Capitolo VII - Te lo prometto

Začít od začátku
                                    

«Niente da fare Eren, nessuna scrittura mi è sembrata familiare...», constatò Armin, una volta tornato al suo posto. Dentro di sé sperava con tutto il cuore di trovare al più presto quel ragazzo, tormentato dal pensiero di ferirlo ulteriormente.
«Tranquilla bella bionda, la ricerca continua!», lo prese in giro lo Jaeger, alzandosi per andare a posare, in ordine alfabetico, il suo compito nella pila di fogli.
Nonostante l'agitazione che la vicinanza di Levi gli provocava, un particolare gli saltò all'occhio, costringendolo a fermarsi per controllare. Sotto il suo compito, in ordine, c'era quello di Kirschtein Jean; il castano guardò velocemente in alto a destra nel foglio, rimanendo sorpreso dal voto scritto a penna rossa: anche Jean aveva preso il massimo dei voti. E nonostante il fastidio provato per quella faccia da cavallo, dato che aveva preso il suo stesso voto, la cosa non gli passò inosservata. Da quando il Kirschstein era così bravo in letteratura?
Eren decise però di tacere al riguardo, in attesa di indagare più a fondo per avere maggiori informazioni; non aveva senso alimentare le speranze di Armin per poi vederlo sbriciolarsi tra le sue mani, sfuggente come sabbia tra le dita.
«Andiamo Eren, ti ho promesso un paio di cheeseburgers!», sbottò l'Arlert, entusiasta, a lezione conclusa.

