Un orco già aveva preso un enorme sasso per spaccare la testa a uno dei due malcapitati quando, con un grosso schiocco, cadde svenuto.
Gli altri quattro si girarono tutti dall'altra parte e videro un chierico in un saio marrone con una frusta in mano.
– Non dovevi farlo, monaco – ruggirono gli orchi scagliandosi contro il sacerdote.
Questi, con una mano tesa, gridò: – Luce sacra! – e dal palmo partì una luce intensa e abbagliante che accecò gli orchi che giravano oramai come dei poveri fessi alla mercé completa del chierico.
Nel frattempo il monaco gridò: – Cuore d'oro, vai a vedere se quei due stanno bene – e immediatamente un esserino alato si buttò nella fossa.
In meno di 2 minuti tutti gli orchi furono messi fuori combattimento dalla prodigiosa frusta del chierico. Finito quel compito anche il frate si lanciò nel fosso.
– Allora, cuore d'oro, come stanno? –
Una piccola e bella fatina rispose: – Sono avvelenati, e non c'è un minuto da perdere –.
Il chierico estrasse dalla cintola una fialetta contenente un liquido verdastro, gliene diede una ciascuno e poi, tendendo le mani su di loro, si accinse a recitare delle preghiere. Prima, però, disse: – Cuore d'oro, aiutami –.
– Si, maestro – rispose questa e girò intorno ai due usando le sue arti curative.
Passarono i minuti e improvvisamente i due amici avvelenati aprirono gli occhi e ripresero conoscenza.
– Cosa è accaduto? – disse Jeanpuc.
– Ti stiamo curando dal veleno che avete aspirato in quella palude maledetta. –
– Ora ricordo – rispose – e vi ringrazio. Io sono Jeanpuc e lui è il mio cavallo Pegáso. –
– Io sono fra Buonocore e lei è la mia assistente Cuore d'oro – e quest'ultima disse: – Che bello, un cavallo magico -.
– Te ne sei accorta... – disse Pegáso.
– Oh, parla! – disse fra Buonocore. Poi, riferendosi a Cuore d'oro, aggiunse: – Lei sente il magico...ma ora usciamo di qui, presto! –.
– E io? – disse Pegáso.
Fra Buonocore pensò un attimo e disse: – Ho un'idea. -.
Tre orchi erano legati come salami, gli altri due vennero risvegliati a suon di sganassoni.
– Alzatevi belli addormentati e tirate su il cavallo prima che vi facciamo fare la fine che avevate riservato a me e Pegáso – e così dicendo Jeanpuc brandiva la spada e Buonocore schioccava la frusta. Gli orchi ubbidirono terrorizzati e in men che non si dica Pegáso era fuori.
– E adesso andate prima che vi facciamo fuori. – Non se lo fecero ripetere due volte e svegliati i compari scapparono come se avessero un demone alle calcagna.
– Grazie per averci salvato – disse Jeanpuc.
– Ma di niente – rispose Buonocore – ringraziate più che altro Cuore d'oro, lei va sempre in avanscoperta dall'alto e avendo capito la situazione è venuta ad avvertirmi. –
– Grazie Cuore d'oro – dissero Jeanpuc e Pegáso.
La fatina, facendosi rossa rossa, e con una vocina flebile e felice rispose: – Di nulla -. Si teneva abbracciata al collo di Buonocore ed era grande a malapena quanto la sua testa.
– Dove andavate? – disse Jeanpuc.
– Tornavamo da un esorcismo fatto in un castello in un regno non molto lontano e camminavamo senza meta – rispose Buonocore. – E voi, invece? –
YOU ARE READING
Il viaggio dell'eroe
FantasyUn guerriero elfo con qualche conoscenza di magia tenta di salvare il suo regno raggiungendo uno dei saggi che potrà aiutarlo a combattere colui che ha con il suo esercito occupato il suo regno