Un triste passato

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- Eravamo - fece Gemma - un piccolo villaggio seminascosto nel bosco, non eravamo in molti ma vivevamo tranquilli, dopo la scomparsa dei miei genitori mi aveva allevato il nonno, e mi aveva trasmesso molte cose di ciò che sapeva.
Una notte all'improvviso un esercito di mostri attaccò il nostro villaggio, la nostra gente combatté coraggiosamente, ma essendo i mostri in soprannumero vennero sopraffatti, anche il nonno provò a combattere, mentre a me mi aveva nascosta in casa, ma venne ferito e dovette ritirarsi, riuscì a tornare senza farsi vedere grazie al fatto di potersi mimetizzare, e ci nascondemmo in casa.
Il nonno aspettava il momento ideale per poter scappare con me, ma udii una voce fuori che diceva, date fuoco a tutto, una voce che non scorderò mai.
Eravamo in trappola, il nonno non poteva di nuovo usare il mimetismo, i mostri erano fuori e il fuoco cominciava a divampare, la nostra casa già bruciava oramai, il nonno si tolse il ciondolo, che era appartenuto a nonna, e me lo diede.
La casa cominciò a cedere in mezzo al fuoco, mi disse trova la forza nel cuore, poi mi abbraccio e disse vai e vivi, poi recitò una formula e prima che tutto crollasse mi trovai fuori dal bosco.
A questo punto cominciai a correre con quante forze avevo piangendo disperata, dopo molto tempo e molto girovagare mi trovò esausta quello della torre e il resto lo conoscete. -
Leona non smetteva di abbracciare la piccola, e aveva gli occhi lucidi per questo, tutto il gruppo fece quadrato intorno la piccola.
- Sei molto coraggiosa - disse Jeanpuc.
- Grazie adesso mi sento meglio - rispose Gemma e dopo di ciò il gruppo tornò a dormire.

Il cielo era rischiarato dall'alba e il gruppo si era svegliato e si preparava a partire.
-C'è un corso d'acqua qui vicino? - chiese Gemma.
- A cinquanta metri c'è un ruscello - le rispose Pegáso.
- Allora vado, starò attenta replicò risoluta Gemma come a voler prevenire qualsiasi obiezione. - Va con lei - fece Buonocore a Cuore d'oro che non se lo fece ripetere.
Arrivati che furono al ruscello, Gemma si lavò il viso, con una carezza di un dito intinto nell'acqua lavò il viso di Cuore d'oro che volò via divertita, Gemma sorrise dolcemente, poi l'attenzione di Cuore d'oro fu attirata da qualcosa,si avvicinò ai cespugli, Gemma che se ne era accorta chiese cosa accadeva, ma la fatina gli fece segno di attendere.
Si avvicinò Cuore d'oro al cespuglio e dallo stesso spuntò fuori una testina,più piccola di quella di un cucciolo di un gatto.
- Uno gnomo - disse con gioia Gemma, Cuore d'oro gli volo intorno felice e lo gnomo uscì fuori dal cespuglio timidamente, i due si misero a giocare - a ben donde ti chiamano Cuore d'oro - disse Gemma disse divertita.
Pensava intanto alle parole del nonno che gli disse di trovare la forza nel cuore, tirò fuori da sotto il vestito il grosso ciondolo a forma di cuore che il nonno gli aveva lasciato, si sentì improvvisamente chiamare e ripose in fretta il ciondolo sotto il vestito, - eccomi - rispose, e richiamata Cuore d'oro tornarono indietro, non prima di aver salutato lo gnometto, tornata che fu intanto i preparativi erano conclusi e tutti in groppa partirono in direzione del villaggio.

Gemma chiese a Jeanpuc:

