18 . Segreto svelato

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Letizia
 
Prendo un respiro ed inizio a raccontare quella parte della mia vita che ho cercato in ogni modo di dimenticare, invano, perché tutte le volte che ci provo, questa si ribella e prende pezzi di me, del mio cuore, facendomi soffrire, soffrire come non mai.
«Tutto iniziò il 4 di novembre di tre anni fa. Ero carica di libri da portare ai prof e al mio armadietto e facevo una fatica enorme per evitare di colpire le altre persone. Ad un certo punto, ero a pochi passi dal mio armadietto quando qualcuno mi venne addosso, facendo cadere tutti i libri a terra, me compresa. Quella persona era un ragazzo, lo intuii quando si scusò e mi aiutò ad alzarmi. Non avessi mai visto il suo viso! Indovina chi era… Nicholas Taylor, classico cattivo ragazzo, a cui andavo dietro da mesi ormai, da maggio dell’anno prima addirittura, era davanti a me ed io non riuscivo a capire un fico secco. Ci guardavamo senza dire nulla.» mi fermo un attimo e mi alzo in piedi, avvicinandomi alla parete a vetri. Non voglio che Mikey veda in che condizioni sono.
Fa davvero troppo male ricordare. È come se qualcuno si divertisse ad infliggere colpi su colpi, che vanno sempre più in profondità, colpi che squarciano dal dolore, colpi che fanno rimanere senza fiato, con il corpo e l’anima agonizzanti. Ma continuo a tirare fuori quei ricordi, affilati come lame.
«“Finalmente ho trovato il tuo nascondiglio. Volevo mettere questo nel tuo armadietto, ma adesso posso anche dartelo di persona.” mi disse lui dandomi un biglietto ed andandosene senza salutare. Lo aprii e ci lessi il suo numero di telefono e la domanda Ti va di uscire oggi dopo scuola? Andiamo a prendere una cioccolata insieme. Accettai senza esitare. Dopo quella volta uscimmo sempre più spesso e alla fine ci mettemmo insieme il primo giorno dal rientro delle vacanze invernali. Da quel giorno passarono dei bellissimi mesi, durante i quali io credevo di sognare, non mi sembrava vero. Tutto era così perfetto. Il primo vero appuntamento, il primo bacio, la prima volta…»
Inizio a tremare, ricordandomi di tutti i bei momenti passati insieme e di tutte quelle promesse, belle promesse, i nostri buffi progetti su un eventuale futuro insieme, le nostre risate, le chiacchierate, le serate in giro per New York… Devo continuare, però, a tirare fuori. Non importa quanto male faccia. Almeno lui, per adesso, ha diritto di saperlo.
«I veri problemi cominciarono ad agosto, quando lui iniziò a farmi le corna. Lo sapevo che era uno a cui le ragazze piacciono da matti, ma non avevo voluto ascoltare le dicerie su di lui. Lo idealizzavo troppo, ero così accecata dall’amore che provavo per lui che non riuscivo, o non volevo, vedere la lampante evidenza. Solo che però le scappatelle divennero sempre più fitte ed esattamente il giorno dopo il nostro “anniversario” lui mi inflisse il colpo di grazia.»
Mi fermo, di nuovo, stavolta a causa di un singhiozzo che mi spezza la voce e altre lacrime cadono. Perché? Perché ricordarlo è sempre così doloroso? Perché ha voluto farmi così male?
Sento delle mani che mi accarezzano piano le spalle ed una voce cerca di tranquillizzarmi. Povero Mikey, non si merita di vedermi in queste condizioni.
Mi volto e lo abbraccio forte, per ringraziarlo, di tutto. Lui all’inizio rimane spiazzato. Da quando sono qui, è la prima volta in assoluto che faccio un gesto simile di mia iniziativa. Fino ad ora mi sono concessa di donare ai ragazzi solo brevi carezze o di battere il cinque con loro, ma mai un abbraccio. Poi però sento le sue braccia avvolgermi piano, dolcemente, e finalmente riesco a calmarmi un po’, giusto quel che basta per finire di raccontare.
«Il giorno prima lo avevamo fatto per la prima volta e il giorno dopo avevamo deciso di incontrarci a casa sua e passare la serata insieme. Così mi sono preparata come se fosse la sera più importante della mia vita e sono andata da lui. Come sempre ho aperto la porta con la copia delle sue chiavi e sono entrata. Però lui non era in salotto ad aspettarmi, e nemmeno in cucina. Allora sono andata al piano di sopra, alla sua stanza, da cui provenivano rumori strani, ma che non riuscivo bene a capire. Ho aperto la porta e…»
Mi fermo, per l’ultima volta. Ora che sono alla fine, non posso smettere, anche se fa male, davvero tanto, troppo male.
