Capitolo 6 - Veronica

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Per la prima volta, iniziai a pensare che il college non era solo un posto di passaggio, un qualcosa da ottenere per arrivare ad un fine.

Per la prima volta, ero contenta di alzarmi ed andare a lezione.

''Emi, io scappo. Ci vediamo a pranzo?"

''Mmh...'', mugugna, col viso nascosto sotto le coperte. 


Quando arrivo al campus è tutto molto caotico, come al solito. La mattina c'è un gran via vai di gente assonata che si trascinata da un lato all'altro del campus. 

All'entrata, Alex è seduto sull'ultimo gradino con due caffè in mano e mi osserva mentre mi avvicino.

''Buongiorno'', sorride porgendomi il caffè.

''Come facevi a sapere che avevo lezione qui?''

''Fortuna''

Lo guardo torva.

''Ok, lo ammetto. Forse ho corrotto la segretaria per avere i tuoi orari''

''Tu hai fatto cosa?'', lo sguardo sbigottita.

Non si è mai nemmeno avvicinato a me e, tutto ad un tratto, ha gli orari delle mie lezioni.

''Credimi, non vuoi sapere cosa ho fatto''

Sbuffo e mi introduco dentro l'edificio.

''Ehi, no ti stai mica arrabbiata con me?''

''No, forse, insomma, non lo so''

''Ok... mi dispiace, d'accordo. Pensavo fosse una cosa carina. Lascia che mi faccia perdonare, dopo a pranzo?'', chiede, speranzoso.

''Pranzo con la mia coinquilina''

''Potrei offrire il pranzo ad entrambe''

Sorrisi pensando alla faccia di Emily se avesse sentito quelle parole. Con le spese per l'affitto e quelle per le bollette e la spesa, era difficile potersi permettere un vero pranzo fuori.

''D'accordo. Ci vediamo alla caffetteria, dopo''

A quelle parole, sorrise esageratamente e sparì dietro il portone principale.

Alex sembrava così carino, ma il suo interesse improvviso nei miei confronti continuava a lasciarmi perplessa, non riuscivo a fidarmi completamente di lui.


''E quindi, hai incontrato di nuovo questo Alex?'', Emily mi guardava curiosa dall'altro lato del tavolo.

''Sì, mi aspettava prima della lezione''

''Quindi c'è qualcosa tra voi due?'', indagava la mia amica.

Sbuffai in modo teatrale; tutte quelle domande mi destabilizzavano. Forse, perché non avevo ancora una risposta.

In quel momento la porta della caffetteria si spalancò lasciando entrare Alex che sfoggiava uno dei suoi sorrisi migliori. Appena i nostri sguardi si incrociarono, gli feci cenno di raggiungerci.

''Ciao'', disse rivolto a me. ''E ciao a te, devi essere la coinquilina di Emily, io sono Alex, spero ti abbia parlato di me''

''In realtà stavamo giusto parlando di te'', replica la mia amica, meritandosi un calcio.

''Ah sì? E cosa stavate dicendo di me?'', sghignazza Alex.

''Niente, non stavamo dicendo proprio niente'', mi intromisi, mettendo fine a quella conversazione imbarazzante.

Il pranzo passò tranquillamente, Alex era simpatico e chiacchierone, esattamente come Emily, per cui andarono molto d'accordo. 

E tutto quello mi piacque. Sembrava normale come respirare, come se fosse sempre stato così, come se dovesse essere così.

''Allora che ne dici se stasera usciamo, solo io e te sta volta'', disse Alex, una volta rimasti soli.

''Non ti sembra un po' presto?''

''Ehi, avrei potuto chiederti di uscire con me ora, stasera mi sembra un compromesso ragionevole''

Sorrisi.

''Lavoro stasera'', replicai.

''D'accordo, magari faccio un salto al bar'', disse, ma la sua sembrava più una domanda.

''Mi sembra un compromesso ragionevole''


Quella sera impiegai più tempo del solito a sistemarmi i capelli e a rifarmi il trucco, volevo apparire più carina del solito.

Una parte di me era ansiosa di vedere Alex, l'altra, di scoprire se Bill si sarebbe presentato.

Ma, quella sera, di lui non ci fu nessuna traccia e nemmeno per il resto della settimana. Non so perché mi aspettassi di vederlo lì, seduto a quel posto che adesso mi sembrava solo suo, ma ne rimasi delusa.

Al contrario, Alex mi aspettò fuori dal bar per tutti i turni di quella settimana, senza mai mostrarsi annoiato, sempre allegro e sorridente.

Mi trasmetteva quel buon umore che mi spiengeva a lavorare con impegno e ad aspettare con ansia la solita birra che mi aspettava sul suo pick-up a fine turno.

Alex era capace di rendere tutto un po' migliore, ma allo stesso tempo così naturale.

Ormai parlavamo di tutto e in un modo così spontaneo che, a pensarci, mi faceva quasi paura.

Era un legame strano ma che, dopotutto, mi piaceva.

Lo scapoloOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz