Capitolo 25: Il sole dietro alle nuvole

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Ci vollero tre infermiere e Ryouhei per tenere ferma mia nonna, alla fine, e impedirle di uccidermi proprio quando mi ero risvegliata.
Quattro persone per tenere ferma una vecchia, voglio specificare.

Io ero praticamente diventata un tutt'uno con la poltrona su cui ero seduta, tanto ero terrorizzata dallo scatto che aveva avuto la nonna, mentre continuavo a masticare il mio cornetto in prende anche all'ansia. Ne avevo combinata un'altra grossa, non me l'avrebbe fatta scappare questa volta!

-Degenerata, mica potevi svegliarti due ore fa oppure sei giorni fa?! No, ovviamente devi farci preoccupare e iniziare a pensare tu sia entrata in coma!- Mi urlò contro totalmente fuori di se, minacciandomi di prendermi a cazzotti se sarebbe mai riuscita a prendermi. Insomma, prima o poi si sarebbero stufati di tenerla ferma e avrebbe finalmente potuto fare uno stufato di Akane.

Spero di no.

-Signora, non è colpa sua se si è svegliata adesso! Il suo subconscio--

-Il suo subconscio può baciarmi il culo!-

Il mio primo istinto fu quello di scappare il più velocemente possibile e rintanarmi nella mia stanza, pregando che le mie gambe non mi abbandonassero proprio in quel momento, ma proprio quando stavo per alzarmi, sentì due mani sulle mie spalle che mi tenevano forte seduta sulla poltrona. Sussultai presa alla sprovvista, e alzai lo sguardo per vedere chi diamine mi impediva di alzarmi, ma il mio sguardo incontrò quello di una persona che mi stava creando non pochi problemi.

E il suo viso venne soprapposto a quello del bambino nella mie foto. 

Solo in quel momento notai quanto erano...simili, quasi uguali, ma il più grande aveva una benda in meno, e gli occhi più luminosi che mai, mentre guardava la mia espressione cambiare radicalmente. Proprio in quel momento, mentre sorrideva leggermente, notai anche che il sole gli stava illuminando lievemente il viso.

Balbettai qualche millesimo di secondo, sempre meno confusa, fino a quando non lasciai andare una parola che fece emozionare pure lui.

-Yuu-kun.-

L'avevo riconosciuto. Ci erano voluti anni interi e un mini coma di sette giorni per riconoscere il viso del mio migliore amico, il quale mi era sempre stato vicino ma che non avevo mai davvero capito il perché.

Nosaka lasciò andare un mezzo singhiozzo senza accorgersene, per poi tirarmi in piedi lentamente e stringermi con forza contro al suo petto, accarezzandomi i capelli mentre continuava a sussurrare il nomignolo con cui mi chiamava da bambina, Nane.
Era tutto così strano, ma allo stesso tempo mi sembrava giusto. 
Restammo fermi in quella posizione per qualche minuto, fino a quando lui non si staccò e mi accarezzò la guancia, sussurrando che dovevamo davvero parlare di quello che era successo in tutti quegli anni e dove era finito.

Non seppi neanche io perché ero così dannatamente felice di venire a sapere ogni singola cosa, perciò lo lasciai fare quando mi prese per mano e iniziò ad incamminarsi verso la mia stanza, bloccandosi solo quando anche io lo feci.

Il mio sguardo era incollato su Ryouhei, il quale mi sorrideva leggermente, continuando ancora a tenere ferma la nonna.

-Vai. Posso aspettare ancora mezz'ora, Akane.- E si avvicinò leggermente, baciandomi la fronte molto delicatamente, sfiorando a malapena la pelle, e quello mi mandò sull'orlo del pianto per l'ennesima volta. Mi lasciava davvero senza parole quando diventava così delicato nei miei confronti, mi trattava come se potessi rompermi da un momento all'altro, e proprio in quel momento riuscì a capire appieno quanto dovesse amarmi.

Fissai il suo sorriso per qualche secondo, per poi venir trascinata lentamente da Nosaka nella mia stanza d'ospedale, sedendomi comodamente sul letto rifatto. Lui si sedette accanto a me e mi prese le mani, e solo in quel momento notai quando fossero fredde e quanto avrei voluto riscaldarle con le mie, perciò strinsi di più la presa attorno alle sue dita.

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