«L’ho trovato a letto con Hilary, quella ragazza che mi diceva di essere la mia migliore amica dalla prima media… L’ho lasciato quello stesso giorno. Non riuscivo ad avercela con lui, lo amavo con tutta me stessa. Lui però, per ripicca, iniziò a dire a tutti che ero una sciacquetta, una puttana brava solo a piangere. Da quel giorno in casa sua non gli ho più rivolto la parola e non lo considero neppure più come persona, stessa cosa per Hilary. Non mi ricordo nemmeno più le loro facce, forse gli occhi di lui…»
Sciolgo l’abbraccio e torno a sedermi sul letto, stremata a causa di tutti quei ricordi fatti riemergere e riaprendo quella ferita che si stava rimarginando a fatica.
«Molti si posso chiedere perchè io ci stia ancora male. Nessuno può capire tutto l’amore che io ho messo in quella relazione, nessuno lo sa…» mormoro, prima di iniziare a piangere di nuovo.
Mikey si siede vicino a me e lentamente mi prende per i polsi e scosta le mie mani dal mio viso.
«Quindi, ogni volta che Luke fa qualcosa, a te viene sempre in mente quello che hai vissuto con questo stronzo?» chiede lui, ricordandomi la reazione di Keli quando le raccontai tutto quello che era successo con Nicholas.
Riesco solo ad annuire e mi alzo per andare in bagno a lavarmi il viso. L’acqua fredda mi dà un po’ di lucidità e comincio anche a ragionare un po’ meglio. Torno in camera e mi metto le scarpe.
«E adesso dove vai?» chiede il mio migliore amico con aria preoccupata.
Prendo un pacchetto di fazzoletti per metterlo in borsa e gli sorrido, infinitamente riconoscente.
«Esco. Grazie Mikey, per tutto. Per esserti preoccupato anche se non dovevi, per avermi ascoltata ed aiutata. Grazie per essere il mio migliore amico.» gli dico prima di abbracciarlo forte, fortissimo.
Lui mi stringe e mi bacia sulla forte. «Tutto per la mia migliore amica, la mia lupacchiotta.»
Ci dividiamo e faccio per dirgli una cosa, ma lui mi precede, leggendomi nel pensiero.
«Con i ragazzi ci parlo io appena esci, tranquilla.»
Gli sorrido ancora e gli un bacio sulla guancia per salutarlo, poi esco da camera mia e scendo le scale. Spero solo che i ragazzi non vengano a chiedermi come sto, perché ora come ora non sarei in grado di rispondere…
Poso lo sguardo sui divani in salotto e noto Ash, Cal e Luke intenti a fissarmi, preoccupatissimi. Sorrido a tutti loro cercando di darmi un contegno.
«Ragazzi, è tutto ok. Adesso esco un po’, ma torno intera tranquilli.» dico prima di aprire la porta ed uscire, incamminandomi senza una meta precisa.
Neppure questa bella giornata riesce a togliermi dalla testa tutto quello che ho ricordato, perché io ricordo tutto, non dimentico, MAI. Per me i ricordi sono una cosa preziosissima, anche quelli più brutti. Ho imparato sulla pelle quanto siano importanti, sia nel bene che nel male…
Non capisco più niente adesso. Il rumore del dolore nel cuore è troppo assordante.
Come fanno le persone a procurarsi così tanto male le une con le altre? Non viene neppure per un istante il senso di colpa?
Ma che me lo chiedo a fare. Avrei dovuto saperlo che non dovevo fidarmi di un ragazzo come Nicholas, ma cosa ci potevo fare? Ero innamorata persa, non vedevo niente di sbagliato in lui.
Ecco com’è nato il testo della mia prima canzone, Bleeding love, l’ho scritta pensando a lui, a me, a noi, a tutte quelle persone che volevano dividerci, persone che odiavo, ma che dopo ho ringraziato in mille e più modi perché, alla fine, avevano ragione…
Svolto l’angolo e mi ritrovo davanti il mare, quell’immensa distesa di blu che ho sempre amato fin da quando possa ricordare. Il mare è forse l’unico posto dove riesco a trovare un po’ di pace. Anche a New York, benché non ci sia la spiaggia, cerco sempre di fare una passeggiata vicino al mare.
L’aria fresca mi fa rabbrividire e mi stringo addosso il cappotto.
È incredibile, a quest’ora a New York sarei stata a Central Park a prendere il sole, qui invece si inizia a sentire il fresco dell’autunno, la mia stagione preferita.
Cammino piano sulla sabbia cercando di non storgermi una caviglia e mi siedo su un gruppo di scogli vicino all’acqua. Prendo il telefono e guardo un’ultima volta la foto che ho con i ragazzi, prima di metterlo in silenzioso, senza neppure la vibrazione.
Chiudo la mente, niente più ricordi. Almeno per questi pochi minuti, devo cercare di non pensare a niente.
 
