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"La mia famiglia non era della migliori, cioè, mia madre era, ed è tutt'ora, un angelo, non credo che ci sia stata persona in tutta la mia vita che mi abbia amato più di lei.
Mio padre... mio padre, invece, lui non era proprio, una brava persona. Non ho mai capito perché mia madre lo sposò, era un bastardo, picchiava me e mio fratello per qualsiasi piccola cosa sbagliata: una macchia di sugo non andata via bene dai piatti che dovevamo lavare, un vestito piegato male.
Mio fratello, lui ed io non eravamo molto uniti, mi buttò giù dalla nostra casetta sull'albero una volta, anche se io ero più grande di lui di età sono sempre stato di corporatura esile, lui invece era alto e anche abbastanza muscoloso.
Quando era piccolo andavamo molto d'accordo, stavamo sempre insieme, io lo aiutavo e lui aiutava me, solo che, crescendo, lui cominciò a legare con mio padre in una maniera allucinante, aveva anche cominciato ad avere i suoi stessi gesti e aveva acquisito il suo modo di parlare. So che dovrebbe essere normale tra padre e figlio, ma la nostra non era una situazione normale, io odiavo mio padre e cercavo di stargli alla larga il più possibile. Credevo che mio fratello non si avvicinasse così tanto a lui dal non volermi più bene, però a quanto pare mi sbagliavo, lo capì, lo capì troppo tardi però."

Tyler prese un respiro cercando di ricacciare indietro le lacrime mentre Josh lo guardava ascoltando in silenzio ancora sotto shock per la notizia.

"Ero in camera mia e stavo tranquillamente ripassando per il compito di geografia quando mio fratello entrò come un tornado piazzandomi in faccia la foto di me che baciavo un ragazzo. Si chiamava Mark ed eravamo compagni di classe a matematica e fisica, uscivamo da un po' ma non mi sarei mai immaginato che mio fratello mi seguisse.
Rimasi spiazzato senza sapere cosa dire, lui cominciò ad insultarmi ed io rimasi in silenzio senza rispondergli fino a che lui non andò verso la porta urlando che lo avrebbe detto a nostro padre, che mi avrebbero cacciato di casa, o peggio...
Fui preso dal panico e gli saltai addosso bloccandolo a terra pregandolo di non dirlo a nessuno ma lui continuava a ridere ripetendo che ero uno scherzo della natura, che non ero suo fratello, gli bloccai i polsi con le ginocchia e- e gli mi le mani attorno alla gola e strinsi, strinsi pregandolo di non parlare, non mi ascoltò, continuava a ripetere che mi avrebbero ucciso come lo sporco- lo sporco frocio che ero meritava, io ho continuato a stringere finché lui non ha smesso di parlare e di- e di respirare"
Tyler aveva cominciato a piangere ma Josh stava immobile e lo ascoltava.
"Mi alzai dal suo corpo rendendomi conto di quello che avevo fatto, guardavo il corpo di Zack a terra con gli occhi spalancati e il collo blu.
Mia madre entrò in quell'esatto momento, mi guardò poi guardò lui a terra, non battè ciglio, mi chiese soltanto cosa fosse successo e io gli raccontai tutto, in lacrime, alla fine pianse anche lei ma decise che non voleva che andassi in galera.
Prese un coltello da cucina, l'ultimo che mio padre aveva toccato, e me lo pose con un fazzoletto in modo che non ci rimanessero le mie di impronte digitali, mi disse di- di far in modo che Zack sanguinasse mentre lei andava a preparare altre cose. Feci come mi era stato detto e lo- lo accoltellai, accoltellai il suo corpo, due volte.
Quando la polizia arrivò mamma aveva preparato tutto e le prove portarono a mio padre che poi lui... beh si uccise, in carcere.
Non mi sentì mai in colpa per quello, ma per mio fratello sì, continuavo a vederlo, poi- poi cominciai a vedere una forma di me stesso con il collo e le mani nere al suo posto, che però parlava come lui. Lo chiamai Blurryface, come il nostro peluche preferito, e lui, Blurryface, continua a parlarmi ancora, mi dice che devo uccidermi, che sono un mostro e so che ha ragione ma-"

Tyler era scosso da tremiti e singhiozzi
"Ma io non voglio ancora morire."

Josh lo guardava cercando di metabolizzare tutto quello.
"E lo psicologo invece?"
Tyler si asciugò gli occhi.

"Harris? Quel bastardo.
Meritava di morire.
Dovevo andare da lui obbligatoriamente dopo i traumi subiti, non mi ascoltava mai mentre parlavo e non sembrava neanche molto interessato a me.
Quel giorno mi ero dimenticato la felpa nel suo studio, quando entrai sentì delle urla, era una ragazza, dopo mi ha detto di chiamarsi Jenna.
Lui la stava bloccando, le teneva i polsi attaccati al muro e le stava con la bocca attaccata mentre lei cercava disperatamente di liberarsi...
Ho fatto le stessa cosa che feci con mio fratello.
Poi aiutai la ragazza. Lei, quando si riprese, mi disse che dovevo scappare e che mi avrebbe aiutato.
Svenni poco dopo nel tuo giardino."

Josh era spiazzato.
Tyler lo guardava in lacrime, finalmente si era liberato di un peso sul petto e si sentiva quasi bene.
Quella sensazione finì presto non appena sentì Josh dirgli
"Hai tutto il giorno per prepararti poi devi andartene"



A/N:
(Non so se eliminare questa storia rip)

BUON ANNOOO

Choke // Joshler // CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora