17- Merry Christmas!

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Per la terza volta nel giro di un paio di giorni, mia madre mi chiama per sapere se proprio non riesco a tornare per Natale o, al limite, per Capodanno. Io, per tre volte, le ripeto che giustamente non ci sono più voli disponibili e che non ci si può aspettare di riuscire a comprare un biglietto aereo il giorno prima della Vigilia di Natale.

Così, eccomi qui a trascorrere il mio primo Natale da sola. Per la prima volta nella mia vita, oggi non c'è stato nessun ticchettio delle scarpe di mia madre che si prepara o rumore di grucce che vengono spostate nell'armadio quando mio padre passa in rassegna tutte le camicie che possiede; inoltre, non ci sarà nessun cenone in nessun ristorante, niente regali da spacchettare, niente cuginetti con cui giocare.

Nel pomeriggio farò una videochiamata in modo da poter salutare i miei parenti, ma per il resto trascorrerò la giornata da sola sotto alle coperte nell'umidiccia stanza dell'ostello e facendo una maratona dei film di Natale più triti e ritriti. Adesso è quasi ora di pranzo e fuori la neve scende copiosa, uniformando l'aspetto di tutta la città sotto al suo freddo manto bianco. In questo momento sto guardando "Mamma ho perso l'aereo" ed è appena partita la prima pubblicità, così nell'attesa che riprenda il film controllo se mi sono arrivati dei messaggi sul cellulare. Tuttavia, una scritta a caratteri cubitali mi avvisa che lo spazio di archiviazione è quasi esaurito ed è consigliabile eliminare video di grandi dimensioni, foto o applicazioni. Apro allora la galleria per cercare di cancellare qualche immagine, ma nello scorrerle mi imbatto in una foto che ho scattato per sbaglio a Blake la sera in cui ci siamo trovati per sbaglio al McDonald's. È sgranata per l'illuminazione scadente del locale e anche sfuocata perché non era mia intenzione scattarla, visto che essenzialmente volevo solo aprire la fotocamera interna per controllare di non avere residui di cibo intorno alla bocca. Si vede Blake intento a sorseggiare un frappè, lo sguardo sprezzante rivolto verso un punto imprecisato alla sua sinistra. Vedere questa foto che non ricordavo di conservare nel telefono mi provoca effetti contrastanti, soprattutto considerato quanto burrascosa e inusuale è stata la nostra conoscenza e quanto precipitoso il nostro congedo. Da una parte non riesco a togliermi dalla testa il fatto che abbia dichiarato apertamente di sentirsi attratto da me, il suo fare ironico che raggiunge talvolta l'eccesso, il suo mostrare le proprie debolezze, peccati e vizi solo quando ha la chitarra in mano. D'altra parte, però, mi sorge il dubbio che siano cose che dica a tutte le sue conquiste, visto come si è conclusa l'ultima la conversazione. C'era tuttavia qualcosa nelle sue ultimissime parole che tutt'ora mi fa riflettere sulla mia persona. Prima d'ora non ho mai preso in considerazione il fatto che talvolta io mi sforzi di pensare a una situazione o a un'altra persona per poi scambiare quel pensiero come una volontà istintiva, naturale, solo perché inconsciamente so che è più adeguato e sicuro riprogrammare in qualche modo i miei pensieri in base a ciò che è più giusto per me rispetto a lasciarmi andare alle emozioni. Questo spiegherebbe perché ho tirato in ballo Matteo nella conversazione, quando ormai lui fa parte di un capitolo chiuso della mia vita e prima lo accetto pienamente, meglio è per me. Talvolta, infatti, mi capita ancora di fermarmi a fissare il vuoto davanti a me e iniziare senza nemmeno rendermene conto a fantasticare su scenari improbabili con protagonista Matteo che torna qui a Londra. Ultimamente, però, mi capita lo stesso con Blake. Mi ritrovo a pensare se non sono stata troppo dura e fredda con lui, magari avrei dovuto lasciare che il tempo facesse il suo corso, ma a che pro? Magari non tornerà neanche più qui a Londra, quindi che senso ha a questo punto?

Sono costretta a chiudere gli occhi un attimo, perché la stanza ha iniziato a girare su se stessa. Capogiri del genere ed emicranie erano soliti costringermi a letto nei giorni precedenti all'esame di maturità, quando lo stress, l'ansia da prestazione e l'attività cerebrale erano eccessivi e la centrale spaziale nella mia testa faceva scattare l'allarme rosso. Riapro gli occhi dopo qualche istante, abbandonando il cellulare a fianco al cuscino e cercando di concentrarmi sul film che è appena ricominciato.

Non riesco a immaginare scenario più triste di questo: io che mangio patatine al formaggio da sola il giorno di Natale guardando uno dei film natalizi più scontati e che meno mi piacciono. Chissà se anche Blake in questo momento è in una stanza d'hotel con la vaga sensazione che ci sia una nota sbagliata anche nel suo giorno di Natale.

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Il giorno successivo mi sveglio di soprassalto alle cinque del mattino. Ieri sera devo essermi addormentata guardando l'ennesimo film, perché la televisione è ancora accesa, le tende della finestra sono ancora spalancate e il cellulare si trova ancora accanto al cuscino. Allungo una mano per cercare il telecomando, spengo la TV e con uno sbadiglio mi rintano nuovamente sotto alle coperte, sprofondando in un sonno destinato a durare poco a causa dei gentilissimi tedeschi nella camera a fianco alla mia che verso le sette decidono che è giunta l'ora di litigare per uno spazzolino.

Non riesco a fare finta di niente, anche perché avendo studiato tedesco al liceo capisco gran parte di quello che stanno dicendo. A quanto pare una ragazza ieri notte è tornata a casa talmente ubriaca da aver gettato senza motivo lo spazzolino di un suo coinquilino nel water e ora si sta prendendo, giustamente, una bella strigliata dal suo simpatico amico.

Quando però dopo mezz'ora i due tedeschi non hanno ancora finito di fare chiasso, in un impeto di irritazione mi alzo, apro la porta della mia camera e gli urlo in tedesco di andarsene a quel paese. I due si zittiscono improvvisamente e io a quel punto, prima di tornare a letto, oltre a chiudere a chiave la porta posiziono la sedia della scrivania sotto alla maniglia per sicurezza. Non si sa mai che il simpatico bavarese non decida di venire a replicare munito di sandalo e veemenza tedesca.

Au-pair Girl// Blake Richardson New Hope ClubWhere stories live. Discover now