Capitolo 13

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Bianco. Bianco ovunque. Questo colore mi circonda. Sento solo il silenzio intorno a me.

<<C'è nessuno?>>, domando ad alta voce.

Ascolto l'eco delle mie parole, non ricevendo alcuna risposta in cambio.

<<Qualcuno può sentirmi?>>, riprovo ottenendo lo stesso risultato.

Il silenzio.

Improvvisamente, sento un fruscio. Mi giro in quella direzione e scorgo una figura che corre, però subito dopo scompare in una nuvola nera. Si nasconde. Da me.

<<Chi sei?>>, chiedo con voce tremante. <<Vieni fuori>>.

Giro su me stessa, cercando di individuarlo. Ricompare poco distante da me e noto che si tratta di un ragazzo.

<<Non ti farò del male>>, continuo sperando che non scappi.

Quest'ultimo rimane fermo e lentamente mi avvicino a lui, con le mani protese in avanti. A pochi metri di lontananza, guardo attentamente i suoi occhi. I suoi occhi che conosco così bene. Allungo una mano per accarezzargli una guancia e a pochi millimetri di distanza dalla sua pelle, precipito in un vortice nero. Urlo, ma nessuno può sentirmi.

<<Chris!>>, urlo svegliandomi sudata e ansimante, come se i miei polmoni non ricevessero l'aria necessaria per mantenermi in vita.

<<Hannah!>>, esclama preoccupata mia madre, facendo sbattere la porta al muro. <<Tesoro, stai bene?>>, chiede abbracciandomi.

<<Cos'è successo?>>, domando confusa mentre faccio dei respiri profondi.

<<Hai urlato. Probabilmente hai avuto un incubo>>, spiega accarezzandomi i capelli.

Noto mio padre che è rimasto sulla soglia della porta, indeciso se entrare o meno.

<<È tutto a posto>>, dico rassicurandoli.

<<Sei sicura? Eravamo in cucina quando ti abbiamo sentita urlare>>, ammette papà mentre decide di varcare la soglia.

<<Sto bene. Era solo un incubo>>, dico asciugandomi il sudore dalla fronte con la manica del pigiama.

<<Vai a farti una doccia, ti sentirai meglio>>, risponde la mamma prima di lasciarmi sola con i miei pensieri.

Papà la segue e sento che ricominciano a fare colazione.

Chris. Perché ho urlato questo nome a me familiare? Eppure non conosco nessuno che si chiami Chris.

Scuoto la testa e decido di seguire il consiglio della mamma. Vado in bagno e una volta fatta la doccia, mi sento rinata. Mi vesto con una tuta sportiva e scendo le scale, strofinandomi i capelli bagnati con un asciugamano. Entro in cucina e mi blocco.

Cosa ci fa lui qui? Parlando con mio padre come se fossero vecchi amici?

<<Ciao>>, dice Noah salutandomi con in mano un pezzo di pancake.

<<Hannah, ti ricordi di Noah? È il nostro vicino>>, dice la mamma facendomi segno di sedermi a tavola.

<<Sì, certo che mi ricordo>>, rispondo fulminando il soggetto in questione con lo sguardo.

<<Ha suonato il campanello e ci ha incuriositi dicendo che aveva una notizia importante da dirci>>, esclama papà sorridendo. <<Quindi, Noah? Qual è la notizia?>>, domanda curioso.

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