«Allora, di cosa volevi parlarmi, Vostra Bassezza Reale?».
Levi, udendo quell'orrido nomignolo, si pentì immediatamente di aver deciso di parlare con Hanji della sua situazione. L'Ackerman immaginava che Zoe avesse già intuito qualcosa, ma non si era mai sbilanciata nel chiederglielo, consapevole che Levi avrebbe parlato solo se se la fosse sentita davvero.
«Hanji ricordati che non sarai incinta per sempre», la avvertì scherzosamente, come se avesse voluto ucciderla davvero. La castana rise rumorosamente, portando il bicchiere - colmo fino all'orlo di aranciata - alle labbra; all'Ackerman mancavano le bevute insieme, ma sapeva anche che Hanji non doveva toccare nemmeno una singola goccia d'alcol.
«Allora Levi, dimmi tutto», lo spronò, ottenendo l'effetto contrario.
Il corvino, infatti, non riuscì a far uscire una singola parola dalle sue labbra. Era come se l'interezza della sua laringe fosse completamente anestetizzata, incapace di emettere qualsiasi suono.
«Levi, siamo migliori amici da anni. So che non lo ammetteresti mai, ma è così. Ci sei sempre stato quando ho avuto bisogno di te, e allo stesso modo io ci sarò per te. Quindi ti prego, lasciami ripagare il mio debito nei tuoi confronti».
L'Ackerman si lasciò cullare da quelle parole, sospirando profondamente. Non poteva deludere Hanji, che senza sapere ciò che tormentava Levi era sempre riuscita a consolarlo e dargli consigli.
«Sono innamorato», disse all'improvviso, lasciando la donna di fronte a sé a bocca aperta. Zoe trattenne a stento un urlo di gioia, limitandosi ad esultare dentro di sé, con le lacrime agli occhi. Era pazza, ma proprio per questo si fidava ciecamente di lei.
«Il problema è che non possiamo stare insieme, perché lui è...», Levi temporeggiò arrivato a questo punto: cosa avrebbe dovuto dirle? "Piccolo", "minorenne", "uno studente", "Eren"?
«...molto più giovane di me. È da anni che non faccio altro che averlo in testa, aspettando che compia diciott'anni. E nel giro di qualche mese lo becco a fumare mentre quel pezzo di merda di Erwin prova a mettergli le mani addosso, arriva un ragazzino e inizia a flirtare con lui dalla mattina alla sera proprio durante le mie ore...litigo con il moccioso e dopo qualche giorno lo vedo arrossire per quello, farsi abbracciare da quell'altra, quasi baciare da un altro! Leggo il suo tema che parla di un amore impossibile, e scopro che è già innamorato di qualcuno!», si ritrova ad urlare, rendendosi conto che avrebbe dovuto sfogarsi con Hanji molto tempo prima. Bevve un altro sorso di birra, sperando che l'alcol l'avrebbe aiutato a continuare a parlare fluidamente.
«E, come se non bastasse, all'inizio dell'anno scolastico mi ha contattato un numero sconosciuto, dicendo di amarmi. Ho cercato in ogni modo di scoprire chi è, senza però riuscirci. Porca puttana, come se non avessi abbastanza problemi già di mio. Non so cosa fare, perché in fondo mi incuriosisce, non voglio bloccarlo o ignorarlo, ma allo stesso tempo so già che è inutile: non potrebbe mai sostituirlo...
Che poi, chi cazzo potrebbe mai amarmi?»
Il corvino allungò il braccio per afferrare nuovamente il calice colmo di birra, quando la mano di Hanji lo raggiunse velocemente, bloccandolo.
«Ti sei davvero innamorato di Jaeger? Santo cielo Levi, io ed Eren passiamo praticamente metà della giornata scolastica insieme, bastava che me lo dicessi, avrei potuto indagare per te!», disse, sicura della sua intuizione.
L'Ackerman rimase a bocca aperta: era certo di non aver fatto nomi, né di averle fornito descrizioni dettagliate o stronzate simili. Ma allora come diavolo aveva fatto ad indovinare al primo colpo, quella psicopatica?
«Non guardarmi così, Levi, semplicemente passo molto tempo con Eren! Poi quel ragazzino, Kenzo, viene anche durante le mie ore per torturarlo», rise, alleggerendo il cuore del corvino. Significava forse che il moccioso era infastidito da quel merdoso?
«Erwin parla sempre di lui, essendo il suo studente migliore...non me ne intendo molto, ma ho scoperto che in passato era il miglior violinista della sua età, e tuttora è rimasto "imbattuto"; in molti aspettano il suo ritorno, ma Erwin non mi ha voluto dire perché Eren abbia smesso di suonare per un periodo».
Levi provò una molteplicità di emozioni contrastanti tra loro: rabbia, odio, felicità, curiosità, tristezza.
Era furioso, dato che aveva aspettato tanto per parlare con Hanji, bruciando infinite possibilità con lo Jaeger; odiava quel bastardo di Erwin per il rapporto che aveva stretto con Eren, tanto da conoscere i suoi segreti. Era felice di scoprire tutti questi aspetti del moccioso che non avrebbe mai potuto conoscere altrimenti, era curioso di sapere perché avesse abbandonato la musica per qualche anno, e si sentì immensamente triste per ciò che Hanji disse subito dopo.  
«E per ultimo, ma non meno importante: ho scoperto anni fa che Eren fuma, dato che ho visto del potenziale in lui ed ho deciso di prenderlo sotto la mia "ala protettiva". Ci ho provato e riprovato negli anni, ma non c'è stato verso di farlo smettere...c'è qualcosa di immensamente triste in lui, Levi, ma non sono mai riuscita a capire di cosa si tratta. Pensavo fosse, sai, tipica depressione adolescenziale», continuò, agitando la forchetta in aria prima di mangiare un altro boccone di carne, «ma adesso è diventato un uomo: è molto più maturo rispetto alla sua età, e ha quegli occhi sempre persi da un'altra parte; ti guarda ma è come se non ti vedesse veramente...ah! E non ho mai visto i suoi genitori ad un incontro scuola-famiglia. È come se questo ragazzo non esistesse».
«Da quando sei diventata psicologa?», le rispose solamente Levi, sperando che la castana avrebbe compreso il suo muto ringraziamento. Lei rise, asciugandosi le estremità della bocca con un tovagliolo dopo aver terminato il suo filetto scozzese.
«Come se tu non sapessi che lavoro fa mio marito!», scherzò Hanji, utilizzando il tablet posto al centro del tavolo per ordinare un dessert. Allo sguardo interrogativo dell'Ackerman, scrollò semplicemente le spalle, incolpando la gravidanza per la sua ingordigia.
«Per l'anonimo, beh...non che tu mi abbia spiegato molto. So che è una domanda azzardata, ma ormai non si torna più indietro: posso leggere la chat?».
Levi sbuffò, alzando gli occhi al cielo; davvero si era ridotto a far leggere la conversazione con un ragazzo ad una sua amica, come un'adolescente arrapata? Assecondando l'alcol che gli circolava in corpo, consegnò a malincuore il telefono alla sua collega.
«Ma questo tizio è un grande!», quasi urlò lei, ridendo, per poi tornare seria nel leggere la sua dichiarazione d'amore, continuando a trangugiare un'abbondante fetta di cheesecake. «Beh, Levi, ammetto che tutto questo è un gran casino...e tu da coglione quale sei hai giustamente deciso di parlarmene solo adesso, tutto in una volta!»
Levi le lanciò un'occhiata fulminante, tanto che Hanji si affrettò a continuare: «In ogni caso, penso di poterti aiutare in qualche modo. Ne riparliamo domani alla fine delle lezioni, che ne dici? Così posso indagare su Eren».
E mai Levi Ackerman fu più grato di così in tutta la sua vita.

Se solo tu mi amassi || Ereri 〜 Riren #Wattys2019Kde žijí příběhy. Začni objevovat