Capitolo 14.

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"Ti odio."

"Aw, dai, Ellie."

"Ti odio così tanto."

"Ellie, ho dovuto!" Piagnucolò Rose e io mi voltai di scatto.

"No, non dovevi! Perché hai detto a Harry che ero con Austin ieri sera?! Abbiamo solo passato del tempo assieme, tu sai che lui si arrabbia e diventa geloso per nulla!"

Non riuscivo a crederci. Era passata a prendermi quella mattina con un timido sorriso sul volto che mi suggerì che avesse fatto qualcosa di orribile. E avevo ragione. Aveva detto al ragazzo che mi aveva ferita e che mi faceva infuriare, proprio la cosa che gli avevo nascosto quando l'avevo incontrato nel dormitorio. Che diavolo?

Rose sospirò e si aggiustò la borsa sulla spalla mentre attraversavamo il campus. "Sì ed era proprio geloso. Dovevi vederlo, sembrava che volesse uccidere Austin." Io la osservai e lei alzò le mani in aria. "Ma non l'ha fatto! E come facevo a sapere che avrebbe reagito in quel modo? Volevo solo mostrargli che gli piaci davvero!"

"Non piaccio a Harry, Rose. Toglitelo dalla testa." Scossi il capo. "Sei fortunata che non sia venuto a confrontarsi con Austin."

Rose scrollò le spalle. "Si ... ma gli piaci."

"Non gli piace nessuno," replicai.

"E a te piace lui," sussurrò e la mia bocca si spalancò mentre mi voltavo verso di lei.

"Non in quel senso! Assolutamente no, lascia perdere! Non in quel senso!!" Mi passai le mani fra i capelli. "Dio, mi fa infuriare e mi confonde, finisce sempre per ferirmi."

Rose si accigliò e fissò un punto di fronte a sé. "No, non è così. Abbiamo parlato ieri sera alla festa e l'ho ascoltato bene. Ellie, lui-"

"No, non dirlo," la fermai. "Gli hai permesso di rigirarti come voleva. E probabilmente sentirò oggi la stessa cazzata."

"Oh si, vuole incontrarti presto. Ci andrai?"

Sospirai e abbassai lo sguardo a terra, picchiettando la stradina di ciottoli con le scarpe. "Non voglio andarci, ma se non mi presentassi probabilmente non smetterebbe di seccarmi," mi lamentai e Rose annuì. "Vuole che lo incontri ora al parcheggio, in realtà." Lanciai un'occhiata al mio orologio.

"Al parcheggio? Perché? Ti deve portare da qualche parte?"

"No, se posso farne a meno," mormorai e voltammo l'angolo, rivelando ai nostri occhi l'ampio spazio asfaltato che tanto avevo temuto. "Eccoci," sussurrai.

Accompagnai Rose alla sua auto, cercando il suv nero di Harry, ma non lo trovai da nessuna parte. Non che mi dispiacesse.

Rose aprì una delle due portiere posteriori e lanciò sul sedile la sua borsa, mentre io mi appoggiavo alla macchina. "Lo giuro, se quel piccolo irritante punk non è qui tra un minuto, me ne vado."

"Oh davvero?" Sentii una voce roca provenire dalle mie spalle e io mandai giù un groppo, voltandomi. Dannazione.

Harry si avvicinò, con le sopracciglia alzate dietro gli occhiali da sole, e con un ghigno divertito dipinto sulle labbra. "Beh, quel 'piccolo irritante punk' è qui, Elizabeth," disse con tono grave, gli angoli delle sua labbra si sollevarono quando ripeté le mie parole. Sapeva probabilmente che quelle cose fossero le più cattive che sarei riuscita a dire su di lui. Era praticamente come se lo avessi chiamato 'testa di cacca'.

"Oh, ciao," mormorai mentre dalla mia faccia spariva ogni singolo colore. Sarebbe stato più facile sentirmi meno intimidita da lui se non fosse stato a cinque passi di distanza da me.

Mend the Broken [Italian Translation]Where stories live. Discover now