capitolo 10

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Era assurda la precisione,  perfino l'ossessione con cui Emily si preparava quando dovevamo uscire. Sempre convinta dell'idea che ogni momento potesse verificarsi qualcosa che le avrebbe stravolto la vita o di poter incontrare l'uomo giusto e lui, ovviamente, non poteva farsi trovare impreparata.

Eppure, molte volte, si divertiva a giocare con quelli sbagliati, sostenendo che un bel abito e un ottimo make up potessero fare la differenza.

Io non la pensavo esattamente allo stesso modo. Non amavo perder troppo tempo a scegliere i vestiti o a truccarmi, il mio look era sempre molto essenziale e questo, tante volte, mi aiutava ad allontanare gente indesiderata. 

Non mi sono mai piaciuti quegli uomini che vanno a caccia della ragazza con la gonna più corta o col top più scollato, che senso aveva, dopotutto; non puoi pretendere che una donna sia sempre preparata nel migliore dei modi e l'ultima cosa di cui avevo bisogno era sentirmi in dovere di apparire bella solo per compiacere un uomo.

La casa in cui si svolgeva la festa era grande almeno il triplo della nostra, la casa di Zack Allen, giocatore di football e, a detta di tutti, organizzatore delle migliori feste di tutto il corpo studentesco. Ovviamente erano invitati praticamente tutti ed era l'unica festa a cui Emily mi impediva di mancare. Perché? Semplice, perché ci vanno tutti.

All'interno la casa era un caos, molto peggio di quanto lo fosse all'esterno: anche se l'aria tiepida di primavera rendeva piacevole trascorrere la serata all'aperto, per qualche ragione erano tutti ammucchiati nel grande soggiorno adibito a sala la ballo.

Poi mi resi conto del perché: un gruppo di cheerleader ballavano seminude al centro della sala, circondate da chiunque fosse abbastanza sobrio da accorgersi di loro.

''Quelle sono completamente matte'', sbuffo Emily.

le piaceva attirare l'attenzione su di sé e odiava quando era qualcun altra ad averla su di sé, specialmente quando si trattava delle cheerleader, la ''peggior specie di ragazza in circolazione''.

''Andiamo a bere?'', le chiesi. Alcool, avevo davvero bisogno di alcool.

ci facemmo largo tra la folla fino a raggiungere la cucina: ecco la prima ragione per cui le feste di Zack sono considerate tra le migliori, la vasta scelta di alcool.

Mi catapultai sulla vodka e afferrai altre due bottiglie, dopotutto ero una barista, preparare drink era il mio mestiere. Mi arrangia come meglio potei e ne preparai uno per me ed uno per Emily che sorseggiammo prima di tornare nell'altra sala.

''Mmm... nessuno di interessante?'', Emily setacciava con lo sguardo la stanza in cerca di chissà chi, mentre i miei occhi furono catturati da una chioma seduta sul divano con lo sguardo fisso nel bicchiere che aveva tra le mani.

Appena i nostri sguardi si incontrarono, vidi un sorriso comparire sul suo volto e afferrai la mano di Emily.

''Ehi guarda chi c'è...'', la trascinai via prima che finisse la frase. ''Ehi, che fai?''

''Non voglio vederlo''

''Cosa? perché?''

''é successo un casino... io, noi...''

Mi bloccai appena le sue mani si posarono sulle mie spalle e con una leggera spinta mi fecero voltare verso di lui. Era una festa organizzata da un suo compagno di squadra, come avevo anche solo potuto pensare che potesse non esserci?

''Mi stai evitando?''

''Chi, io? No, stavamo solo andando a prendere una boccata d'aria''. Mi liberai dalla sua presa e afferrai Emily trascinandola verso fuori, ma non riuscii a fare nemmeno un passo che mi si parò davanti.

''Ti accompagno io'', disse, con uno sguardo dispiaciuto. 

Avevo bisogno di allontanarlo, di prendere le distanze da lui.

''Va bene, non so cosa stia succedendo tra voi due, ma non sono affari miei. Vado a prendere un altro drink, voi parlate'', Emily urlò sopra al caos prima di scomparire in mezzo a quella massa di corpi.

Alex non perse l'occasione per afferrare la mia mano e trascinarmi fuori, nel punto del porticato più lontano dall'ingresso principale, lontano dagli chiunque altro. Improvvisamente, stare con sola con lui, mi faceva sentire in imbarazzo.

Mi appoggiai contro il muro mentre lui, seduto sulla ringhiera, estraeva dal pacchetto una sigaretta e se la metteva tra le labbra.

''Pensavo non saresti venuta'', mormorò.

''Non volevo, ma Emily ci teneva parecchio''

Il silenzio era straziante peggio delle parole che ci eravamo detti l'ultima volta. Odiavo vederlo giù di morale, odiavo non vederlo sorridere come faceva di solito e odiavo di più essere io la ragione del suo malumore. Ma, dopotutto, era quello che sapevo fare meglio.

''Ho bisogno di scusarmi ancora con te''

''Non importa, lascia stare''

Il suo sguardo saettò su di me con fare accusatore, ''che significa?''

Lo guardai, per la prima volta, intimorita. La rabbia nella sua voce era percepibile al punto da farmi quasi paura. Non ero abituata a questa versione di lui.

''Mi stai mollando?'', mi accusò. Con un balzo saltò giù dalla ringhiera e si avvicinò a me.

''Mollando? Non siamo mai stati insieme''

''Maledizione Vero! Io ci stavo davvero provando con te!''

Trattenni il fiato quando il suo pugno colpì il muro alle mie spalle. Tutti i muscoli del mio corpo si irrigidirono nel sentire il muro sgretolarsi sotto le sue dita.

Trattenni il fiato senza dire alcune parola, incapace di emettere alcun suono.

''Che c'è? Non hai niente da dire? Me la merito una spiegazione, no?''

Raccolsi tutto il mio coraggio e lo spintonai lontano da me. ''Mi dispiace Alex, mi dispiace che tu l'abbia presa così, ma per me non saremmo potuti andare da nessuna parte''

Lo sorpassai per tornare da Emily ma prima che potessi anche solo fare un passo, la sua mano circondò il mio polso, impedendomi di muovermi.

''Mi dispiace, ok?'', sospirò lentamente, prima di mollare la presa. ''L'ultima cosa che voglio è che tu pensi che sia un pazzio furioso, oltre che uno stronzo''

''Non potrei mai pensarlo... l'unica stronza, qui, sono io'', sussurrai prima di sorridergli e allontanarmi.

E mai parole mi sembrarono più vere. 

Era io la stronza che stava ferendo un bravo ragazzo solo perché troppo confusa e orgogliosa per accettare la realtà. Alex meritava di meglio.

Lo scapoloWhere stories live. Discover now