22.

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in questo capitolo accadrà quello che tutti aspettavamo, buona lettura

Le cose sono andate per le lunghe, mia madre ci ha chiamati per mangiare solo dopo due ore,e a tavola, il silenzio tombale è stato interrotto dal grande annuncio «ci sposiamo, andremo in Canada» ha detto Christine strigendo la mano in quella di Dale.
Credo di non aver mai perso così tanti battiti in un secondo, stavo per svenire.
Mancano due mesi al loro matrimonio già organizzato, cerimonia in Canada, casa in Canada: nuova vita che non voglio vivere in Canada.
Dovrò lasciare tutto qui: amici, scuola, corsi, letteralmente tutto.
E poi..voglio chiarire con Joey, anche se non c'è nulla da chiarire a parte il fatto che credo di essere un tantino attratta da lui, ma nel frattempo mi "sento" con Blake. Non so nemmeno io che cazzo fare.
Non chiederò consigli a nessuno, i "segui il tuo cuore e fai ciò che ritieni giusto" possono anche metterseli da un'altra parte.
Soffoco i singhiozzi nel cuscino e mi aggrappo alle lenzuola, per fortuna sono scappata in camera prima che qualcuno entrasse.
Non voglio farmi vedere in lacrime da nessuno, ma prima di pensarci due volte ho già digitato il numero di Joey sulla tastiera e sto aspettando che risponda.
«Madison?» chiede con voce sorpresa e un po' impastata, probabilmente stava dormendo dato che sono le due di notte
«Joey? dormivi?» cerco di respirare più profondamente e di singhiozzare silenziosamente «non importa, che hai?» d'un tratto la sua voce sembra preoccupata e lo sento alzarsi si scatto mentre stento a parlare chiaramente «mia madre..Canada..matrimoni non ci capisco più nulla» dico e affondo la testa nel cuscino tentando ancora di calmarmi «ehy adesso tranquilla e carica di farmi capire qualcosa» il suo tono è così pacato che quasi quasi aiuta «vieni qui» è l'unica cosa che riesco a dire «però entra dalla finestra c'è ancora mamma in salotto» mi asciugo le lacrime e al suo «arrivo» chiudo la chiamata.
Dopo dieci minuti passati ad osservare il soffitto senza smettere un attimo di piangere, bussano alla mia finestra e i brillanti occhi di Joey mi scrutano preoccupati nel buio.
Mi alzo per aprire, rimango lì, impalata davanti la finestra con le mani tra i capelli finché non entra e mi stringe tra le sue braccia, affondo la faccia nel suo petto, quasi accenno un sorriso quando il familiare odore di cocco mi invade le narici.
«Joey» sussurro tirando su col naso, lui si stacca lentamente e mi guarda dall'alto, posando una mano sul mio collo «l'unica parola che ho capito in chiamata è stata Canada» mi sorride leggermente: ha  un po' di occhiaie sotto gli occhi e i capelli disordinati gli spuntano da sotto il cappuccio nero della felpa: credo di non aver mai visto una cosa così paradisiaca ma ribelle allo stesso tempo.
sono l'unica a trovarlo così sexy in questo stato?
«parlare era complicato» mi stropiccio gli occhi e sorrido, quell'abbraccio mi ha veramente aiutata a pacare i singhiozzi, anche se le lacrime scorrono ancora bollenti sul mio viso.
«ora mi spieghi cosa è successo?» mi chiede e io lo prendo per il braccio e lo dirigo verso il letto, mi stendo e aspetto che lo faccia anche lui: mi affianca e mi fa poggiare la testa sul suo petto, ma io voglio guardarlo negli occhi, quindi rotolo su di lui e mi ci stendo sopra, reggendomi sul gomiti per mantenere il contatto visivo.
Lui prende un cuscino e dopo esserselo posizionato dietro la testa mi fa cenno di parlare «sai benissimo che mia madre è tornata, beh in sintesi si sposa e andiamo a vivere in Canada» dico e a metà frase mi inizia tremare la voce e le lacrime scorrono più velocemente di prima, mi metto a giocare con i lacci della sua felpa e mi mordo il labbro «Va tutto bene, puoi benissimo venire a Los Angeles qualche volta, ti fermeresti da me» cerca di tranquillizzarmi ma anche lui non lo è, la voce trema come la mia.
«sono più di 1.500 chilometri» stringo tra le dita il tessuto nero e dopo un sospiro continuo a parlare «e non voglio lasciare tutto qui, Joey, né i miei amici né la mia vita, e sopratutto te» sbotto tremando, gli sto esplicitamente dicendo che ho una cotta per lui e nel caso non lo capisse ho altri modi per dirglielo.
«la distanza non conta un cazzo» mi mette una mano sulla guancia e gioca con le ciocche di capelli che ricadono su di essa «una relazione a distanza non dura, è tutta basata sulla fiducia ed entrambi facciamo fatica a fidarci» dico mentre si inumidisce le labbra e mi preme le mani dietro la schiena per far aderire del tutto i nostri corpi «mi stai esplicitamente dicendo che ti piaccio lo sai?» sussurra quasi sulle mie labbra «le intenzioni erano quelle» abbasso il tono a mia volta e mi avvicino lentamente «quando partiresti?»
«tra due mesi, chi cazzo si sposa a gennaio con la nev-» tutto d'un tratto spezzo la magia iniziando a lamentarmi, ma Joey mi zittisce all'improvviso posando le sue labbra sulle mie, il bacio lo approfondiamo subito entrambi, era da troppo tempo che non accadeva.
Mi morde le labbra, affondo le mani tra i suoi capelli e le sue si stringono intorno alla mia vita mentre ribalta la situazione,  inizia a lasciarmi tanti piccoli baci sulle labbra e poso le mani dietro al suo collo «Madison» dice tra un bacio e l'altro «ho perso la testa per te, giuro vorrei he questo momento durasse per sempre» dice a tono basso, per farsi sentire solo da me nonostante non ci sia nessun altro nella stanza «sai benissimo che nulla dura per sempre» gli accarezzo la nuca e allaccio le gambe attorno alla sua vita «sii il mio nulla» sorride e sento qualcosa nello stomaco, mi si strappa un sorriso che si rivela una leggera risata «sta zitto e baciami» alzo la testa e le nostre labbra ormai arrostate si uniscono di nuovo, in un bacio lento e calmo, come per renderlo infinito.
«quindi sei la mia ragazza?» si interrompe di nuovo Joey «solo tua» faccio per levargli la felpa ma lui mi precede «dannazione è davvero bello sentire se lo dire» conclude lasciandomi una scia di baci sul collo.
La porta si apre mentre inizia a smanettare con la zip dei miei jeans, dovevo chiuderla a chiave.
«eeeehy» esclama Joey mettendosi a cavalcioni su di me «ma la privacy manco alle due del mattino?» mi lamento sprofondando nell'imbarazzo, guardando mia madre struccata e in pigiama, con una mano sopra gli occhi che urla «menomale che vi ho trovato vestiti» facendo retromarcia e chiudendo la porta, ah allora è da lei che ho preso l'amore per questa espressione.
Sospiro e Joey fa lo stesso, scendendo da me e stendendosi sul fianco mantenendosi sul gomito «scusa ciccia meglio di no, sono a corto di preservativi» mi da un bacio sulla fronte mentre scoppio a ridere e pochi minuti dopo mi addormento con la testa sul suo petto.

spazio autrice
ehilà guess who ha finito gli esami? beh io, anche se ho preso otto per colpa delle mie note sproporzionate, lol
beeeh sto avendo una bellissima estate so skusku

calvin klein||jmb #wattys2019Where stories live. Discover now