20.

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lancio uno sguardo sbigottito alla bionda che ha ancora in volto un'espressione sconvolta, si alza in piedi e di sua spontanea volontà mi aiuta a mettere tutta la roba nelle buste mentre nel frattempo sussurra qualche "scusami davvero".
«di cosa ti scusi?non hai fatto nulla, sai è un po' strano» faccio spallucce riferendomi ovviamente a Joey, ma a quanto pare lei lo sa meglio di me.
lei sospira e sorride «oh lo so, Joey è sempre stato una.. testa di c..testa di rapa» si corregge quando sta per dire cazzo per non essere volgare.
stai parlando con me, se dici cazzo non ti infuoco, penso, poi mi rendo conto del fatto che non mi conosce e che probabilmente quella di evitare le parolacce con gli estranei è la prima regola scritta nel manuale come essere educati con il mondo, ma purtroppo io non lo sono.
in tutta risposta annuisco sorridendo, dato che non saprei cos'altro fare.
«deve tenerci sul serio a te se non è scappato dopo due giorni» sospira passandomi quelle che saranno altre due buste, sono sette, mi spiegate con quale forza dovrei portarle tutte io?
«credo sia solo costretto dato che abita a casa mia, ma come vi conoscete?» arriccio il naso quando mi rendo conto di star conversando con qualcuno senza nemmeno sapere chi sia «sono Bella Birlem, sua sorella» mi spiega porgendomi la mano «oh beh, io sono Madison» gliela stringo sorridendo poi le mi chiede perchè Joey abita da me e con molta tranquillità le spiego la situazione che è più incasinata di quello che credevo,
anche se ho omesso i dettagli e non ho detto che io sono..beh una Rowland.
porca troia ma Joey ha sorelle che spuntano da tutte le parti?
a quanto pare, sì
«non lo vedo da un po', è davvero strano rivederlo» si stringe nelle spalle mentre io mi avvio verso l'uscita camminando a fatica «potrò convincerlo a passare più spesso da qui, ma non ti prometto nulla» la saluto con un cenno del capo e lei mi risponde con un sorriso e gli occhi carichi di speranza, faccio la stessa cosa, solo che nel mio sguardo non c'è speranza, solo pena e comprensione.
quella ragazza se la deve star vedendo davvero brutta e a quanto pare anche lontana dalla sua famiglia, vorrei che Joey fosse più comprensivo con lei invece di scappare via come un codardo, ma insomma, chi sono io per giudicare i suoi comportamenti?
quando con una fatica assurda arrivo all'uscita trovo Joey intento a fumare una sigaretta appoggiato con le spalle al muro, non voglio interrompere quella scena, perchè osservarlo sta diventando uno dei miei hobby preferiti.
ogni suo movimento o qualsiasi parola esca dalla sua bocca lascia un alone di cupo mistero, che fa fantasticare la mente mentre cerca di arrivare a quello che gli sta passando per il cervello in quel preciso istante.
chissà a cosa pensa quando fissa il vuoto, quando guarda il tramonto, quando guarda..me.
mi rendo conto che si è fatto buio solo quando mi accorgo che la sua pelle pallida è illuminata dalla luce del freddo led, che proviene dall'enorme insegna del supermercato.
si gira verso di me e fa un ultimo tiro, tiene il fumo in bocca per un po', alza di poco la testa per buttarlo via e con una densa nuvoletta prima lo avvolge e poi si dissolve nell'aria.
lancia quel che rimane della sigaretta e terra, la schiaccia con un piede e con passo svelto viene verso di me, prendendomi dalle mani quattro buste.
oddio quindi questo ragazzo è utile?
«scusami..io..sul serio non sapevo che fare e..» inizia a farfugliare, io lo fermo con un cenno della mano, non credo avrà voglia di parlarmene.
«abbiamo parlato, so che è tua sorella» mi fermo davanti alla macchina continuando a fissare i miei piedi, nella speranza che quel momento d'imbarazzo duri molto poco.
«la situazione è molto piu complicata di quanto possa sembrare» spiega senza guardami, uno scatto e poi apre il bagagliaio iniziando a posare le buste lì dentro «non hai bisogno di spiegarmi nulla, se sei andato via avevi i tuoi motivi» dico mentre poso l'ultima che mi era rimasta in mano.
si gira verso di me con la faccia di chi sta per avere una crisi di pianto ma deve resistere, perchè se no sembrerebbe debole.
conosco quella espressione meglio di chiunque altro, perchè è quella che faccio anch'io.
«Joey..» sussurro e i nostri occhi si incatenano, i suoi si fanno lucidi e gli trema un po' il labbro, lui lo morde con così tanta forza che credo possa esserci una possibilità che i suoi denti lo feriranno, fa su col naso e capisco che non resisterà più, non più.
vuole trattenere un singhiozzo, ma fallisce, io mi catapulto a stringerlo tra le mie esili braccia, tento di consolarlo e di farlo sentire protetto, come lui ha fatto con me la sera prima.

calvin klein||jmb #wattys2019Where stories live. Discover now