Capitolo 9 "La rissa"

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-Ruby, perchè ho sempre in testa quei due occhi?- chiese la bionda, mentre sottobraccio all'amica si incamminava verso la stazione. Erano uscite di casa e avevano giustificato il tutto come una "notte focosa tra compagne d'avventura"; Mary Margaret aveva solo spalancato gli occhi per poi ingoiare il gozzo in gola e annuire.
-Non ne ho idea, vorrei essere in quella tua piccola testa e capirlo. Cioè, sei andata alla festa, l'hai vista, hai fatto uscire la bava dalla bocca e te ne sei innamorata? Cazzo sei peggio di me!- rispose la rossa mentre portava la chitarra di Emma, la quale era troppo indaffarata a portare un peso nel petto per portarne un altro sulla spalla.
-Ti prego, non sei per niente d'aiuto... avresti dovuto essere lì con me! Te l'ho detto per giorni e tu hai solo scopato con Dorothy.- ribatté la bionda girandosi e ammiccando verso Ruby che immediatamente diventò rossa come i suoi capelli.
-Cosa avrei dovuto dirle? Era in calore e dovevo accontentarla... siamo nel periodo degli amori e tu ne sei l'esempio vivente! Non voglio sapere cosa pensa qualcuno lì sotto.- concluse l'amica rivolgendo lo sguardo verso Emma che si ammutolì mettendo un broncio.

Si strinsero l'una all'altra e scoppiando in una genuina risata svoltarono verso destra per prendere l'ultima via che le avrebbe portate alla stazione. La luna troneggiava alta nel cielo notturno e tutt'intorno ad essa un alone bianco apriva l'universo mentre le luci delle case accompagnavano il cammino delle due amiche.

-Oddio Em! Ci sono le bancarelle! Ti prego, ti prego, ti prego ci fermiamo a vederle?- le chiese Ruby saltellando su stessa. -C'è lo zucchero filato!- esclamò urlando prima di lanciarsi nella bolgia di persone che alimentavano l'emozione della ragazza. Emma scosse la testa e ridendo si mise a rincorrere la rossa che era già sparita tra le luci del piccolo mercatino.

La bionda fece un gran respiro quando si accorse di aver smarrito l'amica; era sempre stata così, fin da quando era piccola. Sentiva odore di zucchero filato? Vedeva un luna park? Lei correva come una bimba che sta per coronare il suo sogno d'infanzia. Così pensò di fare un giretto tra i banconi per vedere se c'era qualcosa d'interessante o qualche strambo cimelio; si avvicinò e cominciò a spulciare nel castello di oggetti.

Con due bustine verdi Emma si allontanò dalle bancarelle per cercare nella borsa il suo telefono, era abbastanza difficile visto che nella borsa Ruby l'aveva costretta a mettere più cose di quante credeva di averne nella sua stessa stanza. Trovato il vecchio aggeggio compose il numero e dopo tre squilli l'interessata ripose.
"Dimmi tutto!" Esclamò dall'altra parte la rossa
"Dove minchia sei? Ti sto aspettando davanti al negozio di scarpe, vieni subito che andiamo alla stazione."
"Rilassati va tutto bene, ho incontrato una ragazza molto carina, mi sta fissando da tanto..."
"Non mi importa nulla, vieni qui immediatamente e non fare la bambina. Ce l'hai ancora la mia chitarra, giusto?" Chiese allarmata la bionda.
"Certo Em, non me la sarei mai persa. Aspettami, arrivo."
Ruby attaccò ed Emma ripose il telefono dentro la borsa di pelle nera. Non le piaceva per niente ma l'amica le aveva assicurato che era alla moda, quindi l'aveva indossata; inoltre i piedi le cominciavano a fare male, quei tacchi non li avrebbe messi mai più.

