Capitolo 10.

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Il mattino successivo aprii gli occhi confusa, cercando di capire perché sentissi così caldo e perché il materasso fosse così rigido e duro.

Poi mi resi conto dei lievi respiri e ricordai che mi ero addormentata tra le braccia di Harry. Abbassai lo sguardo e vidi che ero finita soprendentemente ad accoccolarmi al suo fianco e lui aveva avvolto il mio corpo con le sue braccia.

Non se ne era davvero andato.

Sbattei le palpebre un paio di volte prima di sollevare il capo per vedere se fosse sveglio o meno.

Al posto della solita espressione irritata sembrava quasi ... sereno. Aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta, alcune ciocche dei suoi capelli erano sparse sul suo volto e sul cuscino sotto la sua testa. Era scioccante vederlo così rilassato. Non aveva il solito cipiglio in faccia, la sua espressione era morbida, libera dalla rabbia, facendolo sembrava quasi più giovane.

Tornai alla posizione di prima poggiando la mia testa sul suo petto esitante, visto che non avevo altro posto. Il suo respiro si bloccò per un secondo e io mi irrigidii, spaventata che si fosse svegliato, ma sospirò e strinse leggermente le braccia attorno a me prima di tornare a dormire.

Pensai alla notte precedente, quando ebbi quell'incubo. Mi dispiaceva averlo svegliato, che fosse corso da me e che avesse cercato di riportarmi alla realtà. Era stato svelto nell'abbracciarmi e calmarmi, ripetendo solo che gli dispiaceva. Mi aveva tenuta stretta per tutta la notte, senza dire una parola, promettendo di proteggermi dal cattivo del mio subconscio. Forse è per quello che non avevo avuto altri incubi.

Non riuscivo a capirlo. O a capire le mie emozioni nei suoi confronti. Avevo paura di lui? ... si. Onestamente, non penso ci fosse qualcuno nel mondo che non fosse spaventato almeno un minimo da lui, dal suo carattere irascibile e dal suo imprevedibile temperamento.

Ma gli ero grata? Oh mio dio, si. Senza di lui, sarei probabilmente impazzita ormai. Era entrato nella mia vita e mi era rimasto accanto, cercando di aiutarmi a raccogliere i pezzi della mia mente.

Adrian aveva detto che era uno che andava a letto con molte ragazze. Non avevo mai notato qualcosa che affermasse ciò, ma rimanevo confusa riguardo a chi fosse Harry veramente, non sapevo cosa pensare di lui. Dopo Mark, non ero riuscita più ad accettare nessuno.

Il calore del suo copro mi avvolgeva, il ritmo del suo lieve respiro era l'unico rumore nella stanza.

Mi morsi il labbro e pensai. Nonostante la mia confusione, mi aveva aiutato la notte precedente. E volevo ripagarlo.

Cercai il più lentamente possibile di sfuggire dalla sua presa ferrea, ma non voleva lasciarmi andare. Sospirai e soffiai per spostare una ciocca di capelli che mi era finita in volto e mi allontanai da lui. Grugnì nel sonno, un lieve ansimo e io trattenni il respiro, cercai il più possibile di non fare alcun rumore, finché il cipiglio non sparì dal suo volto e si rilassò di nuovo. Mi morsi il labbro nervosamente e spostai la mia mano sulla sua per allontanarla dall'altra. Le sue mani erano pesanti ma riuscì nella mia impresa. Le allontanai da me, riuscendo a scappare.

Trattenni il respiro e scesi dal letto silenziosamente uscendo poi dalla stanza, dirigendomi in bagno per sistemarmi e lavarmi i denti.

I miei capelli erano un groviglio disordinato e avevo dei segni scuri sotto gli occhi, ma probabilmente avevo un aspetto migliore rispetto ai passati giorni.

Feci del mio meglio per rendermi presentabile e poi raggiunsi la cucina e tirai fuori gli ingredienti e le pentole necessarie per preparare la colazione. Fu difficile fare silenzio, visto che Harry stava dormendo nella stanza affianco. Non sapevo cosa fare, non mi ero mai trovata in una situazione simile. (E' divertente il fatto che lo dica costantemente quando è coinvolto Harry). Così decisi che il cibo era l'opzione migliore. Poi, Harry mi avrebbe rotto le palle se non avessi mangiato.

Mend the Broken [Italian Translation]Where stories live. Discover now