"Perché?" chiesi, alzandomi in piedi e dando un'occhiata all'ora. Non ero in ritardo. Rose scrollò le spalle.

"In realtà, sembrava normale, ma lui è sempre arrabbiato, quindi ..."

Io alzai gli occhi al cielo e indossai le scarpe che Rose mi aveva praticamente tirato addosso e la seguii fino alla macchina.

Fummo davanti all'edificio di Harry quindici minuti dopo e Rose fischiò quando lo vide fuori ad aspettarci.

Era appoggiato al suo suv, con le braccia incrociate mentre ci osservava. Era vestito come suo solito, stivali, jeans e camicia sbottonata, l'unica aggiunta era la giacca immacolata - tutto nero ovviamente. Era bellissimo, e poi quel suo ghigno.

"Cavolo," sussurrò Rose e parcheggiò l'auto accanto a quella di Harry. "Se tra voi e tra me e Adrian non funziona, mi prenoto per Harry."

Io scossi la testa prima di lanciare un'occhiata allo specchietto. Fui sorpresa di vederlo raggiungere il mio lato, quindi mi sistemai il vestito. In pochi secondi, lui aprì la portiera e allungò la mano verso di me. Con un sorriso da ebete, afferrai la sua mano e scesi dall'auto mentre lui mi osservava, con la mascella tesa e gli occhi scuri. Quando mi trovai in piedi di fronte a lui, gli sorrisi.

"Ciao." Lo salutai con imbarazzo e lui ghignò, lasciandomi poi un bacio sulla guancia, indugiando vicino al mio orecchio, "Ciao, Elizabeth."

Per qualche ragione, amavo il modo in cui pronunciava il mio nome, con la sua voce roca e il suo forte accento.

Si allontanò e mi prese la mano. "Grazie per averla riportata qui, Rose," disse e rivolse un cenno con il capo alla ragazza in piedi accanto al lato del guidatore, che ci stava guardando.

Ci salutò con la mano mentre Harry mi aiutava a salire in macchina sua, prima di raggiungere l'altro lato dell'auto. "Divertitevi!" strillò, sembrando una mamma mentre mi guardava. Poi, fingendo di asciugarsi delle lacrime, salì in macchina prima di andarsene.

Quando fummo entrambi seduti in macchina, mi voltai verso Harry, che era bellissimo e che mi stava guardano in modo strano, con un ghigno sulle labbra. "Cosa?" chiesi, ridacchiando, e il suo sorrisetto aumentò. I suoi occhi viaggiarono dalle mie gambe incrociate al mio volto.

"Nulla," e sorrise, io arrossii ricordandomi il significato dietro quella risposta. Mise in moto e lasciammo il parcheggio. La mano che non era appoggiata sul volante finì sulla mia coscia nuda, il suo tocco era come fuoco sulla mia pelle.

"Sei mozzafiato, amore," disse quando fummo in strada. Io arrossii di nuovo e mi voltai verso il finestrino.

"Grazie ... um, anche tu, sei m-molto affascinante," dissi con difficoltà e poi chiusi gli occhi, irritata da me stessa. Avevo balbettato, fantastico.

Harry ridacchiò piano. "Grazie, piccola."

Con il pollice accarezzò la mia coscia, mentre guardava la strada. Ero molto nervosa - e lo ero stata per tutto il giorno - quindi decisi di parlare. "Um, Harry?" dissi piano e lui sollevò le sopracciglia, lanciandomi un'occhiata veloce, per invitarmi a continuare. Mi accigliai e abbassai lo sguardo sul mio grembo. "Non sono mai stata in discoteca ... e sono, beh, sono nervosa."

Lui sorrise. "Sono sicuro che sopravviverai, amore."

Presi un respiro profondo. "Okay, ma per qualcuno come me, che ha una severa sociopatia e una leggera claustrofobia, non è facile mantenere la calma come te ora."

Lui mi sorrise, lanciandomi un'altra occhiata. "Non preoccuparti, piccola. Sarò lì con te."

Non ero sicura avesse un qualche significato quella frase, ma io la presi come tale. Annuii e mi sistemai meglio sul sedile. "Um, ho parlato con l'agente immobiliare oggi," dissi e lui alzò gli occhi al cielo. "Cosa?"

Mend the Broken [Italian Translation]Kde žijí příběhy. Začni objevovat