XLVII

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«Siamo rimasti lì fino ad adesso, Will è nella squadra di atletica e i club si ritrovano nell'orario pomeridiano, questo lo sai anche tu. Che vuoi?» sbottò nervoso.

Guardai a terra con un pessimo presentimento. Andy mi guardò e sorrise, capendo. Si alzò dal divano e camminò verso di noi.

«Voglio solo la verità, nulla di più. Cosa sono quegli occhietti spaventati, non mordo mica» tentò di tranquillizzarci, notando il nostro sguardo preoccupato. Si tirò in avanti e annusò piano Drogo. «È incredibilmente curioso come tu possa tornare a casa con la pelle che puzza di sudore, ma i vestiti miracolosamente puliti.»

Drogo si allenava con la tuta o con le divise di football, cambiandosi negli spogliatoi. Quando gli allenamenti tardavano a finire faceva la doccia a casa, era ovvio che in quelle occasioni i suoi vestiti fossero più puliti della sua pelle, appiccicaticcia e sporca di terriccio. Avevamo fatto tutto di nascosto, i corsi in più, le uscite fuori, perché avevamo scoperto cose di noi stessi che non immaginavamo nemmeno. Continuavamo a tenere d'occhio Will, non con sguardo sospettoso, eppure ci distaccammo e ognuno prese a fare ciò che gli interessava maggiormente, distraendosi.

«Ho chiamato la scuola, prima» ci informò con malizia «e il preside mi ha subito messo al corrente della nuova promettente entrata nella squadra di football, da più di un mese oramai.»

Drogo rabbrividì e la sua pelle perse colore. «Siamo solo andati a mangiare qualcosa, Will era con noi» lo informò veloce.

«E tu» parlò a me. «Pensavi che non lo venissi a sapere? Sono entrato nel server della scuola e ho fatto una ricerca con il tuo nome. Ti sei iscritta a dei corsi di guida scolastici. Mi domando perché, se Baker non lo aveva fatto. Anzi, voi due insieme avete orari completamente differenti dal suo. Mi vengono molti dubbi a riguardo. Sapete cose di Will che io non so, oppure state deliberatamente mettendo il vostro sollazzo prima dell'incarico?» ci interrogò e sapevo che dovevamo dare una risposta convincente. «Allora? Nessuno mi dice nulla?»

«Andy, non possiamo tenerlo d'occhio ogni secondo. Abbiamo comunque molte lezioni diverse, a volte ci incontriamo solo a mensa. Ryo e Hejji lo fanno al posto nostro finché è nelle vicinanze» spiegai calma.

«E quando non è nelle vicinanze?» riprese furbo. «Già, quello dovrebbe essere compito vostro, maledetti idioti. C'erano delle cose a cui non avevo risposta, per esempio gli orari, le onde GPS anomale, perciò ho chiesto a Lancer di tenere d'occhio voi due, oggi, e non Will. Soprattutto tu.» Mi indicò. «Oh, anche ad un occhio inesperto sarebbe palese il tuo senso di estrema protezione verso i confronti di quel ragazzino. Me ne sono reso conto dalla tua discussione di ieri pomeriggio con Damian. Non volevi proteggere tutti i soggetti, ma solo uno: il tuo piccolo Will.»

«No, non è così...» mormorai intimidita.

«Tu provi paura solo quando sai di aver fatto qualcosa di male, altrimenti saresti rimasta calma e mi avresti ribadito la tua versione. Ti conosco da quando piccola, non sperare di darmela a bere anche questa volta, Penny.» Alzò la mano e mi rifugiai nelle spalle, pensando volesse tirarmi uno schiaffo. Drogo trasalì di paura e Ryo si attizzò attento. Mio fratello si limitò a farmi una carezza sul viso. «Cos'è cambiato da allora?»

«Ti giuro che era solo un'uscita in compagnia» assicurai tremante.

Lui non si mosse e Drogo confermò. «Ci siamo solo rilassati, pensavamo che Will non fosse più pericoloso e che il caso fosse oramai chiuso» borbottò colpevole. «Mi sono iscritto alla squadra di football per avere più tempo per me, ero stufo di stare sempre vicino a Penny e Will. La colpa è mia, non sua. Starò più attento.»

Andy rise forte e gli appoggiò le mani sulle spalle, scuotendolo leggermente. «Oh, sì, hai ragione. In questo momento sono più arrabbiato con te, credimi, e il cielo mi perdoni per quello che vorrei fare alle tue ossa in questo momento. Ho spulciato nella tua camera, papà ti aveva mandato dei soldi come regalo e ho notato che li hai spesi molto bene, dal computer nascosto sotto il materasso.»

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