capitolo 9

741 27 1
                                    

Il silenzio in auto era assordante. Quasi riuscivo a vedere il turbinio di pensieri di Alex incasinargli perfino lo sguardo.

c'era qualcosa che lo tratteneva dal parlarmi, ma non lo fece a lungo.

Quando fermò l'auto di fronte casa mia, il mio sguardo saettò automaticamente verso di lui, mentre il suo era fisso ad osservare un punto indistinto di fronte a lui.

''Penso che dovremmo parlare'', ruppe il silenzio.

Mi feci piccola contro il sedile della sua auto,  quello era uno di quei momenti in cui avrei preferito essere altrove, da qualsiasi altra parte fuorché lì.

''di cosa?'', mi finsi indifferente.

Il suo sguardo glaciale si posò su di me e in un attimo tutto in torno a me apparve il gelo assoluto. Era atroce il modo in cui mi guardava, come se gli avessi fatto chissà quale torto.

''Forse per te non è stato niente, ma per me invece ha significato parecchio, quel bacio. Tu mi piaci Vero, mi piaci tanto, ma non posso competere con lui''

'' non c'è nessuna competizione...'', balbettai, insicura. 

La competizione c'era, ma era tutta dentro di me. Nella realtà, quelli come Bill non le guardano nemmeno quelle come me; nella realtà apparteniamo a due mondi così diversi che non potrebbero mai coesistere. 

Dentro di me, però, è tutta un'altra storia.

''Oh, non dirmi scemenze per favore. L'ho sentito mentre ti chiedeva di uscire. Cosa dovrei fare? restarmene da parte mentre tu te la spassi con lui? finché non si scoccerà di te e passerà alla prossima? chi sarà? magari Lucy? perché lo sai come sono quelli come lui! pensano di poter comprare tutto con i soldi! maledizione Vero, come puoi pensare che uno come lui possa anche solo interessarsi minimamente a te?''

Quelle parole furono un getto d'acqua fredda.

Mi stava dando della poco di buono e aveva dato voce a tutti i miei peggiori pensieri. Mi stava dicendo la verità, ma non ero pronta ad ascoltarla; non da lui, non in quel modo.

''Sai, forse non dovresti frequentare una che se la spassa col primo che capita'', replicai fredda prima di aprire lo sportello dell'auto e dirigermi verso la porta di casa.

Mi seguii immediatamente, raggiungendomi prima che potessi rientrare in case.

''Dai Vero, non era questo che intendevo''

''No, invece era proprio questo; ora scusa, ma non ho alcuna voglia di stare a sentirti''

lo sorpassai con passo svelto e mi diressi verso casa, sbattendomi la porta alle spalle.

Alex non insistette e sentii poco dopo il rumore della sua auto allontanarsi.

Non dovevo lasciarmi coinvolgere, non avrei dovuto farlo, né da lui né da nessun altro, eppure lo stavo facendo, stavo permettendo a dei ragazzi di scombussolarmi la vita e non andava bene. Avevo dei piano da seguire e avere una storia d'amore non era compresa.

Emily dormiva profondamente, fortunatamente non si era svegliata al mio rientro, non avevo alcuna voglia di parlare con lei e il mattino dopo feci in modo di uscire prima che si svegliasse.

Quel sabato avevo il turno al bar di mattina, data la mancanza di lezioni, ne approfittavo, quando era possibile, per lasciarmi una serata libera e quella sera, c'era una festa a cui io ed Emily non potevamo proprio mancare.

Il bar era sempre molto silenzioso la mattina. Eravamo vicini ad un campus universitario e, di solito, prima delle 11 non si presentava mai nessuno, in fondo, il sabato e la domenica erano gli unici giorni in cui potevamo dormire senza il pensiero di dover seguire dei corsi.

Quel mattino ero di turno con Lucas, un ragazzo abbastanza taciturno ma simpatico; mi piaceva quando capitavamo insieme, riuscivamo a mantenere un'atmosfera leggera, piacevole.

Infatti, la mattinata passò tranquilla fino a quando Bill non comparve e, con naturalezza, venne a sedersi di fronte a me, sfoderando il suo sorriso migliore.

''Ancora devi rispondermi''

''chi ti ha detto che stamattina lavoravo?'', lo osservai con fare accusatorio.

''Dimentichi che è il mio bar''

Feci roteare automaticamente gli occhi al cielo. Aveva un'aria così sicura di sé, che riusciva quasi a tranquillizzarmi. Ma no, ero determinata a non lasciarmi coinvolgere.

''Allora, cosa posso darti?''

''Una risposta''

''Mi dispiace ma non è compresa nel menù'', e sfoderai il mio sorriso più ammiccante. Voleva giocare? D'accordo.

Si voltò di stacco verso Lucas e gli sorrise, indicandogli con la mano di raggiungerci.

''Ciao, scusa, al momento mi sfugge il tuo nome, potresti ricordarmelo?'', gli chiese.

''Sono Lucas, capo''

''Beh, Lucas, io sono Bill, puoi darmi del tu. Senti, avrei bisogno di un favore. Potresti aggiungere una voce al menù?''

''Certo, capo... volevo dire Bill. Cosa devo aggiungere?''

''Puoi aggiungere un drink che si chiami risposta? E, nella descrizione, puoi metterci un grosso SI?'', disse.

Lucas, che probabilmente aveva sentito la nostra conversazione replicai con un sorriso ed un occhiolino prima di allontani sghignazzando.

''Beh, simpatico''

''Adesso dammi la mia risposta''

''No''

''No è la tua risposta o no, non vuoi darmela?''

''é la mia risposta'', replicai decisa, senza distogliere il suo sguardo dal mio.

Mi guardò fugacemente per un momento, prima di sussurrare: ''Cambierai idea, e anche molto presto''

così come era arrivato, se n'era andato, lasciandomi lì, impallata a fissare la porta.

Cos'era successo?


Lo scapoloWhere stories live. Discover now