Il tempo è volato ed io non me ne sono accorta. È così tremendamente rilassante questo posto.
Prendo il telefono in mano, giusto per controllare che ore siano e sbianco. Sono le due di pomeriggio ed ho ben venti chiamate perse, molte delle quali da parte di Michael e Luke. Allarmata, mi alzo e cerco di tornare a casa il più velocemente possibile, con un unico pensiero in testa: Luke.
Luke è il primo a notare se c’è qualcosa che non va, è il primo che si preoccupa, è il primo che mi aiuta, è il primo che cerca di farmi ridere.
Ed io, per essere stupida, l’ho trattato di merda e lui non se lo merita.
Non capisco perché perda così tanto tempo con me. Ok, siamo amici e la nostra amicizia è strana, profonda, ma pur sempre fuori dall’ordinario (anche se sono fermamente convinta che la normalità non esista). Posso capire che, considerandomi un’amica, si preoccupi, ma non così tanto!
Non dico che non mi piacciono le sue attenzioni, anzi, ad essere sincera le adoro, però non capisco perché sono così importante per lui… Probabilmente lui lo fa con tutti ed io mi sto dando solo troppa importanza…
È bene che mi scusi con lui, appena torno. Non si meritava davvero tutte quelle volte in cui non ho fatto altro che allontanarlo quando stavo male.
Lui per me è davvero troppo importante, anche se ci conosciamo da due settimane e so davvero poco su di lui. È dannatamente importante, ma non riesco a spiegare il perché.
Non posso permettermi di trattarlo male. Lui non l’ha mai fatto con me. Devo scusarmi a tutti i costi.
Arrivo davanti la porta di casa ed entro, con il cuore che batte peggio di un tamburo. Lo ammetto sono nervosa, perché non credo di essere pronta a vedere la reazione di Luke alle mie scuse…
I ragazzi sono tutti in salotto e, appena mi vedono, si alzano in piedi e mi vengono vicino, tutti meno che il biondo.
«Io se lo becco quello, non hai idea di come torna a casa!» esclama Ash, con sguardo duro.
«Se ci torna a casa vivo…» continua Cal, sempre con la stessa espressione.
Mikey non dice niente, ma ho la netta sensazione che il suo istinto omicida sia aumentato parecchio. Basta vedere quella strana luce nei suoi occhi.
Sorrido e abbraccio sia il batterista che il bassista, che rimangono sorpresi dal mio gesto, proprio come Michael, poi mi abbracciano forte anche loro.
Bene, posso dire per l’ennesima volta che questi ragazzi sono i migliori del mondo? Tanto lo ripeterò ugualmente all’infinito, perché è la verità. Chi se l’aspettava che avrebbero reagito così, reagito come reagirebbe un amico che tiene parecchio a te? Io no di certo.
Sorrido a tutti loro, che poi mi lasciano un po’ di spazio per andare da Luke.
«Tiralo su di morale. È a pezzi.» mi sussurra Cal nell’orecchio. Annuisco e vado, sentendo in sottofondo i passi degli altri tre che si dirigono in cucina.
Mi fermo davanti a lui, che è seduto sul divano, e prendo il coraggio a due mani.
«Luke.» lo chiamo piano, con la voce strozzata. Strano che il mio corpo abbia deciso di non collaborare, porca misera voce, vorresti darmi una mano? Ho urgente bisogno di te!
Lui alza la testa e sia alza immediatamente in piedi, sovrastandomi con la sua altezza.
