57• Lucas ha i polmoni da dinosauro

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Nelle ore successive Daniel fu colto da diversi istinti omicidi nei confronti di Lucas. Con il trascorrere dei minuti il suo russare si era fatto più rumoroso e il suono non era più simile a quello di un elefante con l'asma, ma somigliava di più a quello di un tirannosauro che schiacciava il suo riposino pomeridiano. Il ragazzo tentò in tutti i modi coprirsi le orecchie, ma il suono era talmente potente che riusciva a superare tutto ciò che Daniel utilizzava per salvarsi dalla sordità imminente. Aveva seriamente bisogno di dormire o qualche zombie lo avrebbe sicuramente scambiato per uno dei suoi. A differenza di come aveva detto, Jo non venne a controllarli fino a quando furono le quattro del mattino. Non appena vide Daniel, con gli occhi sbarrati, stringere in maniera compulsiva un cuscino, si avvicinò a lui a passo spedito, stringendo le mani in due pugni, avvolti in un paio di guantoni da cucina. 

«Avevi detto che avresti dormito.» borbottò in tono di rimprovero. 

«Ho cercato di farlo!» esclamò subito Daniel, premurandosi di tenere la voce bassa per non svegliare Kimberly. Non voleva che anche lei fosse sottoposta alla terribile tortura che le sue orecchie stavano subendo. «Solo che se Lucas russa in questo modo, non ci riesco! È impossibile! Ogni volta che chiudo gli occhi, sembra che un grizzly col raffreddore mi stia dormendo accanto!» 

Jo ridacchiò. «Beh, guarda il lato positivo. Almeno si è ripreso.»

Daniel annuì e sbadigliò sonoramente. Avrebbe voluto chiedere a Jo di condurlo in un'altra stanza, ma così avrebbe lasciato Kimberly da sola ed era l'ultima cosa che voleva. A quanto pareva, avrebbe dovuto sopportare il russare di Lucas per ancora qualche ora, ma per Kimberly ne sarebbe valsa la pena. 

«Beh, io torno in cucina. Sto ultimando la torta insieme ad Emmie, la signora che hai visto ieri.» lo informò Jo, mentre toglieva la pezza umida dalla fronte di Kimberly e annuiva con approvazione. «Sai, oggi è il compleanno di Edmund. Compie diciotto anni.» 

«Già, è vero!» Daniel si diede uno schiaffo sulla fronte. «Me ne ero dimenticato!» 

Jo gli scompigliò i capelli. «Se ti va un caffè o qualcosa da mettere sotto i denti, mi trovi di là.» 

Daniel annuì. «Okay, grazie.» 

Una volta che Jo fu uscita dall'infermeria, Daniel si voltò su un lato in modo da riuscire a vedere Kimberly e le sfiorò la fronte con le dita: la febbre sembrava essersi abbassata. Quella salvietta umida aveva davvero fatto dei miracoli. 

Kimberly fece un profondo sospiro. «Cos'è questo rumore?» bofonchiò.

«È Lucas che russa.» le rispose sussurrando Daniel. 

Kimberly si strofinò gli occhi. «È fastidioso.» 

«Non me ne parlare. È tutta la notte che cerco di riposare.»

«Non hai dormito?»

«No.» 

Kimberly aprì gli occhi lentamente. «Ho un'idea.» Si alzò e scese dal letto sotto lo sguardo interrogativo di Daniel. 

«Dove vai?» 

Kimberly gli rivolse un sorriso furbo. «Vedrai.» Prese un cuscino da uno dei letti e lo lanciò addosso a Lucas, che sobbalzò e spalancò gli occhi. 

«Ehi. Stavo dormendo.» sbottò infastidito.  

«Lo credo bene. Hai russato per tutta la notte.» ribatté subito Daniel, mentre Kimberly risaliva sul letto e si copriva con le lenzuola. 

«Io non russo!» esclamò Lucas. «Perché me lo dite sempre tutti?» chiese sbadigliando. 

«È solo un'ipotesi» gli rispose Kimberly sarcastica, «ma forse è perché russi per davvero.» 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora