Capitolo 6

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Suona la sveglia. Guardo l'ora e noto che mancano dieci minuti alle sei. Tra poco spunterà l'alba. Chiudo gli occhi gemendo e mi metto il cuscino sopra al viso. Da dove mi è venuta la fantastica idea di andare a correre a quest'ora del mattino? Spengo la sveglia e decido di alzarmi. Mi vesto con i vestiti che ho preparato la sera prima, che consistono in leggings neri, scarpe da ginnastica dello stesso colore, un top sportivo rosa shocking e una giacca a maniche lunghe bianca. Andando al bagno, noto la luce accesa in cucina. Mi lavo il viso il più silenziosamente possibile, con il rumore dell'acqua che accompagna i miei movimenti. Chiudo il rubinetto e quando mi giro per uscire, vedo sulla soglia mio padre a braccia conserte.

<<Ciao papà>>, dico sottovoce per non svegliare la mamma.

<<Tesoro, cosa ci fai sveglia a quest'ora? Per giunta vestita, poi>>, ribatte alzando un sopracciglio.

<<Non ho sonno e ho pensato di prendere un po' d'aria fresca>>, rispondo prontamente, cercando di restare impassibile e di non mostrarmi agitata.

<<A quest'ora del mattino?>>, domanda mettendomi alla prova.

Sa benissimo che adoro dormire fine a tarda mattinata quando non c'è scuola. Oggi è sabato, quindi giorno di riposo.

<<Sì, siccome qualcuno mi ha messo in punizione e non posso uscire il pomeriggio>>, spiego sarcasticamente.

<<Attenzione, signorina. Non parlarmi in quel modo o la punizione si prolungherà>>, mi ricorda papà prima di lasciarmi libero spazio per uscire dal bagno.

Lo supero e scendo di corsa le scale.

<<Ti rivoglio a casa per l'ora della colazione>>, sento che dice alle mie spalle.

Annuisco ed esco di casa, dove trovo Isabelle stanca e sbadigliante.

<<Buongiorno!>>, esclamo fingendomi pronta per correre otto chilometri alle sei della mattina.

Ho solo tre ore di svago e le userò al meglio.

<<Buongiorno>>, mi saluta con uno sbadiglio. <<Ricordami di non mettermi mai più contro di te>>.

<<Perché? Ah, come fai a sapere dove abito?>>, domando solo allora. <<Nella fretta mi ero dimenticata di dirtelo>>.

<<Tesoro, è una tortura venire a correre alle sei di un sabato mattina dove potevo essere tranquillamente nel mio letto, al caldo, a fare dei sogni erotici sul nostro quarterback super figo e super single. L'indirizzo? Oh, l'ho chiesto a Noah>>, risponde guardandosi le unghie.

<<Cosa? Tu hai chiesto a Noah il mio indirizzo?>>, domando incredula. <<Mandarmi un messaggio per chiedermelo era troppo difficile, vero?>>.

<<Ero nel panico e casualmente, il sexy e single quarterback passava di lì. Te l'ho detto che ha dei bicipiti fantastici?>>, esclama sognando ad occhi aperti.

<<No e non mi interessa>>, ribatto disgustata.

Quello che Isabelle non sa, è che Noah è il mio vicino di casa. In tutti questi anni non ci siamo mai parlati, soltanto salutati da lontano, ma da bambini eravamo molto legati. Poi iniziarono le medie, lui diventò popolare e io ero la sfigata della scuola. Alle superiori la musica è rimasta la stessa, con solo un piccolo dettaglio. Lui si era fidanzato con Allyson.

<<Ehi, la Terra chiama Hannah? Ci sei?>>, domanda Isabelle schioccandomi davanti al viso le dita.

<<Sì, scusa>>, rispondo incominciando a fare stretching.

Reflection 2 Where stories live. Discover now