Si appoggiò ad un muretto, consapevole che la rossa sarebbe arrivata non prima di sette o otto minuti e piegò la gamba sinistra per bilanciare meglio il peso. Mentre si guardava intorno notò una scena alquanto divertente: due ragazzi - forse fidanzati - che litigavano, ormai ne aveva visti a migliaia di litigi ma non si sarebbe mai aspettata che il ragazzo avrebbe cominciato a menare la ragazza qualche secondo dopo.
Emma si staccò dal muretto di qualche centimetro e, ringraziando le lezioni di karatè prese per qualche mese l'anno passato, si lanciò verso la coppia.

-Scusami tanto, non vorrei intromettermi, ma non dovresti menarla...- disse la bionda, dopo aver allontanato i due giovani; era sera e non c'erano lampioni in quella zona quindi era difficile evidenziare i volti dei due.
-E tu chi saresti? Spostati!- l'uomo, dalla voce Emma aveva capito che aveva più di trent'anni, le diede uno spintone e l'allontanò di qualche metro. -Se voglio menare la mia ragazza, non devi intrometterti, hai capito?- continuò, ringhiando.
-Beh, tu...- la bionda si alzò e puntò il dito verso il naso del muscoloso ragazzo. - Tu non diresti comunque farlo, non si menano le donne!- esclamò poi, domandandosi da dove provenisse quel coraggio.
-Ti prego, vattene via, potresti farti male...- ammise la ragazza, in ombra.
-Non ti lascerò in balia di questo qui!- disse la bionda mettendosi proprio di fronte all'uomo i cui occhi erano ormai infuocati.
-Cosa cazzo c'entri tu qui? Ho detto di andartene...-
-Emma, va... va tutto bene?- chiese impaurita Ruby che aveva assistito a tutta la scena da lontano. Era corsa verso lei quando l'aveva vista a terra ma non era stata abbastanza audace per avvicinarsi e aiutarla.
-Tranquilla, allontanati... devo fare fuori questo qui!- le rispose, prima di dare un pugno proprio in mezzo alla faccia del ragazzo. Immediatamente spalancò gli occhi, accorgendosi più tardi dell'azione che aveva appena compiuto; si allontanò di qualche passo indietro e si portò le mani alla bocca.
-Cosa hai fatto? Cosa cavolo hai appena fatto?- chiese infuriato l'uomo che con passo svelto si avvicinò ad Emma per poi prenderla per il colletto della giacca e alzarla leggermente. -Non hai idea di cosa ti succederà...-
-E tu non idea di cosa succederà a te, lasciala andare immediatamente!- urlò un agente che si era avvicinato per vedere se tutto andava bene.
Il ragazzo si girò rabbioso verso la voce e lasciò andare la bionda la quale cadde a terra, ancora... colpa dei tacchi. -Non è come sembra, io non le avrei fatto nulla.- si giustificò alzando le mani in segno di resa.
-Certamente, ne parleremo più tardi. Tu, come stai? Ti ha fatto del male?- chiese alla ragazza, la quale si era allontanata di qualche metro.
-Io sto bene...- ammise alzando le spalle; era completamente oscurata, la luce della luna faceva si che apparisse nera. -Mi dispiace tanto, non sarebbe dovuto succedere...- continuò.
-Non preoccuparti, basta che tu stia bene. È il tuo fidanzato?- chiese l'agente rivolgendo lo sguardo verso l'interessato.
-Lo era... abbiamo rotto ormai.- rispose solamente.
-Come si chiama? Non credo che lui voglia dirmelo...- domandò ancora.
-Daniel Colter.- disse guardando con disprezzo l'uomo. -Perché cazzo l'hai fatto? Lo sai che ti amavo!- proseguì lei mentre qualche lacrima brillava sul suo volto alla luce del cielo notturno.
-Sei solo una puttana!- esclamò mentre l'agente lo portava via.
-Si si, ne riparleremo in caserma.- ribatté l'uomo in divisa mettendo le manette a Daniel.

La ragazza si buttò a terra piangendo e le due amiche non persero tempo per mettersi vicino a lei. La bionda le mise una mano sulla spalla e quando quest'ultima alzò il volto, Emma fu sicura di aver perso almeno un battito.

To be continued...

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⏰ Última atualização: Apr 28, 2019 ⏰

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You were my angel ➳ swanqueenOnde histórias criam vida. Descubra agora