Mia madre non si faceva sentire da giorni ormai ma ci ero abituata. Da quando avevo scoperto il suo nuovo stile di vita che non comprendevo né accettavo, avevo smesso di parlarle.

Tirai fuori dalla mia borsa la piccola pistola di metallo nero. Osservai il metallo freddo e in quel momento decisi che quella sera avrei raccontato tutto a Louis.

Forse avrebbe pensato che fossi pazza, ma dovevo dirgli la verità altrimenti questa mi avrebbe annientata.

"Cos'è quella?" Alzai lo sguardo ed il ragazzo chiuse la porta dietro di sé e mi venne incontro.

"Nikky perché hai una pistola in mano?" Chiese.

"Louis, devo parlarti" Mi sedei sul letto e gli feci cenno di sedersi. Iniziai a raccontargli tutto, gli parlai della lettera e degli allevamenti che avevo fatto con il signor Logan.

"Quindi non stavi incontrando un ragazzo a mia insaputa" concluse.

"No, stavo soltanto prendendo lezioni"

"Quindi sei una specie di spia"

"Già, una specie" rimase in silenzio a fissare il vuoto per un minuto interminabile.

"La mia ragazza è una spia" aspettai che disse qualcosa di più concreto e che potesse farmi capire le sue intenzioni.

"Che fico!" Un sorriso comparve sul suo volto e mi strappò la pistola di mano.

"Mani in alto o ti ficco un proiettile nel sedere" scoppiai a ridere vedendo che teneva la pistola al contrario.

"Primo, mio caro James Bond, la pistola si tiene dall'altra parte, secondo, non è carica"

"Niente proiettili?" Chiese rattristendosi.

"Niente proiettili mi dispiace"

Piombò a peso morto sul letto e prese a parlare più seriamente.

"Sono preoccupato per te Nikky. Seriamente, hai detto che ti è sembrato di vedere questa Catherine anche poco fa mentre eri al Duomo sbaglio?"

"No, cioè io non so com'è fatta questa mia sorella, a me è sembrato di vedere Catherine la mia compagna di classe... comunque non devi preoccuparti, io me la caverò"

"Secondo te questa Catherine è pericolosa?" Mi stesi vicino a lui e risposi alla sua domanda.

"Non lo so, credo di sì altrimenti mio padre non sarebbe stato così preoccupato e il signor Logan non avrebbe iniziato a farmi allenare partendo da una pistola"

"E se mi allenassi con te? Tra poco finirà il tour e potrò.."

"Non essere sciocco Louis" Lo interruppi "Tu hai una marea di cose da fare e soprattutto ti ripeto che non voglio metterti in pericolo"

"Se lei dovesse ucciderti io non saprei cosa fare"

"Niente, non faresti proprio niente e continueresti la tua vita come hai sempre fatto"

"Ora è diverso Nikky, non potrei vivere senza di te"

"Beh, se mi accadesse qualcosa.."

"Probabilmete morirei anche io"

"Non dire sciocchezze" mi alzai sui gomiti e lo Fissai.

"La tua vita è molto più importante della mia Louis William Tomlinson"

"La mia vita non ha senso senza di te" decisi di far cadere l'argomento sicura che tanto non mi sarebbe mai successo nulla.

"Allora Tomlinson, hai intenzione di farmi vedere il tuo tatuaggio?" Gli chiesi di punto in bianco.

Louis tolse la piccola benda dal suo braccio e vidi un piccolo lucchetto a forma di cuore e una chiave a forma di N.

"Che significa?"

"Che tu sei la chiave del mio cuore"

Toccai la piccola N sul suo braccio e sentii le lacrime rigare le mie guance.

"Ehi no, non piangere, pensavo ti facesse piacere"

"Louis è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me" ora capivo perché Louis non aveva commentato nulla quando gli avevo detto che volevo tatuarmi la sua iniziale, lui aveva intenzione di fare lo stesso.

"Io non ho ancora visto il tuo però" tolsi la benda dalla caviglia e vidi anche io per la prima volta la splendida lettera scritta in corsivo contornata da due cuoricini e una stella cadente.

"È bellissimo" commentò il ragazzo.

Ci avvicinammo quel poco che bastava per baciarci e dopo quei due regali che ci eravamo fatti a vicenda ci addormentammo abbracciati.

Il giorno seguente, partii per New York lasciando Louis e i ragazzi a Milano.

Durante il viaggio in aereo avevo dormito profondamente fino a quando il mio sogno non si trasformò in un incubo.

Avevo sognato la mia sorellastra Cathrine senza un volto in quanto non sapevo come fosse veramente nella realtà ed avevo sognato che lei si presentava a casa mia e mi sparava un colpo dritto al cuore mentre aprivo la porta di casa.

Che vigliacca.

Quale persona sparerebbe ad un'altra mentre entra in casa? La risposta la trovai poco dopo.

Una pazza. Lei era pazza come sua madre e mio padre mi aveva avvisata di ciò.

Quella sera tornai a casa distrutta.

Quando aprii la porta di casa trovai tutte le luci spente. Entrai piano in salotto ed accesi la luce cercando di non fare troppo.rumore.

Quando vidi la scena davanti a me iniziai a gridare come una matta.

Mia madre era sdraiata sul pavimento con sopra un uomo completamente nudo. Continuai ad urlare fino a quando lei non si accorse di me e fece alzare con molta calma il suo amico.

Notai che lei indossava un vestito quindi molto probabilmente li avevo colti nel pieno del loro rapporto intimo.

"La smetti di urlare ragazzina?" Commentò l'uomo mentre si rivestiva.

Un'ondata di rabbia si fece spazio in me e tutti gli aggettivi più spregevoli e le parolacce più cattive mi uscirono dalla bocca contro quell'uomo prima di cacciarlo fuori di casa.

Una folla di ragazze si era radunata davanti alle scale e vidi il volto di Nathan davanti a tutte loro diventare rosso per la frustrazione.

"come diavolo ti viene in mente di portare un uomo in casa nostra che non sia nostro padre?" Gridò mio fratello.

"Tuo padre è morto, te lo ricordi?" Disse mia madre mentre si aggiustava i capelli.

"Ma sei impazzita? Quale razza di madre scoperebbe un uomo in una casa dove ci sono sei persone tra cui i suoi figli?"

"Se non sbaglio questa è casa mia e posso fare.."

"No" la interruppi prendendo parola per la prima volta. "No questa non è casa tua" frugando dentro la mia borsa e tirai fuori il testamento di mio padre.

"Questa casa è MIA" Dissi sventolandole il foglio davanti agli occhi.

"Tu non puoi cacciarmi fuori di casa Nikky Edwards"

"Vogliamo scommettere, mamma?" Pronunciai l'ultima parola come se fosse un insulto. "O impari a rispettarci e tieni i tuoi scopa-amici fuori di casa, o te ne vai"

"Bene, questo è il ringraziamento per avervi messo al mondo" cercò di andare via dalla stanza ma prima che uscisse io e Nathan di mio in coro "No, questo è il ringraziamento per averci abbandonato"

Mia madre salì nella sua stanza e quando le facce sconvolte delle mie amiche mi fecero capire quanto fosse orrendo quello che aveva appena fatto quella donna mi aggrappai a Nathan abbracciandolo.

Nessuno parlò più e tutti tornarono nelle proprie stanze tranne me, che quella sera, dopo tanto tempo, dormii con mio fratello nel suo letto.

Heart Attack || When The Dream Comes TrueWhere stories live. Discover now