po' meno affettuosamente. Ci sediamo di nuovo tutti e tre insieme.

Christopher è un dio minore, un dio dei fiumi. È l'unico uomo sulla terra che ritengo degno delle mie attenzioni, nonostante rimanga solo un amico.
Alto, capelli biondi e occhi azzurri. Sembra il principe azzurro perfetto ma ha un piccolo difettuccio (se così può essere chiamato): soffre di attacchi d'ira. E quando capita vorresti non essere presente.
Io ho assistito ad uno solamente e mi ha spaventata da morire.

E le valchirie non si spaventano.
Durante un attacco d'ira è come se Christopher si trasformasse e diventasse un'altra persona: il suo opposto. Inoltre perde il controllo de suoi poteri e quando l'attacco finisce, rimane stanco morto per giorni interi.

Nonostante questo è un ragazzo che a differenza di Elettra è cresciuto da solo in vicoli pericolosi frequentati da demoni e mutaforma poco affidabili. È un ragazzo che ha tutto il mio rispetto.

Christopher ci inizia a raccontare della sua nuova classe (frequenta l'ultimo anno) e di quante poche vampire abbia stranamente trovato quest'anno.
Che culo.
Io ed Elettra raccontiamo del mio compleanno, a cui lui non è potuto essere presente a causa di un viaggio, del nuovo compagno e di come abbiamo fatto un sacco di cazzate anche quest'estate. Insomma: ci aggiorniamo un po'.

Christopher è molto simpatico con me ed Elettra e ci fa sempre sorridere. Persino adesso, ad una sua battuta, Elettra aver bevuto una sorsata di sangue, lo schizza dal naso e inizia a ridere rotolandosi sul prato.
L'atmosfera è proprio migliorata dopo l'arrivo di Chris. Riesco finalmente a distogliere l'attenzione dalla rabbia che mi attorcigliava le budella.

Ma all'improvviso nel giardino cala il silenzio e anche la nostra allegra conversazione viene interrotta. Ci guardiamo intorno e vediamo che le teste di tutti sono alzate a fissare un punto nero nel cielo che sembra avere l'intenzione di schiantarsi in mezzo al cortile.

Ovviamente avendo una vista molto più acuta del resto degli immortali riconosco subito l'identità del puntino nero: Lucifer.

Si sta dirigendo in picchiata verso il cortile e sembra viaggiare alla velocità della luce.

E all'improvviso...l'atterraggio.

Con la potenza di una bomba che esplode, si alza un vento improvviso e un turbinio di petali e fili d'erba che ci costringe a ripararci gli occhi. Dopo un secondo velocissimo cessano sia il vento che i gridolini estasiati ed impauriti delle vampire.

Tutti gli occhi sono puntati su Lucifer e le sue ali nere come la notte e immense. È come se nel nostro cortile fosse atterrato un angelo dell'Apocalisse, fiero e bellissimo.

Nessuno osa avvicinarsi.

Il dio della morte si guarda intorno e solo adesso mi rendo conto che in mano ha un fiore che sembra esotico e appartenente ad una terra lontana. Dove diamine lo ha preso?

In cortile non abbiamo questi fiori...

Con lo scatto repentino di un cobra punta lo sguardo su di me.

Mi alzo immediatamente dal prato e faccio scrocchiare il collo.

Elettra mi tira per una mano "No, Cal."

Mi scrollo dalla presa ferrea della mia amica.

Non ho paura di un piccione, se vuole prenderle un'altra volta la sua richiesta sarà accolta. Ma dal modo in cui cammina non mi sembra intenzionato ad iniziare un'altra rissa. Anzi, quando me lo ritrovo di fronte, mi porge il fiore di un giallo e un arancione sgargianti.

"Di che si parla qui?"
Mi immagino già le reazioni di Elettra e Chris e, come posso vedere bene, anche di tutti gli altri i presenti.

Quindi tutta la scuola.

Lucifer continua a parlare come se niente fosse successo "Un segno di pace." Dice sventolandomi sotto il naso il fiore.

Magari lui è abituato a presentarsi così nei luoghi pubblici, pensa il mio cervellino.

Prendo in mano delicatamente il fiore, ma... "Non mi fido."

Lucifer scatena tutto il suo fascino con un sorriso sghembo "Brava."

Me lo dice con un tono talmente fiero e dolce che rimango senza fiato. Ma dopo una frazione di secondo ritorna a scrutarmi con i soliti pozzi di sangue indagatori e grondanti di segreti e per non annegare devo distogliere lo sguardo.

Prendo le mie cose da terra, poi aiuto Chris ed Elettra ad alzarsi "Andiamo." Dico ai miei amici, ammiccando con lo sguardo.

Il dio dei fiumi e la vampira fanno un cenno di saluto, che per poco non sembra una riverenza, a Lucifer e facciamo per avviarci tutti e tre insieme in un altro posto che non sia questo.

Mi sento tirare per un braccio.

La presa è talmente ferrea ed autoritaria che mi trema un labbro.

Rimango scioccata da questa mia reazione.

Mi ritrovo gli occhi di Lucifer a pochi millimetri dal naso.

Solo poche parole che mi mandano in confusione "In che reazione sei con Christopher, Caliane. Dimmelo."

La ragazza della morte (In revisione) #Wattys2019Where stories live. Discover now