6.

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«Mamma» urlò il ragazzo scendendo le scale.
«Non trovo le mie cuffiette» continuò, fermandosi a metà scala e annusando l'aria.
«Sono qui, vieni in cucina» sentì dire a sua madre e con passo lento si avvicinò alla cucina sempre più consapevole di quello che stava per succedere.
L'ansia gli invase le vene e la testa iniziò a fare mille pensieri come
"No! Non sta succedendo davvero, è solo un sogno"
E
"Ok niente panico...  scappo dalla finestra"

Arrivò in cucina con una lentezza disarmante, il sorriso in volto cercava di nascondere l'imbarazzo che stava provando in quel momento ma infondo aveva un moto di piacere nel rivedere quel ragazzo dopo tanto tempo.
«Oh finalmente» fece la signora alzandosi dal divano.
«Ti stavamo aspettando» disse indicando l'altro ragazzo seduto dietro di lei
«Ehi ciao» disse quello con un sorriso smagliante, come se fosse tutto nella norma.
«Ci-ciao» rispose Steve alzando una mano per salutare.
«Sono venuto a prenderti per andare al cinema» disse continuando a sorridere.
«Stavo giusto dicendo a questo bell'Alpha che eri quasi pronto» disse lei in tono calmo.
«Peccato non ne sapessi niente» sbottò Steve incrociando le braccia.
«Sorpresaaa» fece l'altro gesticolando con le mani e con una faccia da cretino.
"Mio dio cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?" pensò alzando gli occhi al cielo.

«Bene noi andiamo, sarò qui entro mezzanotte promesso» disse l'Omega sull'uscio della porta.
«Oh tranquillo, fai pure con calma» continuò lei con un sorriso malvagio.
«Mamma? Smettila, sei inquietante» disse il ragazzo girandosi e andando verso Law che nel frattempo stava infilando una borsa nel bagagliaio.

«Allora, dove andiamo di bello?» chiese Steve allacciandosi la cintura.
«Al cinema, ti va?» chiese Law imitandolo.
«Sii, è da un botto che non ci vado» esclamò entusiasta il minore.
«Ottimo» sorrise l'altro.
Per tutto il tragitto i due scherzarono e si rilassarono come buoni amici, lanciandosi occhiate sfuggenti e cariche di voglie non espresse.


«Ehi ma non avevi detto che andavamo al cinema?» chiese perplesso guardando il posto in cui si erano fermati, era un grosso palazzo, con una specie di reception al piano terra e posteggi auto fuori.
Il ragazzo scese dall'auto continuando a osservare il palazzo, capendo infine di cosa si trattava.
«Ma questo è un albergo!
Perché siamo in un albergo?» chiese il minore alzando di qualche tono la voce, per risalire subito in macchina.
«Ehi...» fece Law tornando dentro per guardare negli occhi l'altro.
«...ho solo pensato che dopo cena e il film, saremo piuttosto stanchi, quiindi ho prenotato una camera» disse tranquillo il ragazzo, ma Steve si accorse che in realtà era un po' nervoso, gli stava mentendo e lui l'avrebbe fatto cedere.
«Solo?» chiese allora, incrociando le braccia al petto.
«Solo» risposte atono, grattandosi la nuca con una mano.
«Ascolta, se vuoi che questa cosa vada avanti, c'è solo una cosa che pretendo, la lealtà.
Quindi non mi mentire» disse molto dolcemente l'Omega, ricambiando lo sguardo dell'altro.
«Ok va bene, scusa.
Beh non ti ho mentito, davvero l'ho preso solo per quel motivo, però non è quello principale.
Ecco... è da quando ci siamo conosciuti che...» disse per poi bloccarsi un attimo, intento a girarsi i pollici per l'imbarazzo.
«Che...?» lo spronò l'altro, cercando di non pensare a quanto fosse bello quel ragazzo e in quelle condizioni.
«...che vorrei poter passare una notte insieme a te, tenerti stretto e abbracciarti, addormentarmi con il tuo profumo e il tuo calore» sbottò tutto d'un fiato.
«Ok, posso farti una domanda?» disse abbassando lo sguardo, visibilmente serio.
«Tutto quello che vuoi» rispose accondiscendente.
«Pensi che sia la cosa giusta?» chiese ancora con tono incerto.
«Voglio passare più tempo possibile con te senza pensieri, cenare, andare al cinema e il giorno dopo svegliarmi con te accanto.
Ho questo desiderio, non per forza dobbiamo farlo, non per forza dobbiamo scopare» rispose serio, cercando un contatto fisico con la mano, che non ebbe.
«Quindi fai tutto questo solo per delle semplici coccole?» chiese ancora, un po' più rilassato.
Aveva già avuto la risposta che gli serviva, sapeva quando qualcuno mentiva, aveva un sesto senso per queste cose e quell'Alpha non lo stava facendo.
«Assolutamente sì, solo per quello. Io voglio le tue coccole e voglio farle anche a te» rispose ancora serio, allungando di nuovo la mano per accarezzargli un braccio.
Quel contatto fece decisamente calmare entrambi, ristabilendo una sorta di legame che fino a poco prima si stava crepando.
«Quuuuindi se ti dicessi che oltre i baci non andremmo?» fece l'altro ridacchiando sotto i baffi, ormai aveva ottenuto quello che voleva ma era stato troppo facile e non c'era gusto.
«Allora, io non voglio dormire con te per ~scopare~ , ma per le coccole...» disse cambiando tono alla pronuncia di quella parola, come se il solo suono lo infastidisse.
«...poi se succede, vuol dire che il destino ha voluto così ma sta sicuro che l'intenzione non è molestarti» concluse continuando a guardarlo negli occhi.
Scatenando l'ilarità del più giovane, che improvvisamente scoppiò a ridere senza sosta.
«"Molestarti"» disse continuando a ridere con le lacrime agli occhi.
«Ti va bene, allora?» chiese Law prendendogli le mani e baciandole dolcemente.
«Sì» rispose il minore arrossendo visibilmente.

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