-A quel che ho capito stiamo andando da un maestro -
-Esattamente, uno dei 12 maestri -
- Chi sono? - fece Gemma
- I maestri del topo, del bufalo, della tigre, del coniglio, del drago, del serpente, del cavallo, della capra, della scimmia, del gallo dove stiamo andando, del cane e del maiale, ognuno padroneggia uno o più dei 5 elementi, legno, fuoco, terra, metallo,acqua -
Nel frattempo erano arrivati in un pascolo dove c'erano molte pecore che brucavano e un pastore che le guardava,seduto su una roccia col bastone in mano, riprese Gemma allora - sai per caso, Jeanpuc, che elementi utilizzano i maestri? - E Jeanpuc fece - Solo di pochi so, il maestro del gallo usa quello del fuoco, del coniglio della terra, del cavallo del metallo, e della tigre dell'acqua - mentre parlavano dalla foresta che era lì vicino uscì fuori un gigantesco lupo inferocito, un worg, già tutti avevano preso le armi quando il pastore fece - bene, l'occasione per sganchirmi un po' - si raddrizzó immediatamente in piedi e corse verso il worg che già aveva adocchiato e si era avvicinato alle pecore, gli altri smontati da cavallo gli andavano incontro tranne Gemma e Leona nelle retrovie. Il worg li vide e gli corse incontro,il pecoraio gli disse: - oggi mangi questo - e evitato un morso agilmente gli tiró una bastonata in testa, Jeanpuc con un fendente lo colpì nel muso, Buonocore gli diede una frustata in mezzo agli occhi, una freccia colpì il worg su un fianco, il pecoraio facendo roteare il bastone glielo sbatté sotto il muso, il worg scappò il più velocemente possibile nella foresta ma non prima che una freccia lo colpisse sotto la coda.
Riposta la spada Jeanpuc disse: - non sei un pecoraio qualsiasi. -
- Può darsi -rispose - sono Ciuack il pecoraio del boschetto nero - gli altri avvicinatisi si presentano.
- Strano che una bestia simile sia da queste parti - fece Jeanpuc.
Mentre parlavano videro una figura veloce avvicinarsi, quasi un ombra, Ciuack fece segno di stare fermi con un gesto della mano e un sorriso, la figura balzò e arrivò vicino il pecoraio, era una donna dai capelli biondi ma tipo criniera come un fiero leone, il corpo muscoloso ma che manteneva una grande femminilità, - ecco il pranzo marito mio, - disse porgendo il cestino, lei, disse Ciuack, - è Atalanta mia moglie. -
- Piacere - disse lei rivolta al gruppo e lo stesso salutò e si presentò.
- Sei veramente velocissima - disse Leona.
- Grazie - rispose Atalanta - fin da piccola mi sono sempre allenata e lo faccio tutt'ora e non uso magie di velocità sennò non mi vedreste neanche disse - poi proseguì - dove siete diretti ? -
-Verso la montagna del Maestro del gallo - disse Jeanpuc.
- Dovrete attraversare la foresta e la città ma fermatevi prima a mangiare con noi - al gruppo non dispiaceva l'idea e lo fecero.
Ciuack e Atalanta raccontarono di essere stati in passato due combattenti e aver partecipato a molte campagne, più che altro per affinare le loro tecniche, alla fine lottando fianco a fianco di essersi innamorati, e oggi, dopo essersi momentaneamente ritirati, di vivere di pastorizia e dei frutti della terra.
Dopo aver ringraziato per la compagnia il gruppo ripartì.
Erano oramai inoltrati nella foresta quando dagli alberi scesero lesti delle persone con delle corde, uno di loro fece:
- Calmi, non sono nostri nemici - gli uomini allora si calmarono subito.
- Scusateci, pensavamo fosse il gruppo di mostri contro cui stiamo organizzando la resistenza. -
- Cosa è accaduto? -chiese Jeanpuc.
- Uno degli uomini disse - il nostro villaggio è stato invaso da esseri abominevoli, guidati da 3 esseri malvagi che non riuscimmo neppure ad identificare, in più qualche cosa pietrifica le persone, qualcuno che si è avvicinato al villaggio ha visto non poche statue. -
Nel frattempo Gemma era pensosa, poi fece a Buonocore - ti prego passami il diario - questi lo fece e la piccola elfa cercò sino a quando si fermò a una pagina.
-Ecco - disse - o siamo di fronte a un basilisco o una cockatrice o una maschera di Medusa indossato da qualcuno, in tutti i casi ci vuole una superficie lucida dove riflettere l'immagine per poi finirlo. -
Uno della resistenza allora fece:
- Nel negozio di armi c'è un piccolo scudo lucido e riflettente, il resto li è pieno di orchi, troll, coboldi e altri mostri. -
-Bene - disse Jeanpuc - il passaggio è obbligato, in più dobbiamo aiutare questa gente.
- Leona... - continuò - vai al villaggio che abbiamo visitato e cerca manforte, noi rimaniamo qui e organizziamo la resistenza. -
- Vado - fece Leona. Contemporaneamente Pegáso nitrì e fece segno con la testa di salire, Leona capì al volo e sali in groppa al cavallo che iniziò a correre come il vento, in meno di mezza giornata sarebbero stati lì al villaggio.
Nel frattempo nascosti nella foresta il gruppo si organizzava.

Il gruppo stava discutendo sul da farsi, intanto Gemma aveva finito di leggere il diario e lo passò a Buonocore che lo ripose in borsa, poi la piccola elfa vide l'ocarina pendere dalla cinta del monaco.
- Posso suonare -disse Gemma - la musica mi rilassa. -
Buonocore prima di andar via gli diede lo strumento chiesto, infine disse: - Cuore d'oro fagli compagnia - la fatina così fece.
Buonocore uscì dalla foresta e andò dal pastore: - salve - disse Ciuack -salve - e senza tanti giri gli spiegò la situazione del villaggio e se in qualità di ex soldato volesse aiutare nella missione:
- Mi rifiuto - rispose il pastore - quegli abitanti hanno rischiato di mandare a monte il nostro amore, con false accuse, non ci vogliamo avere nulla a che fare -.
Buonocore allora disse: - Non è mio uso, ma assolderei te e tua moglie per 100 monete d'oro a entrambi, e tutto ciò che abbiamo, se accetti ci troverai nella foresta. -
Ciuack si grattò il mento - sei disposto a ogni cosa per quella gente, prima di sera ti farò sapere. -
- Grazie - disse Buonocore e detto ciò rientrò nella foresta.

Il viaggio dell'eroeWhere stories live. Discover now