Capitolo 37

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Nel frattempo, Rosalie...

Il tempo scorreva abbastanza velocemente.

I gemelli erano comodamente posizionati tra le mie braccia. Agitavano in aria le loro piccole mani strette a pugno, mentre emettevano gridolini e facevano smorfie bizzarre.

Erano così piccoli e allegri. Per me sarebbero stati esattamente come Renesmee: i figli che non avevo mai avuto.

Li avrei trattati e cresciuti come tali.

Sarei stata la zia con cui confidarsi sui primi amori. La sorella con cui battibeccare in continuazione. La nonna amorevole che li avrebbe coccolati e riempiti di ogni genere di leccornie.

Sarei stata tutto ciò di cui loro avrebbero avuto bisogno.

Osservavo i piccoli con occhi luccicanti. Ero totalmente innamorata di loro.

Della loro innocenza così pura, della vita che avrebbero potuto coltivare, dei cambiamenti che avrebbero ben presto subito.

Eppure, erano delle incognite per noi.

Mezzi licantropi, un quarto vampiri ed un ultimo quarto umani. Cosa sarebbero diventati?

Forse i Volturi avrebbero usato questo come pretesto.

Forse si sarebbero recati qui.

Così, velocemente scesi le scale del portico, nonostante reggessi ancora i bambini. In giardino, infatti, si trovava Seth nelle vesti di licantropo, pronto a proteggerci tutti.

"Seth, sta' attento. Probabilmente vogliono i gemelli. Proteggili a costo della tua stessa vita. Io farò lo stesso, lo prometto" dichiarai al licantropo. Seth sollevò ed abbassò il grosso capo con un cenno d'assenso ed io tornai in casa.

Ben presto la piccola Elizabeth si addormentò, così la posai nella sua culla rosa.

E.J., però, avvertendo l'assenza della sorella, iniziò a piangere e a dimenarsi.

"Ehi, Jay, sh, così sveglierai tua sorella" tentai di calmarlo, mentre freneticamente lo cullavo su e giù tra le mie braccia.

Eppure, il piccolo non si calmava.

"Vuoi che ti canti una ninna nanna? D'accordo. When you wish upon a star, makes no difference who you are" tentai un'altra volta, iniziando a canticchiare sottovoce la melodia di "When you wish upon a star".

Nonostante ciò, anche questo tentativo si rivelò completamente inutile. Inoltre, nonostante la mia bellissima voce, il fagottino pianse ancora più forte.

"Ok, non ti piace. Ho capito, la smetto!" alzai un tantino la voce, sfiorando la disperazione.

"Dai piccolino, se il tuo papà ci dovesse sentire attraverso i pensieri di Seth potrebbe preoccuparsi e farsi male" cercai di comunicare lui, come se davvero potesse in un qualche modo capirmi.

Eppure, parve funzionare. Appena pronunciai il nome di Jake, Jay si zittì completamente.

"Oh, quindi serve parlarti dei tuoi genitori per non farti piangere eh! Allora vuoi andare dalla tua bellissima mamma?" domandai a Jay.

Anche questa volta, lui parve capire, tanto che si protese in avanti, verso il giaciglio su cui era distesa Renesmee.

Sarebbe stato un bene condurlo lì? Sì, sia Renesmee che Jake lo avrebbero voluto.

"Va bene, piccolino. Ma stai attento, perché la mamma è tanto stanca e vuole dormire" lo avvisai guardinga.

No, non avrei detto lui che sua madre stava rischiando di morire. Non mi avrebbe capito, ma dirlo a parole sarebbe parso troppo vero.

Moon and Sun (COMPLETA)Where stories live. Discover now