56• Una macabra raccolta di carote

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Lucas fece un mucchio di sogni, ma quello che gli rimase impresso fu l'ultimo. Si trovava nei pressi di un orto e stava raccogliendo delle carote in compagnia di Adria, che se ne stava inginocchiata sul terreno senza muoversi né parlare. 

Ad un tratto la sua amica tirò dalla terra  una delle carote, ma al posto dell'ortaggio, dal terreno strisciò fuori Josh. 

«Fa freddo, amico.» disse a Lucas. 

«Tanto freddo.» aggiunse Adria, voltandosi verso di lui. 

Sia lei che Josh avevano le labbra viola e la pelle di un candore innaturale. 

«Perché siamo in un orto?» chiese loro Lucas. 

Adria gli lanciò una carota addosso. «Non lo so. È il tuo sogno, non il nostro. Ci vuoi aiutare o no?» 

«Sì. Cosa devo fare?» 

«Se lo sapessimo, non lo chiederemmo a te.» gli rispose Josh.

«Se non ci aiuti, noi moriremo. Non permettere agli altri di aiutarci, senza che ci sia tu a collaborare.» aggiunse Adria.

Detto ciò, i loro corpi presero fuoco e dopo pochi istanti di Josh e Adria rimasero solo un mucchio di ossa annerite e bruciacchiate. 

Lucas lanciò un urlo e aprì gli occhi di scatto, svegliandosi con un sussulto. 

«Lucas.» lo chiamò Reyna. Il suono della sua voce era ovattato ed echeggiante, come se gli stesse parlando dal fondo di un pozzo. 

Lucas si guardò attorno lentamente, rendendosi conto di essere nella macchina di Kimberly, seduto sui sedili posteriori tra lei e Reyna. Alla guida c'era Daniel e di fianco a lui Alabaster, che gli stava dando indicazioni su dove svoltare. 

«Dove stiamo andando?» chiese Lucas confuso e ancora impaurito dal sogno che aveva fatto. 

«Ad Indianapolis. A casa di Alabaster.» gli rispose Reyna, dandogli un colpetto sulla spalla. «Stai bene?» 

Lucas la guardò. «Sì, sto bene.» 

«Sicuro?» insisté Reyna. Pareva piuttosto preoccupata. «Quando ti sei svegliato hai urlato. E sembra che tu abbia visto un fantasma.» 

«Tranquilla, non è niente.» cercò di rassicurarla Lucas, nonostante quel sogno lo avesse turbato parecchio. 

«Vuoi dormire un altro po'?» gli domandò Reyna, notando che Lucas sembrava parecchio stanco. 

Lui scosse la testa. Aveva ancora sonno, ma aveva paura che se si fosse addormentato avrebbe sognato di nuovo Josh e Adria, uccisi in qualche altra maniera brutale. Non chiese a Reyna dove fossero: aveva paura di ciò che gli avrebbe risposto. 

Si girò a destra, guardando Kimberly dormire, con la testa appoggiata al finestrino. Si stringeva in una felpa viola – un abbigliamento piuttosto strano visto il caldo che faceva in macchina – che era troppo grande per essere sua, quindi Lucas intuì che dovesse essere di Daniel. 

Avrebbe voluto fare qualche battuta in proposito, ma non si sentiva in vena. Quel sogno, anzi, quell'incubo lo aveva praticamente scioccato. «Che è successo a Kimberly?» chiese invece. 

«Le è salita la febbre.» gli rispose Daniel, mentre si fermava davanti ad un semaforo e accendeva le luci della macchina. Stava lentamente calando la sera e si riusciva già a scorgere qualche stella nel cielo sempre più scuro. 

Lucas annuì. «Quanto manca per arrivare?» 

«Non molto.» gli rispose Alabaster. «Casa mia è quella laggiù.» Indicò un edificio illuminato da alcuni lampioni che sembrava una via di mezzo tra una stazione, un hotel e una cattedrale. 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Where stories live. Discover now