I suoi occhi blu mi incatenano come ogni volta, lasciandomi senza respiro, non solo per la bellezza, ma soprattutto perché hanno una strana ombra che li rende tristi. Un’ombra creata dalla mia paura.
Prendo un respiro e, senza dire niente, lo abbraccio.
Rispetto agli altri tre, lui non si stupisce e mi abbraccia forte, come se non volesse lasciarmi andare.
È la prima volta che succede una cosa del genere tra noi due e devo dire che è molto meglio di quanto immaginassi. Morbido, caldo, bellissimo. Perché sì, questo credo sia l’abbraccio più bello che abbia mai provato in tutta la vita! Non ci sono abbastanza parole per descriverlo appieno, è un qualcosa che non ha limiti e qualità trovabili sulla terra.
«Scusa.» riesco finalmente a dire dopo qualche istante di assoluto silenzio tra di noi.
Lui per tutta risposta mi stringe più forte, facendomi andare il cuore in iperventilazione, da quanto batte veloce. «Non importa, tranquilla.» dice, facendomi andare in bestia.
Faccio per allontanarmi da lui e dirgli tutto, dandogli le scuse che si merita, ma lui non mi lascia andare. Allora batto un pugno sulla sua spalla e continuo a parlare.
«Non importa? Non importa, dici? Cazzo, ti ho fatto stare di merda con quello che ho fatto, a causa dei miei ricordi che venivano a galla. L’ho notato tutte le volte, cosa credi? I tuoi occhi non mentono, mai! Vedevo tutte le volte quell’ombra che affievoliva la luce del tuo sguardo. E credimi se ti dico che ogni volta mi sentivo morire. Stamattina è stato il colpo di grazia, sia per te che per me. Quindi non dirmi che non importa, perché a me di te importa, e tanto! Anche se ci conosciamo da poco, sei diventato una delle persone più importanti della mia vita, come gli altri. E l’ultima cosa che mi sogno è di farti star male! Non me lo perdonerei mai!»
Ecco, ora gli ho detto tutto, ma proprio tutto quello che pensavo. Lo so, le parole non sono abbastanza, perché alla fine sono i gesti che contano davvero.
Sento il cuore che batte velocissimo, come se volesse uscire dal petto da un momento all’altro.
Lentamente Luke mi allontana da sé e mi sorride, un sorriso dolce, sincero, luminoso ma, soprattutto, felice!
Probabilmente il mio cuore scoppierà da un momento all’altro da quanta gioia prova, ma è uguale. L’importante è che Luke sia di nuovo di buon umore.
Gli sorrido e gli scompiglio i capelli, una cosa che ho sempre voluto fare fin da quando ho iniziato a seguirli.
Lui sorride e mi da un bacio leggero sulla fronte per poi abbracciarmi di nuovo.
E di nuovo quelle fantastiche e bellissime sensazioni mi invadono di nuovo, bloccandomi il respiro per un istante.
Ed ora capisco

Luke non è Nicholas.
E questo mi basta per mettere a tacere i miei ricordi, spero per sempre.

Ciao!

Scusatemi il lieve ritardo. Causa? Scuola :/. Uffa, già ci stanno stressando e siamo solo a fine settembre :(. Voi, che mi dite? Scuola tutto ok? Amici? Amore? Spero vada tutto bene :) :D <3

In compenso, parlando della storia, che colpo! Cioè, povera Leti :(. Nicholas è veramente uno stronzo >.< !

Domandina per voi: secondo voi, come reagiranno i ragazzi quando scopriranno questa parte della vita di Letizia?

Fatemelo sapere, sono curiosissima di leggere le vostre idee o i vostri scleri ;) <3

Grazie di tutto e a presto, Letizia <3

Ovunque sei || l.hOù les histoires vivent. Découvrez maintenant