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#oneshot

"Nico? Nico, cosa ci fai qui? Non- non dovresti essere qui, è troppo presto."
"Dovevo vederti. Non riesco a stare senza te."

Nico Di Angelo era il semidio più fortunato e felice del mondo.
Cosa c'è di meglio di un'intera settimana a Santa Barbara con il fidanzato migliore di tutti i tempi?
Lui e Will si erano messi insieme circa due anni prima, e non potevano desiserare vita migliore.
Certo, ci era voluto molto prima che Nico uscisse dal suo guscio emotivo, in cui si era rintanato per i suoi primi quattordici anni di vita.
Ci era voluto Will Solace, un figlio di Apollo biondo e solare, per farlo incominciare ad amare di nuovo. Di nuovo, dopo Percy Jackson.
A essere sinceri, Solace era sempre stato geloso del ragazzo dagli occhi verdi. Chi era quel figlio di Poseidone per soffiargli via il semidio più bello del mondo? Nessuno.
Per fortuna, Nico preferiva i biondi.

Si trovavano nella loro stanza d'albergo, quando la malattia di Will cominciò a dare i primi segni.
"Nico, mi passi il..." Will smise di parlare, senza completare la frase.
Il corvino di girò perplesso. "Cosa?".
Will indicò in silenzio un libro.
"Intendi questo libro?" chiese Nico dolcemente.
"Sì..." mormorò Will. "Non so perchè non sapevo come chiamarlo" disse, seguito poi da una risata nervosa.

Will cominciava a comportarsi stranamente, come se dimenticasse alcune cose anche banali. I nomi delle cose eramo solo un esempio.
Man mano che il tempo passava, la malattia peggiorava sempre di più.
Il biondo aveva spesso lo sguardo assente.
Quando fu ricoverato e i suoi genitori accorsero, la sua domanda fu: "Nico, chi sono queste persone?".
L'unica cosa che il corvino potè fare, fu rattristarsi insieme alla famiglia del suo fidanzato.

Gli fu diagnosticata una demenza frontotemporale giovanile.
Era rara nei ragazzi, nel 97% dei casi colpiva le persone tra i 50 e i 60 anni.
'Che ironia, il figlio del dio della guarigione intrappolato in una malattia terminale'.
I medici gli avevano dato un anno al massimo.
Nico non poteva fare altro che pregare suo padre il più possibile perchè il suo ragazzo finisse come minimo dei Campi Elisi.
Passava ormai la maggior parte del tempo all'ospedale per stare con Will.
Parlavano, per quanto possibile.
Il figlio di Ade sapeva che era solo questione di tempo prima che Solace perdesse definitivamente la ragione.

Si scambiarono un'ultimo bacio in un freddo e nevoso Natale.
"Buon Natale, amore" sussurrò Nico.
Will sorrise e lo baciò. Quando si staccarono, il corvino sentì subito la mancanza delle sue labbra.
"Buon Natale anche a te, Neeks".

Lui era una delle poche persone che Will non aveva dimenticato.
Nico era sempre lì, nel suo cuore.

Le ultime parole sensate e dette con coscienza dal biondo furono "Sei bellissimo quando fai quella smorfia".
Poi chiuse gli occhi, e quando li riaprì era sparita la lucidità di qualche secondo prima.

Will Solace morì il sette gennaio, durante la notte.
I dottori la definivano una morte indolore, poiché avvenuta nella notte.
Nico non ci credeva. Sapeva che il suo ragazzo stava soffrendo quando accadde.
Si svegliò nella notte completamente sudato e con un lacirante dolore in tutto il corpo.
Ricevette qualche minuto dopo la telefonata dell'ospedale.

I sei mesi successivi furono per Nico una pura tortura.
Svegliarsi al mattino, e sentire l'altra parte del letto fredda.
Preparare due tazze di tè, per poi buttare la seconda.
Il padre gli comunicò che Will era nei Campi Elisi, cosa che sollevò Nico almeno un po'.
"Ma non puoi vederlo".
Nico strabuzzò gli occhi.
"Scusa? Non posso vederlo? Papà, ne ho bisogno." diceva il povero ragazzo incredulo.
"Scusa, figliolo, ma l'unico modo per vederlo sarebbe morire. E in questo caso tu sei vivo, per cui mi spiace ma no."

La stupida politica di suo padre lo portarono a trovarsi sul letto con alcune pillole in mano.
Era stata una decisione molto agnoniata, ma era arrivato alla conclusione che morire gli avrebbe cessato ogni sofferenza.
"Arrivo, Willy. Aspettami."

L'Ade era come sempre. Salutò Caronte e superò senza alcun problema il giudizio dei tre ex-re. Era piuttosto sicuro di essere finito nei Campi Elisi per via di suo padre, ma era comunque felice di credere che fosse merito della sua condotta.
Non fu difficile trovare Will.
Era seduto sotto un albero, che giocherellava con l'orlo della sua maglietta.
"Willy?"
A quella parola Solace sussultò.
"Nico? Nico, cosa ci fai qui? Non- non dovresti essere qui, è troppo presto." disse balbettando.
"Dovevo vederti. Non riesco a stare senza te." rispose Nico, quasi piangendo.
"E poi sei così triste di rivedermi?" aggiuse sarcastico.
Si abbracciarono, felici di poter passare l'eternità insieme.









triste ma con una specie di Happy Ending.
Che poi io li immagino stra fighi che possono andare dove vogliono perchè Nico è figlio di Ade HAHAHAHA
vi è piaciuta?

solangelo. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora