capitolo 32

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deku's pov
e se l'avesse picchiato?

devo correre da lui.

come ho fatto a non pensarci prima? sarebbe dovuto venirmi in mente! il primo giorno stava scappando proprio da lui e l'aveva picchiato.

della rabbia mista a dell'odio inizia a montare dento di me, come ha osato quell'uomo anche solo a sfiorare kacchan? io lo distruggo.

quasi involontariamente scocco un'occhiata omicida all'uomo di fronte a me. lo picchieri qui e ora, ma so che mi ridurrebbe in poltiglia, visto che vince anche contro kacchan.

tossisco fintamente -io ora dovrei... emh... andare. arrivederci- spero di non rivederlo mai più, a meno che non ci siano delle sbarre a dividerci.

non aspetto nemmeno che risponda, faccio per andarmene ma lui, finora rimasto in silenzio, mi ferma prendendomi per un braccio.

reprimo la voglia di dirgli che non voglio essere toccato da degli escrementi e mi volto per ascoltare quello che ha da dire.

-vuoi andare da mio figlio?- mi chiede tagliente.

annuisco fissandolo negli occhi e mantenendo il suo sguardo, non ho intenzione di lasciargli prendere il sopravvento. non ho paura.

improvvisamente un nuovo e smagliante sorriso si fa largo sul suo volto -bene, allora ti accompagno. in macchina arriveremo prima-

dovrei andare? insomma io sono a piedi e ora che arrivo ci vorrà un bel po'... forse dovrei...

ci penso mentre lui mantiene fisso quel sorriso palesemente falso, la mano saldamente stretta attorno al mio braccio.

-avanti- cerca di convincermi con voce mieliflua -ci mettiamo giusto qualche minuto-

-e va bene- sospiro rassegnato, seguendolo verso la sua macchina nera, perfettamente pulita e ordinata.

entro sul sedile posteriore mentre il padre di kacchan si posiziona al posto di giuda.

appena accende la macchina e inizia a muoversi inizia a salire in me un senso di ansia, misto ad un brutto, bruttissimo presentimento.

cerco di tranquillizzarmi e convincermi che tra qualche minuto sarò dal mio amato kacchan e che quest'individio alla guida non può farmi niente.

il viaggio inizia silenzioso, appoggio la testa al finestrino ammirando il panorama e perdendomi nei miei pensieri.

i minuti passano e mi rendo conto che siamo ben lontani dalla nostra via.
inizio a preoccuparti e le mie mani cominciano a tremare leggermente.

-emh... mi scusi- cerco di chiamarlo ma lui non mi degna di uno sguardo -abbiamo già passato la via...- indico un punto a vuoto, mi ignora.

sento una goccia di sudore freddo calarmi dalla fronte fino al mento.

dove mi sta portando??

cerco di aprire la portella ma niente, provo a prendere il telefono per chiamare qualcuno ma mi rendo conto non ho credito e nemmeno campo, non riesco a contattare nessuno.

un filo di panico si impossessa di me.

-mi faccia scendere!- gli urlo.

lui finalmente si gira a guardarmi sogghignando -sta tranquillo, siamo quasi arrivati-

-ma abbiamo già passato casa vostra!- ribatto io.

-e chi ha detto che stiamo andando li?-

mi si gela il sangue nelle vene... cosa? no... dove mi sta portando? no... kacchan aiutami... qualcuno mi aiuti... kacchan!

i need you || bakudekuWhere stories live. Discover now