Capitolo 17

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Ci svegliamo la mattina dopo grazie alla luce che entra dalla finestra a il cinguettio degli uccellini, oggi abbiamo deciso di farci un giro nel centro e andrò con Noah a vedere l'università dove lavorerà, io l'anno prossimo andrò in quinta superiore, grazie alla preparazione che ho avuto in America.

Ho scelto l'indirizzo di finanzia e marketing, così riuscirò a diventare una professoressa.
Ci vestiamo molto velocemente, e lo porto nel bar dove facevo sempre colazione da piccolina.

Arriviamo nel bar e rimango sorpresa dalla mia vista, Simone, era il barista che tutte le mattina serviva la colazione a me e ai miei genitori, lo amavamo, pensavo se ne fosse andato, e invece.

"Simonee, oddio" urlo correndo verso di lui
"M-maja? Oddio piccola come sei cresciutaa, che fine avevi fatto? Non ti vedo da un sacco, ma sei sempre più bella, la mia nipotina" per lui era come mio nonno, Noah non sta capendo niente ed è attaccato alla porta del bar
"Sono andata dalla cugina di mio padre quando i miei sono morti, e ho conosciuto lui, è il mio ragazzo, poi lei è morta e ci siamo trasferiti qua di nuovo, e aspettiamo una bambina"
"Oddio Noah vieni qui, figliolo"
Si avvicina e Simone lo abbraccia, inizialmente lui sembra un tronco, poi si scioglie, io sto ridendo come una scema.

Passiamo una 20 di minuti a parare e scherzare, poi ci sediamo e io prendo la solita cosa che prendevo sempre, cornetto al cioccolato e cappuccino, e ordino lo stesso anche per Noah.

Ci alziamo e andiamo a farci un giro nel centro, e prometto a Simone una cena e che diventerà nonno di Meg.

"Ci sediamo un po'? Mi fanno male i piedi"
"Eh no signorina, voglio andare a vedere ponte vecchio" dice mentre mi prende a mo di sposa, stiamo entrambi ridendo, non so se abbiamo mai riso così tanto insieme, in questo momento siamo una famiglia perfetta.

Arriviamo sul ponte, prende un lucchetto e ci segna le nostre iniziali, e lo attacchiamo al ponte, come dei turisti, mi riprende in braccio e mi porta fino a casa, mi fa sdraiare sul divano e si mette sopra di me
"Sono felice, con voi, qui, non vedo l'ora di iniziare questa vita in tre, ti amo, da impazzire e Firenze é così bella Amore"
Ci baciamo, un bacio lungo e passionale.
Si alza e va a prepare un piatto di pasta mentre rimango stravaccata sul divano mentre la piccolina continua a scalciare. Porta sul letto delle tovagliette e un piattone di pasta, quando abbiamo finito laviamo i piatti e riprendiamo la nostra camminata, Noah ha appuntamento per le 17:30 quindi abbiamo ancora del tempo.
Andiamo a fare delle compere per la casa nuova e andiamo verso l'università.
É molto bella, gli fanno fare un giro e gli presentano le varie aule, é molto emozionato.

Ci fermiamo in un bar vicino casa, l'università non é molto lontana, prendiamo una Coca Cola e delle patatine, sto mangiando troppo, ma mangio per due quindi mi é consentito
"Allora piccola piaciuta l'università?"
"Molto, a te?
"Tantissimo, non pensavo fosse così bella"
"Sono felice ti piaccia, spero che tu possa star bene qui"
"Con te starei bene ovunque"
"Ti amo."
"Anch'io, ti amo anch,io."

3 mesi dopo
Sono passati tre mesi, sono all'ottavo mese, la pancia cresce a dismisura, io e Noah stiamo benissimo, si é fatto già degli amici, io ho conosciuto due ragazze, Giulia e Sara, ci stiamo trovando molto visto che sono a casa tutti i giorni, anche se adesso riesco solo a stare sdraiata.
Ogni tanto mi sento con Samantha, ha partorito al sesto mese, é un bambino, l'ha chiamato Mike, é ricoverato in ospedale da allora, fa fatica a crescere e a respirare da solo. Con Jack va tutto bene, almeno così mi dice, ed é riuscita a farsi piacere da George, appena il bambino starà bene ha detto che verranno a trovarci.

Siamo riusciti a fare la camera per Meghan, manca veramente poco e siamo entrambi  emozionati

Siamo riusciti a fare la camera per Meghan, manca veramente poco e siamo entrambi  emozionati

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Noah torna a casa, era andato a far spesa, inizierà a lavorare a settembre, con l'anno nuovo.
Vado in cucina con molta difficoltà e inizio a mettere via la spesa quando ad un tratto un forte dolore mi colpisce il basso ventre
"Ah che male, Noah" urlo piegata a metà dal dolore.
"Maja, oddio, stai bene? Che succede?"
"Niente tranquillo, è passato" il dolore mi è passato, passano 20 minuti e quel dolore ritorna.
Io e Noah corriamo in ospedale penso sia arrivato il momento.

Sono passate 17 ore, la bambina non si decide ad uscire, Noah è al mio fianco e mi stringe la mano.

"Spingi piccola, vedo la testa"

Dopo un paio di spinte il dolore scompare e al suo posto c'è un pianto, la nostra bambina.

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