33• Guida pratica alla propria morte per mano di una dea

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«Una chiacchierata?» ripeterono i due semidei senza capire.

«Sì, avete capito bene.» La donna sorrise. «Giusto qualche domanda e vi lascio continuare il vostro tour, semidei.

Josh deglutì: non sapeva perché, ma il fatto che quella donna volesse parlare con loro non gli sembrava una cosa positiva, considerando il fatto che li aveva chiamati "semidei".

«Lei è una dea?» le domandò Adria andando dritta al punto.

«Certo.» confermò lei lisciando le pieghe del chitone che indossava. «Ma non avete nulla di cui preoccuparvi. Desidero solo parlare, per il momento.»

Josh lanciò uno sguardo preoccupato ad Adria; quel "per il momento" non prometteva nulla di buono, a suo parere. La sua ragazza, come se gli avesse letto nel pensiero, annuì impercettibilmente, come a dire: "Sì, hai ragione. Siamo spacciati".

La dea si schiarì la voce. «Sono Veritas, comunque. Dea romana della verità e della giustizia.»

«È stato davvero un piacere,» affermò Adria frettolosamente, «ma ora dobbiamo andare.» Strinse il polso di Josh in una presa ferrea. «Abbiamo davvero tanta fretta.» Si defilò alla ricerca di un'ombra in cui svanire, trascinandosi dietro il suo ragazzo. Mentre correvano, Adria cercò di pensare ad un luogo in cui ricomparire; non concentrarsi pienamente sulla meta - o peggio, non averne una - durante un viaggio nell'ombra significava ritrovarsi a Perù, in Albania o in chissà quale altra terra sperduta.

«Adria, fermati!» esclamò Josh, ormai senza fiato.

«No.» La ragazza si voltò verso di lui, senza smettere di correre. «Dobbiamo andare via da qui. E per farlo abbiamo bisogno di un'ombra.» Accelerò notevolmente il passo, finendo per andare a sbattere contro una persona.

«Dove credete di andare, belli?» squittì Veritas, acchiappando entrambi per i capelli e trascinandoli verso chissà dove. «Ahi!» si lamentò Josh mentre cercava di far mollare la presa alla dea, che inaspettatamente lo lasciò andare, spingendolo a sedere su una panchina. Il ragazzo guardò Adria, seduta di fianco a lui, massaggiarsi la testa con aria dolorante.

«Stai bene?» le chiese sussurrando.

«Sì.» rispose lei con lo stesso tono. «Mi fa solo un po' male la testa.»

Josh le diede un bacio tra i ricci castani. «Così ti farà meno male.» si giustificò alzando le spalle, visto che Adria gli aveva lanciato uno sguardo della serie: "La smetti di fare smancerie davanti a una dea?".

«Ma che teneri.» La dea si asciugò gli occhi con un lembo del suo chitone color pesca. «Sapete dove posso trovare Borea?»

Josh e Adria si lanciarono una rapida occhiata e scossero entrambi la testa.

"È forse un'alleata di Eolo?" si domandò Adria. "O di Borea? O di entrambi?". Non avevano ancora ben inteso il rapporto che c'era tra Eolo e gli dèi del vento; Ermes, inoltre, non aveva lasciato trapelare nulla al riguardo, quando aveva ordinato loro di catturare i venti.

«Siete sicuri?» insisté la dea impaziente. Josh annuì, più terrorizzato che mai.

«Perché vuole saperlo?» domandò invece Adria, alzandosi dalla panchina. Josh le diede una gomitata; amava lo spirito temerario della sua ragazza, ma in quell'occasione il suo coraggio avrebbe potuto farli ammazzare.

«Come mai non volete dirmi la verità?» ribatté Veritas, alzando il tono della voce.

«Potrei sottoporvi alle peggiori torture...» minacciò, ma si interruppe perché Adria le tirò un pugno dritto sul naso.

Olympus [1] • The hunt has just begun  Where stories live. Discover now