«Ah, capito. Ma quindi hai diciannove anni?» annuisco semplicemente, sperando che non scoppi come aveva fatto Alicia prima di lei.

«Oddio, ti posso dire che sembri più grande? Sapevo che fossi più piccola di Paulo, ma non così tanto! E dimmi, ti trovi bene per il momento qui a Torino? Ti sei ambientata abbastanza con la lingua o almeno in città?» prendo un altro sorso di vino, sorridendo per quanto mi trovo a mio agio con lei anche se la conosco da poco.

«Grazie, sei una delle poche che me lo dice» ridiamo insieme, e io trovo un attimo per guardare Paulo, il cui sguardo è fisso su di me già da un po'. Mi sorride, come a chiedermi se va tutto bene, e io annuisco quasi impercettibilmente, un po' stranita dal fatto che nessuno abbia ancora tirato i capelli a nessuno «Non conosco bene Torino, se devo dire la verità. Ho girato poco quest'estate quand'ero venuta l'ultima volta e anche in questa settimana. Diciamo che qui non conosco nessuno, se non Paulo, Alicia e Nahuel, e non volevo disturbare nessuno per passare un po' di tempo con me, quindi ho deciso di abbandonare le mie idee alla "Donnavventura" per dedicarmi ai test per entrare all'università» ammetto, con un po' di rammarico, ricordando che non ho ancora avuto il coraggio di scrivere a Lea.

«Oh, non devi farti problemi, se resterai ancora per un po' e se vorrai, potremmo uscire insieme qualche volta, così magari ti mostro un po' Torino e le cose che mu piacciono di più di questa città, che ne dici?» la sua voce esaltata e il sorriso costantemente stampato sul volto mi spingono ad annuire vigorosamente.

«Certo! È una bellissima idea» proprio mentre sto dicendo di sì, il campanello suona, annunciando l'arrivo degli altri due invitati.

Negare di aver controllato chi siano sui social è inutile, perché tanto sarebbe ovvio. Diciamo che il ragazzo mi sembra simpatico, ma la ragazza mi intimidisce un po' e non so nemmeno perché.

«Vado io» esclama Paulo, dirigendosi verso la porta. Alicia, a quanto pare, si è fatta viva di nuovo, e sta sistemando i regali che hanno portato Florencia e Nahuel sotto l'albero proprio mentre entrano gli altri due ospiti.

«Allora» comincia Paulo, con un berrettino da Babbo Natale in mano e le corna da renna nell'altra «Fe, Florencia, lui è Rodrigo, un mio compagno di squadra» gli stringiamo entrambe la mano prima che il ragazzo gli metta il berretto in testa «E lei è Mel, la sua ragazza» le porge le corna da renna, che lei guarda scettica prima di prendere in mano.

«Tranquilla, nemmeno io volevo metterle, l'ho fatto per la suocera» la rassicuro, facendola ridere e attirando l'attenzione di Alicia. Paulo sbuffa, alzando gli occhi al cielo.

«Rodrigo, Mel, loro sono Fe Jazmín e Florencia, rispettivamente la mia ragazza e quella di Nahuel» finisce di presentarci, guardando la ragazza accanto a me per riuscire a capire quale sia il particolare che stona.

«Florencia! Tu non hai nessuna corna da renna!» esclama poi, sentendosi fiero di sé stesso come se avesse appena risolto un caso di omicidio.

«Credo che sia una cosa positiva?» dice lei, cercando di buttarla sul ridere mentre Paulo si china a cercare quelle benedette corna in uno scatolone gigantesco che ha lasciato in un angolo della sala.

«Non è una cosa positiva, non sei ancora completamente nello spirito natalizio!» replica lui, non cogliendo l'ironia e tirando fuori un cerchietto rosso con delle corna sopra da quello scatolone gigantesco.

«Bene, adesso manchi solo tu Mel» dice, con il sorriso di un bambino stampato in viso.

«Io queste non me le metto» dice categoricamente, rigirandosele in mano come se fossero un manufatto alieno.

«Ti conviene mettertele, sennò non cominciano più a mangiare» le consiglia Florencia, avvicinandosi al tavolo della cucina.

«E fidati che c'è tanto da mangiare, quindi prima cominciamo meglio è» le do una pacca sulla spalla, cercando di consolarla almeno un po' mentre si mette quel cerchietto orribile in testa e tutti i commensali si riuniscono attorno al tavolo.

¡Mala Mía!paulo dybalaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt