12- Un concerto in sospeso

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Dopo ore di autocommiserazione il mio senso di colpa si acuisce, se possibile, ancora di più. Mi sento la persona più egoista e infima della Terra a crogiolarmi nel dolore che mi sono auto causata per un semplice desiderio dal quale non ho saputo trattenermi, mentre in questo esatto momento situazioni ben peggiori stanno capitando a persone ben più nobili di me.

Sposto le coperte da una parte e mi siedo sul bordo del letto, allungando una mano per afferrare il cellulare sul comodino. Inspiro profondamente e le mani mi tremano mentre compongo il numero dell'unica persona che conosco non coinvolta direttamente in questa situazione: Bea.

Vorrei chiamare Matteo, ma credo di avergli già causato abbastanza problemi con i miei genitori. Bea, invece, non c'entrando niente in tutto questo è un porto sicuro, un territorio neutro.

- Pronto? Chiara, sei tu?- mi risponde Bea dopo il secondo squillo.

- Sì, sono io.- rimango in silenzio un attimo, non sapendo bene come continuare.- Ho fatto un casino.

- Come? Hai fatto un casino?- ripete Bea.- Chiara, hai scatenato la terza guerra mondiale qua, non hai semplicemente fatto un casino. I tuoi genitori vogliono sporgere denuncia a Matteo, tuo padre gli ha addirittura fatto un occhio nero e se non fossero intervenuti i suoi genitori chissà che altro sarebbe successo. Tua madre non esce più di casa e tutta la città non fa che parlare di te. Direi che hai fatto ben più di un normale casino.

Mi lascio andare a un lungo sospiro e chiudo gli occhi.

- Hai intenzione di ritornare? Che diavolo è successo lì con Matteo? Perché non sei tornata in Italia con lui?

- Bea, voglio che tu dica ai miei genitori che voglio rimanere qui. Matteo mi ha dato la spinta per realizzare finalmente i miei sogni.

- Ti ha drogata per caso? Si può sapere di cosa stai parlando?

- Io voglio stare qui, ma i miei genitori non me lo avrebbero mai permesso. Di' loro che in un modo o nell'altro farò la ragazza alla pari, almeno per il primo periodo, poi vedrò cosa fare.

- Non hai idea del guaio in cui ti sei cacciata. Farai la fame lì, in una città che non conosci e per di più così grande e pericolosa. Dire che Matteo è stato un irresponsabile è dir poco.

- Per favore, cerca di convincere i miei genitori che non è colpa sua. Alla fine è stata una mia scelta e io ne subirò le conseguenze, non lui.

- Le sta già subendo, visto che i tuoi stanno facendo intervenire la polizia.

- Ti prego, di' ai miei che li chiamerò domani. Promesso.

- No, tu li devi chiamare ora. Non hai la minima idea delle pene dell'inferno che stanno passand...

- Mi dispiace.- la mia voce si spezza.- Non pensavo che facendo quello che volevo avrei coinvolto così tante persone, ma voglio portare avanti questa decisione. Per quanto egoista e irresponsabile io possa sembrare, ho finalmente la possibilità di fare ciò che voglio sul serio e non ciò che farebbe felici solo i miei genitori e la loro immagine.

- Ho provato a farti ragionare, ma a questo punto inizio a chiedermi se per il bene di tutti non sia meglio che i tuoi cedano, visto che non lo vuoi fare tu. Almeno prometti di spiegare loro tutto il prima possibile, perché non possono continuare così.

- Puoi dire loro che li chiamerò domani. Nel frattempo mi creo un profilo sui siti che organizzano le esperienze delle ragazze alla pari, nella speranza che in questi giorni mi chiamino da qualche parte. Non appena avrò racimolato un po' di soldi, fra qualche settimana se va tutto secondo i piani, tornerò a farvi visita.

Au-pair Girl// Blake Richardson New Hope ClubWhere stories live. Discover now