23/12/2018

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«Non faccio altro che vivere la vita che scrivo». «Tutti i miei personaggi sono Scott Fitzgerald. Perfino quello femminili sono la versione femminile di Scott Fitzgerald. Noi scrittori stiamo lì a ripeterci - è questa la verità. Abbiamo vissuto con le due o tre grandi esperienze che ci hanno toccato...Può essere perfino qualcosa che ho vissuto venti anni fa o semplicemente ieri, io devo partire da un'emozione - qualcosa che mi sia vicino e che sono in grado di decifrare».

Citando Luccone, che ha curato la raccolta delle sue lettere personali (Ed. Minimum Fax, ho appena finito di leggerla):

"L'arte di Fitzgerald era alimentata dalla sua vita. La sua fiction, le sue lettere sono la confessione di una biografia aumentata, i risvolti di un'esistenza possibile. Raschiate all'osso, sono due o tre le storie che Fitzgerald ripete. Una è quella del ragazzo povero che si emancipa dalla sua situazione; un'altra è quella del ragazzo povero che fa di tutto per conquistare la ragazza ricca. Le permutazioni sono infinite. Ragazzo povero nella città ricca, ragazzo povero nella scuola per ricchi, ragazzo povero con grande talento che cerca di farsi strada."

«I temi sono questi, le cose che ho vissuto», ha detto una volta. O ancora: «Le storie fondamentali di ogni tempo sono due: Cenerentola e Pollicino. Il fascino delle donne e il coraggio degli uomini.»

On Writing - [1/8]Where stories live. Discover now