Capitolo 31.

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La mattina dopo, la sveglia di Harry frantumò il silenzio.

Grugnii piano e mi strinsi a lui, affondando il viso nel suo petto mentre le mie braccia lo avvolgevano con la speranza di tenerlo stretto a me. Lui gemette assonnato e mezzo irritato, rimosse le braccia dalla mia vita nuda mentre cercava di voltarsi e spegnere la sveglia del suo telefono. Ci riuscì e poi sospirò, rivoltandosi verso di me con uno sbuffo.

"Elizabeth," mormorò con voce roca, piena di sonno. "Dobbiamo alzarci." Io scossi la testa contro di lui e lui mi accarezzò un braccio. "Abbiamo entrambi lezione presto oggi, amore, forza."

"Cinque minuti," grugnii irritata e lui ridacchiò, stringendomi a sé, cosa che accettai contenta. Mi lasciò un bacio sul capo e mi avvolse la schiena con un braccio, mentre io diminuivo la mia presa sul suo addome. Sospirai contro la sua pelle e mi godetti il suo tocco lungo la spina dorsale. Stavo assaporando quel momento così immenso, che quasi mi arrabbiai quando cinque minuti dopo cercò di alzarsi. Risposi con un forte sospiro e lui ghignò mentre si sedeva sul bordo del letto e si passava le mani sul volto.

Mi alzai piano e stavo per raggiungere la porta quando urlai, "Faccio prima io la doccia!" e corsi, sentendolo gridare, "Aspetta! Ah, diamine, Elizabeth!!"

Scoppiai a ridere e chiusi la porta alle mie spalle. Nei giorni in cui avevamo entrambi lezione presto - quasi ogni giorno - lottavamo sempre per chi doveva fare la doccia per primo. Di solito vinceva lui perché giocava sporco: si toglieva la maglia, sapendo come avrei reagito, o se proprio riuscivo ad arrivare in bagno per prima, mi prendeva in braccio e mi chiudeva fuori, sbattendomi la porta in faccia.

Lo trovava sempre divertente.

Mi sentii fiera di me stessa quando mi spogliai del reggiseno e delle mie mutandine,  ed entrai in doccia vittoriosa. Aprii l'acqua e iniziai la mia doccia mattutina.

Quella notte era stata la prima volta che avevamo dormito insieme solo con l'intimo addosso. Se qualcuno mesi prima mi avesse detto che avrei fatto una cosa simile con Harry, gli avrei riso in faccia prima di avere un bel attacco di panico al solo pensiero. Ma sorprendentemente non era stato così male come pensavo. Mi ero sentita più vicina a lui e quando mi aveva stretta a sé, quell'abbraccio era molto più intimo. L'ho ... amato, stranamente.

La mia fantasticheria venne interrotta quando sentii un forte bussare alla porta.

"Devo entrare," disse.

"Cosa? No, sei pazzo?"

"Devo pisciare!" esclamò arrabbiato. "Dio mio donna, fammi entrare!"

Sospirai e mi assicurai che la porta della doccia fosse chiusa bene. L'unica cosa che odiavo del suo appartamento era la cavolo di porta in vedro della doccia. Il vetro era smerigliato quindi non si riusciva a vedere bene la persona all'interno, si poteva vedere però la sua siloutte - non essattamente la miglior cosa per una ragazza timida e sempre in imbarazzo come me, che voleva solo lavarsi in pace. "È aperta," gridai e lui la aprì, raggiungendo velocemente il wc.

Ignorai il suo sospiro di felicità e continuai a lavarmi, con la schiena rivolta verso di lui, così che non potesse vedere la parte frontale se avesse osato sbirciare. Sentii l'acqua scorrere dal rubinetto del lavandino e aspettai di sentire la porta riaprirsi e chiudersi, ma ciò non accadde.

"Vuoi che venga a farti compagnia?" chiese a bassa voce, dietro di me, io sussultai e mi voltai, vedendolo esattamente di fronte alla porta della doccia. Il suo corpo era oscurato dal vetro ma non riuscì a nascondere il suo ghigno.

"Oh mio Dio, Harry!" dissi severamente e mi rivoltai verso il muro. "No, aspetta il tuo turno."

"Sei sicura? Potremmo risparmiare acqua e aiutare il pianeta, o qualche cazzata simile."

Mend the Broken [Italian Translation]Where stories live. Discover now