Impostor

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Quando raggiungemmo il tavolo occupato da Simon, Austin e alcuni loro amici, per fortuna la situazione non era così drammatica come avevo temuto.

Zoey era lì, proprio di fianco alla sedia su cui si era sistemato il nostro amabile quarterback.
Tuttavia, lo sguardo del ragazzo sembrava più incuriosito e perplesso, piuttosto che arrabbiato.
Anche gli altri ragazzi seduti al tavolo stavano prestando attenzione alla rossa, guardandola chi con la stessa perplessità del corvino e chi con un sorriso divertito sulle labbra.
Austin apparteneva alla seconda categoria.

- Non sento niente da qui. Cosa starà succedendo? - Si chiese Katherine, osservando la scena da un paio di metri di distanza. Il suo sguardo indugiò per alcuni istanti su Simon, probabilmente chiedendosi chi diamine glielo stesse facendo fare. Alla fine però emise un leggero sospiro e scrollò le spalle.  - Avviciniamoci. -

Sentenziò. Quindi, procedendo a spintoni in mezzo alla folla, aprì un passaggio anche per me e Gwendolyn, permettendoci di raggiungere gli altri.

- ...E questi sono i motivi per cui non mi piace il football. -

Fu ciò che sentii dire da Zoey non appena mi fui avvicinato abbastanza da riuscire a sentire la sua voce.

Sbarrai gli occhi dallo sconcerto. Cosa stava facendo? Lo sapeva che i sette ragazzi seduti a quel tavolo facevano tutti parte della squadra di football della scuola? Per caso stava cercando di inimicarseli tutti in una sola volta?

- Hai portato dei punti molto interessanti, non c'è che dire. -

Commentò Austin, facendo scoppiare a ridere un paio dei ragazzi seduti vicino a lui, gli altri invece furono più controllati e si limitarono a sorridere.

- Pensavo fosse giusto esporvi la mia opinione. - Replicò la rossa con un'alzata di spalle. - Dato che in futuro potrebbe capitarci di uscire nuovamente insieme, ho pensato che fosse il caso di chiarire fin da subito come la pensassi. Così che, se in futuro diventassimo amici, non ve la prenderete con me se non vengo ad assistere alle vostre partite. -

- Figurati. -

Borbottò Simon a denti stretti.

- È davvero gentile da parte tua. -

Commentò, giusto un po' sarcasticamente, uno degli altri membri della squadra (così poco importante che non ricordo quale fosse il suo nome. Quindi, in caso dovesse fare qualcos'altro degno di nota, mi riferirò a lui come a Ragazzo A), suscitando con quella semplice frase un nuovo moto di ilarità tra i suoi compagni.

- Da quand'è che siete amici della pazza? -

Chiese con incredibile tatto un altro ragazzo (che invece chiameremo Ragazzo B), ricevendo in tutta risposta uno sbuffo da parte di Simon e un'alzata di spalle di Austin.

- Vuoi sederti? -

Le propose invece Ragazzo C, colpendo un paio di volte sullo schienale della sedia che aveva accanto.

A quel punto avvenne un divertente scambio di sguardi tra i sette ragazzi seduti al tavolo.
Simon si voltò di scatto verso  Ragazzo C, fulminandolo con lo sguardo. Quindi ragazzo C si voltò verso Austin, con un misto di panico e implorazione. A quel punto Austin guardò uno per volta anche Ragazzo A, B, D ed E, e trovando in tutti i loro sguardi la medesima richiesta, annuì leggermente con il capo e poi si voltò verso Simon. Quest'ultimo, nel vedersi improvvisamente contro sei paia di sguardi, non potè che sbuffare e alzare lo sguardo al cielo, azione che venne interpretata dagli altri come un "fate un po' come vi pare", ovvero "sì".
E tutto ciò avvenne nel giro di tre secondi netti.

Zoey però non attese la loro risposta e così quando Austin si voltò verso di lei per dirle che poteva sedersi, strabuzzò gli occhi non trovandola nello stesso punto in cui l'aveva lasciata. Solo un attimo dopo, però, si sentì il suono di una sedia che veniva trascinata e la rossa ci si buttò di peso senza fare complimenti, iniziando a favorire dei numerosi stuzzichini e antipasti sparsi di fronte a lei senza neanche degnarsi di chiedere il permesso.

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