Quarterback

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Imbarazzante?
Indubbiamente, ma credo che non renda abbastanza l'idea.

Disagiante?
Fin troppo, ma negli ultimi tempi avevo vissuto ben di peggio.

Fuori luogo?
Ancora peggio di andare in costume in una spiaggia per nudisti, ma non era quello il punto.

Umiliante?
Sì, esatto.
Credo che non esista parola migliore per descrivere quella situazione.

Chinai il capo di scatto quando mi sentii addosso gli sguardi perplessi e diffidenti dei due ragazzi.
Quindi lanciai un'occhiata assassina in direzione di Zoey, ma lei stava parlando con Britney e non ci fece caso.

Per fortuna era abbastanza buio da riuscire a ignorare i loro sguardi. O almeno, abbastanza da poter fingere di averli ignorati.

- Che hai? - Mi chiese Gwendolyn, stringendosi nella giacca per il freddo. - Prima fai tante storie per venire e poi metti il muso? -

- Non sto mettendo il muso. - Replicai stizzito. - È solo che preferirei di gran lunga essere a casa mia in questo momento. Lo sai benissimo che non mi piace uscire la sera. -

- Lo immaginavo... Quindi è stata lei a costringerti, eh? -

Chiese, accennando con il capo in direzione di Zoey.

Io scrollai le spalle.

- Ma si può sapere che cos'ha? - Sospirò lei ruotando gli occhi. - Improvvisamente ha capito di volere una vita sociale e ha deciso di trascinare anche te nella sua impresa? -

- Una specie... - Mormorai. Quindi, per cambiare argomento: - Allora... Come ti vanno le cose ultimamente? -

Lei, già con le labbra socchiuse in procinto di continuare a farmi il terzo grado, a quella domanda ammutolì, lanciandomi un'occhiata diffidente.

- Che intendi? -

- Beh, sai com'è Tsun... Cioè, Gwendolyn. - Dissi, correggendomi appena in tempo. Lo sapevo che mi sarei pentito subito di aver fatto quella dannata promessa. - Solo quattro o cinque ore fa ti ho chiesto di convincere Katherine a includere me e Zoey a una delle uscite del suo gruppo uno di questi giorni, ed ora eccoci qua. Questa sera stessa. Viene da pensare che lei abbia accettato la tua proposta non appena gliel'hai accennato. -

- Pensava fosse un'appuntamento. - Mi rispose lei, con uno sbuffo che era quasi una mezza risata. - Ma quando poi le ho spiegato nel dettaglio di cosa si trattava, ormai aveva accettato, quindi non poteva più ripensarci. -

- Sei terribile. - Risi, scuotendo il capo. - Ma quindi ora state insieme? -

- Una cosa del genere. - Rispose di getto, chinando lo sguardo dall'imbarazzo mentre il volto le diventava rosso fino alla punta delle orecchie. - Non mi è molto chiaro al momento, ma... Diciamo di sì. Almeno credo. -

- Beh, Katherine lo crede di sicuro. -

Replicai non appena notai che la bionda, separata da noi da una barriera costituita da quattro adolescenti (alias: Zoey, Simon, Austin e Britney), stava guardando fisso nella nostra direzione mentre camminava.
Non potei fare a meno di chiedermi da quanto tempo ci stesse osservando.
Ancora un po' e sarebbe diventata pure lei una yandere.

- Comunque... - Riprese Gwendolyn, dopo aver rivolto un rapido sguardo alla sua fidanzata-o-qualcosa-del-genere-almeno-crede. - Sempre parlando di relazioni umane, si può sapere cos'è successo tra te e quei due? - Mi chiese, facendo un cenno con il mento in direzione di Austin e Simon.

- Niente. - Risposi all'istante, alzando le spalle. - Perchè? -

- Perchè quando ci siamo incontrati, non hai rivolto a nessuno dei due neanche uno sguardo o una stretta di mano. Li hai salutati guardando da tutt'altra parte. Invece a me, Katherine e Britney ci hai quasi strangolate. È stato strano. Parecchio strano. Pensa che all'inizio volevo quasi suggerire di fare un salto in farmacia, credendo che forse non stessi bene. -

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